Il secondo della nostra selezione di articoli scritti dallo storico e giornalista Franco Bandini.
Nato a Siena nel 1921, sottotenente di artiglieria nella campagna di Russia nel 1942-43, Bandini è stato giornalista del Corriere della Sera per più di quarant’anni, e inviato speciale dei settimanali La Domenica del Corriere, L’Europeo e Tempo.
Si è cimentato nella scrittura di libri di storia, dedicati prevalentemente al Novecento italiano.
Nella sua produzione troviamo, oltre ai prevalenti testi di argomento storico, anche libri di genere diverso, quali I pirati dello spazio, racconti di fantascienza del 1953, il pamphlet Il petrolio italiano del 1955, e Il mistero dei dischi volanti, inchiesta sul fenomeno degli avvistamenti, edito nel 1971. Per primo propose l’ipotesi – sulla quale si è successivamente acceso un forte dibattito tutt’ora in essere – della “doppia fucilazione” di Mussolini, prima ad opera dei servizi segreti inglesi, ripetuta poi dai partigiani italiani.
Lasciata Milano, nel 1970, si era ritirato nella sua fattoria Il casalone a Colle di Val d’Elsa, in provincia di Siena, dove è morto a ottantatré anni, nel 2004, assistito dalla moglie Paola Montini e dai suoi figli.
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Tra l’incompetenza dei generali, della burocrazia e della classe dirigentie italiana del 1939-40, un generale sentimento di sfiducia, di sopravvalutazione delle forze nemiche (e forte svalutazione delle proprie) furono i principali fattori che portarono l’Italia a giocare, nella guerra, una strategia di “catenaccio”, tutta in difesa.
Franco Bandini colpisce dritto nel segno, con questo articolo dal titolo “Chi teme di perdere ha già perduto”, che racchiude in sè la sintesi di questa analisi lucida e impressionantemente mirata.
Le cose sarebbero forse potute andare diversamente?
Un’analisi oggettiva dei dati di partenza davano le forze e i mezzi italiani al di sopra di quelli inglesi, ma un’incapacità diffusa (per non pensare, fatalmente, ad una voluta malafede da traditori della patria) paralizzarono un Italia ad alto potenziale, lasciando al nemico piena facoltà d’azione.
Da Badoglio a Graziani, questo approfondimento spiega minuziosamente la pessima partenza dell’entrata in guerra dell’Italia.
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Come fece Hitler a far scoppiare la Grande Guerra?
Chi la voleva realmente?
Quali erano gli assi nella manica del Furher e quali le strategie e le alleanze che gli si sono ritorte contro?
Il quarto fascicolo raccoglie l’articolo di Franco Bandini in cui ci spiega per filo e per segno la sua visione, in una ricostruzione sublime, che ci proietta indietro di quasi 90 anni, con una lucidità e un visione di cui solo lui era capace.
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Il primo di una serie di articoli scritti dallo storico e giornalista Franco Bandini.
Nato a Siena nel 1921, sottotenente di artiglieria nella campagna di Russia nel 1942-43, Bandini è stato giornalista del Corriere della Sera per più di quarant’anni, e inviato speciale dei settimanali La Domenica del Corriere, L’Europeo e Tempo.
Si è cimentato nella scrittura di libri di storia, dedicati prevalentemente al Novecento italiano.
Nella sua produzione troviamo, oltre ai prevalenti testi di argomento storico, anche libri di genere diverso, quali I pirati dello spazio, racconti di fantascienza del 1953, il pamphlet Il petrolio italiano del 1955, e Il mistero dei dischi volanti, inchiesta sul fenomeno degli avvistamenti, edito nel 1971. Per primo propose l’ipotesi – sulla quale si è successivamente acceso un forte dibattito tutt’ora in essere – della “doppia fucilazione” di Mussolini, prima ad opera dei servizi segreti inglesi, ripetuta poi dai partigiani italiani.
Lasciata Milano, nel 1970, si era ritirato nella sua fattoria Il casalone a Colle di Val d’Elsa, in provincia di Siena, dove è morto a ottantatré anni, nel 2004, assistito dalla moglie Paola Montini e dai suoi figli.
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In questo ennesimo articolo storico del grande Franco Bandini, il focus va sull’Unione Sovietica e sul suo modus operandi.
Segnata da strategie scellerate, purghe, esecuzioni sommarie, le strategie sovietiche sembrano utilizzare i propri uomini come vera e propria “carne da cannone”.
In 10 anni circa, l’URSS conta quasi 40 milioni di morti, e negli ultimi anni della guerra, Stalin si trova costretto a contrattare con qualunque potenziale alleato sulla scena mondiale, per evitare che il suo esercito venga interamente distrutto dai tedeschi.
Inglesi e americani in primis che, distraendo l’esercito tedesco su più fronti, permettono ai sovietici di tirare un sospiro di sollievo.
Chiosa Bandini con riflessioni profonde sul significato delle rivoluzioni e sui cambiamenti storici che l’Unione Sovietica ha dovuto affrontare, dalla Rivoluzione d’Ottobre in poi.
L’ennesima perla, persa nei meandri del tempo, che torna a galla per darci uno sguardo profondo e analitico sulle complesse dinamiche che hanno portato allo sviluppo della guerra e del periodo post-bellico, con grande onestà intellettuale e la lucidità che lo contraddistinguono.
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Quali furono gli errori che condussero l’Italia alla sconfitta?
In questo articolo, Franco Bandini ricostruisce un quadro, all’epoca a lui molto chiaro, della situazione italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, sia tra la popolazione, che tra i militari e i “piani alti”.
Errori di sopravvalutazione nei confronti dei britannici, di svalutazione di sé, di asservimento completo nei confronti dell’alleato tedesco sino al punto di usare le nostre divisioni come “scudo” che permettesse alla Germania nazista di risparmiare le proprie forze.
Ciononostante, Bandini non condanna né i militari italiani, considerati valorosi, né i generali che hanno poi trattato per la pace, ma nemmeno le paranoie che affliggevano l’uomo solo al comando della barca che stava affondando.
Ricostruisce chiaramente la posizione italiana nella cornice del Mediterraneo e delle colonie africane, accompagnando il lettore in un vero e proprio viaggio nel tempo.
Realtà storiche oggi travisate o completamente dimenticate ci riportano nei primi anni della seconda Guerra Mondiale dal punto di vista italiano, permettendoci di scorgere il filo rosso che ci collega oggi come conseguenza storica di ciò che fu.
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L’inizio della Seconda Guerra Mondiale è annunciato, ma nessuna nazione, memore della Grande Guerra da poco trascorsa, ha il coraggio di fare davvero il primo passo. Per i primi mesi, la guerra c’è, ma non si vede, e il fattore che getta isteria sull’Europa, smuovendo le acque, è l’invasione Sovietica della Finlandia, che smuove le opinioni pubbliche e fa precipitare la situazione.
Nel suo articolo “TUTTI IN GUERRA, MA SENZA SPARARE”, Franco Bandini ci riporta indietro nel tempo, a quei giorni, con una conoscenza e una minuzia di particolari che lascia col fiato sospeso a distanza di più di 80 anni.
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Un quadro politico complesso e completo dello storico Franco Bandini sulla situazione politica europea prima, durante e dopo la Grande Guerra.
Cosa portò agli eventi scatenanti? Come si contempla la geopolitica europea? Quale è la natura di questi popoli?
Partiamo da dove tutto iniziò, ovvero dal “Piano Z”.
Una disamina mozzafiato, degna dei migliori romanzi d’autore, ma che analizza la realtà socio-politica nella “nostra” parte di mondo.
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La verità non è mai nel comune giudizio..
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