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Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Di cosa ci possiamo stupire?

Fac-simile fronte-retro del dollaro americano

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La FABBRICA delle armi è una delle più fiorenti e floride in tutti gli stati, compreso il nostro, in cui essa è radicata e significativamente protetta dai centri di potere collegati con precise, e necessarie allo scopo, aggiungo, connivenze con la politica.

È un’industria che non fallisce, non fallisce mai, continuamente alimentata da chi, senza alcun scrupolo etico, sia esso di natura religiosa o filosofica, vincola la costruzione di oggetti, che uccidono uomini, donne e bambini, a ferree regole di mero interesse economico.

Si sfrutta l’insipienza di tanti uomini, che ancora non hanno capito che odiare aprioristicamente per questioni religiose, di genere, di colore della pelle o di confini geografici non conta proprio un bel nulla, se non allo scopo fomentare, appunto, guerre, che spesso si protraggono all’infinito, come una tela di Penelope.

Le guerre servono ai ricchi, molto semplicemente, e servono a chi ha nel proprio DNA la ferocia predatoria della conquista di un territorio, di un confine, di qualcosa che si arroga il diritto di avere per chissà quale motivo… di chi è guerrafondaio dentro, di chi afferma che le armi sono necessarie per difendersi, in quanto elemento di frustrazione esistenziale propria.

In pratica è una guerra fra ignoranti: chi attacca, chi si difende e poi viceversa, perché nessuno è innocente, sicuramente non lo siamo noi, malefici occidentali, che da quando non facciamo più guerra fra noi abbiamo imparato l’arte, non tanto sottile, di esportarla negli altri paesi.

Follia pura, uomini folli che governano il mondo economico, il quale governa la politica e così via, auto alimentando un circuito infernale che, lo vogliate o no, non avrà mai fine, fino alla inevitabile autodistruzione, per altro già in atto.

In questo circo orrifico di una alienazione umana, volta con cosciente incoscienza alla persecuzione della pace, della pietà, della convivenza, della tolleranza fra popoli e religioni, la fanno da padroni coloro i quali, in contrasto, perseguono volontariamente la conquista, metro dopo metro, dell’insegnamento del pregiudizio, quindi dell’odio, e l’odio genera razzismo, astio… guerra.

Cavalcare il nazionalismo, il patriottismo come valori fondanti per un qualsiasi popolo, l’appartenenza a un qualsivoglia credo religioso, la presunzione di superiorità di genere o colore della pelle, sono tutti disvalori, distopie penetranti nelle società, occidentali e non.

Disvalori che permeano menti obnubilate o, peggio, fuorviate da abili imbonitori, i quali sono al servizio, talvolta, o di altri uomini potenti e ricchi che li sguinzagliano, oppure sono semplicemente dei fanatici, invasati da chissà quali manie di grandezza razziale o di religione.

Non ci si può difendere con la ragione, con l’etica, con la filosofia, con la cultura, perché “loro” hanno sempre ragione, loro che innescano menti labili in regime di assenze culturali e di presunta “filosofia” democratica.

Hanno ragione in virtù (?) della forza, la pura forza dell’inganno, della sopraffazione, della mancanza di memoria e di conseguenti, reiterati errori, e vinceranno sempre, perché il lato oscuro del male è ammaliante, suadente, finanziariamente accattivante.

Il vero male siamo noi, signori miei… noi bianchi, occidentali, economicamente ricattabili poiché ingordi, suprematisti, razzisti, fintamente democratici, ignoranti, perché noi siamo noi, e gli altri… non sono, perché il cinese va osteggiato, il russo combattuto, il nero lasciato morire, il meridionale è sporco e non ha voglia di lavorare, il corregionale è di un’altra provincia e non va bene, il vicino di casa è un rompiballe e così via… in un girone infernale senza pari.

Poi ci siamo noi italiani… eh, le bestie più difficili, vere e proprie scimmie evolute, quindi furbe, astute come faine, che si rubano il cibo l’uno con l’altro e che ad ogni stormir di foglie cambiano padrone, purché arrivi l’adorata banana offerta dal capoccione di turno.

Un tempo ci fu il lardoso, invasato, Mussolini, poi le orde barbariche democristiane, volute al comando dai nostri, ancora oggi, padroni d’oltreoceano, con le loro truppe cammellate di finti perbenisti, battenti bandiera cattolica senza alcuna sapienza di vera cristianità.

Poi sono arrivate le ere medioevali di Berlusconi, che tutto riduceva a Vassalli e Valvassori, tanto quanto il buon Renzi, un suo malaugurato epigono.

Poi i vampiri… imposti per erodere diritti acquisiti faticosamente in anni di lotte, dall’unica parte sana di questo scellerato paese… alla Mario Monti, e poi impersonificate nell’infernale Draghi.

Non abbiamo alcuna spina dorsale, in compenso andavamo a messa tutte le domeniche, fieri del nostro cattolicesimo medioevale che settorializzava gli uomini in buoni e cattivi… chi andava era sanamente democristiano, chi non andava era un mangia bambini, e abbiamo cresciuto così i nostri figli… insegnandogli a odiare, a ghettizzare, a fare del pregiudizio un argine, un argine della conoscenza, della condivisione vista come mescolanza della cultura.

I democristiani, in Italia, erano fascisti ancor più vili, perché si vergognavano del proprio passato e facevano finta, finta di essere cristiani, mentre oggi questa mai dimenticata distopia fondata su Dio, patria e famiglia sta nuovamente emergendo nella sua più assoluta nullità culturale e pericolosità sociale.

Almeno, i vecchi democristiani… loro si vergognavano; oggi nemmeno più si vergognano.

E gli americani erano sempre i buoni, con fiumi di letteratura cinematografica fatta ad arte alla John Wayne: per intenderci, i pellerossa erano i barbari cattivi, e così li hanno sterminati.

Così come, sempre noi bianchi occidentalizzati, esportatori di cristiana democrazia, abbiamo fatto con gli zulù, i maya, gli incas, gli aborigeni, i curdi, i maori, i somali, gli etiopi e chissà quanti altri ancora.

Con l’inganno e la forza bruta, noi bianchi occidentali, colonialisti, ne abbiamo compiute a iosa, di nefandezze, e continuiamo tutt’oggi.

I veri barbari siamo noi occidentali, sono soprattutto gli anglosassoni, che nell’era moderna post Seconda guerra mondiale hanno preso il predominio politico, economico e bellico del mondo, hanno inseminato i mondi da loro conquistati di un malsano e letale DNA, fatto di propensione alla coercizione, allo schiacciamento dei deboli, dei poveri, delle minoranze etniche, alla faccia del loro fantomatico e sbandierato liberalismo, fatto facendo il deretano agli altri.

E tornando alle beneamate scimmie italiche… ricordate che li seguiamo come agnelli, questi depravati e sporchi anglosassoni, poiché abbiamo svenduto completamente la nostra anima, prima con l’orrore del fascismo, poi, da vinti, con il totale, prono asservimento all’atlantismo post-bellico che oggi è ancora il nostro bastone, che ci comanda nell’inferno nel quale ci obbliga da poveri servi.

Noi scimmie abbiamo sempre bisogno di un capobranco.

E guerra sia…allora!

Viva il Vietnam vittorioso, esempio di resistenza e dirittura.

Oggi sono sempre più fieramente anticlericale, antiatlantista, antifascista, iconoclasta e irriverente!

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