Ed eccoci finalmente al dunque: dopo decenni di sperimentazione sulle piante OGM, raggiunti gli obiettivi che i colossi quali la Monsanto si erano preposti, siamo finalmente passati ad inoculare sequenze genetiche aliene negli esseri umani.
Ma per capire il perchè parto da così lontano, facciamo un salto nel passato.
Con la nascita degli organismi geneticamente modificati, brevettati da grandi corporation monopoliste quali, prima fra tutti, la Monsanto (che poi, guarda caso, ha incorporato la farmaceutica Bayer), queste ultime si sono poste come obbiettivo il superamento del limite della non brevettabilità dei prodotti naturali.
Qualunque pianta presente in natura non è brevettabile per legge, e qualunque prodotto o medicamento da essa ottenuto (se non attraverso formule brevettate ed esclusive) è liberamente riproducibile da chiunque o chicchessia, rendendo la concorrenza in questo campo ampia, spietata e permettendo un ampia scelta al pubblico.
Ad oggi, ahimè, la quasi totalità del mais prodotto nel mondo è ormai OGM, e come è stato possibile questo, nonostante lo zoccolo duro di piccoli produttori che si sono opposti a questa modalità di coltivazione e, anzi, proponendo prodotti biologici?
Semplicemente, le corporation hanno stilato contratti apparentemente vantaggiosi con tutti i grandi produttori di mais per l’utilizzo delle loro sementi brevettate e, laddove hanno incontrato delle resistenze, hanno acquisito i terreni circostanti quelli dei loro concorrenti, coltivandoli a mais OGM.
Nell’arco di 3 anni, la Monsanto ha acquisito dei campioni di mais in questi terreni per farli analizzare, e come è facile intuire, i pollini avevano avuto, nel frattempo, tutto il tempo di mescolarsi, inducendo le piantagioni vicine ad acquisire la nuova genetica brevettata.
Così hanno fatto causa ai piccoli produttori, costringendoli a pesanti indennizzi per poi porli, sotto ricatto, nella condizione di essere costretti a continuare a lavorare sotto le loro condizioni.
Ma torniamo ad oggi, l’epoca in cui i governi, tenuti per gli attributi, cercano di creare consuetudini e di convincere la maggior parte delle popolazioni a sottoporsi a cosiddette “vaccinazioni” (in realtà terapie genetiche che nulla hanno a che fare con dei vaccini), le quali forzeranno, grazie alle sequenze a mRNA, un innesto genetico nella genetica originaria dell’individuo, sequenze genetiche BREVETTATE e di proprietà delle grandi industrie farmaceutiche che propongono questa aberrazione.
Quello che affermo è supportato dagli studi del dr. Scoglio, Montanari, Amici e molti altri coraggiosi indipendenti che hanno avuto la forza di portare avanti le proprie ricerche a dispetto di tutto il terrorismo di stato al quale assistiamo ormai quotidianamente.
A seguito della storia dei campi di mais, immaginate adesso cosa accadrà nell’arco di tre generazioni ai nostri posteri!!!
Esatto, il tentativo (a questo punto) manifesto è esattamente quello di rendere la specie umana interamente brevettata e, di conseguenza, di proprietà di suddette industrie e corporation.
Hanno trovato il modo di aggirare il divieto di schiavitù appropriandosi degli uomini e delle donne a loro insaputa, attraverso manipolazioni e squallidi giochini psicologici.
Un giorno, anche i non vaccinati, o i loro figli, si uniranno alla specie brevettata, contaminando inevitabilmente la genetica della prole, la quale si ritroverà ad essere un OGM, proprio quando ci saremo quasi dimenticati del clima di terrore odierno.
Purtroppo, di quanti parlano anche coraggiosamente contro quello che oggi accade, praticamente mai si pone l’attenzione all’aspetto evidenziato nel presente articolo, e mi auguro che questa informazione cominci a serpeggiare fra la popolazione, per quanto ormai è sicuramente tardi per evitare l’inevitabile.
L’unico modo di salvaguardare la nostra naturalità e libertà di uomini sarebbe quello di effettuare una vera e propria speciazione, ma nell’impossibilità di separare in modo continuativo e costante chi ha fatto il siero e chi no, traete le vostre conclusioni e cominciate a far funzionare il cervello, perchè il domani è sempre più vicino.