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Ecco chi sono gli americani

Una piastrella raffigurante indigeni americani al cospetto dei "conquistadores"

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Come tutti sanno, l’uomo Europeo ha messo piede nel Nuovo Mondo solo nel 1492, grazie a Cristoforo Colombo che, con le sue tre bagnarole – chiamarle navi sarebbe un insulto alla marineria mondiale – la Niña, la Pinta e la Santa Maria, sbarcò nell’isola di San Salvador pensando, erroneamente, di aver raggiunto le Indie.

Ed è proprio da questo errore madornale che, poi, si sono creati errori su errori, fino quasi, praticamente, ai giorni nostri, a partire dal nome generico dato agli abitanti del posto come “indiani” e, per l’appunto, il continuo chiamare il nuovo continente come “Le Indie”.

Ma al di là di questi errori grossolani, commessi a causa della scarsa conoscenza delle dimensioni del nostro pianeta, sappiamo che da quella data, fino a circa la fine del 1600, quindi per due secoli, coloro che si recavano nel Nuovo Mondo sono da considerarsi a tutti gli effetti Europei: Spagnoli, Portoghesi, Inglesi, Francesi e, non per ultimi, noi Italiani.

Solo verso la fine del ‘600 si ebbe la costituzione del primo vero e proprio stato, la Virginia, che fu la capostipite delle originarie 13 colonie che, in seguito, daranno vita a quelli che oggi chiamiamo Stati Uniti d’America, per cui è solo da quella data che possiamo parlare di Americani veri e propri, con tutte le responsabilità del caso.

Un breve cenno su quello che fu l’effetto devastante per le popolazioni locali dell’arrivo dei nuovi conquistatori, a partire da Cortez e proseguendo con Pizarro, Vasco de Gama ed un altro nutrito stuolo di arrembanti profittatori che non vedevano l’ora di mettere le mani sulle ingenti ricchezze di cui il nuovo continente era stracolmo (ancora oggi si fantastica della leggendaria Cibola e delle sette città d’oro, mai trovate, per altro).

Ancora oggi c’è un grande disaccordo fra gli studiosi della storia delle americhe, ma quasi tutti sono concordi sul dire che nel 1500 le popolazioni presenti sia nel nord che nel centro e sud America ammontassero a circa 80-100 milioni di individui, e che solo 50 anni dopo ne restavano meno di 10 milioni, con un genocidio effettuato di circa 70 milioni di persone, donne, uomini e bambini.

Questo genocidio è stato effettuato nei più disparati modi, dalle guerre pure e semplici, alla distruzione degli habitat naturali dei nativi, fino alla micidiale diffusione delle malattie importate dall’Europa, contro le quali non avevano assolutamente alcuna difesa immunitaria efficace.

D’altra parte, il destino è anche beffardo, alle volte, in quanto è pur vero che gli indigeni non avevano difese contro il vaiolo o il morbillo e, per questo motivo, sono stati falcidiati nei decenni successivi all’arrivo dei “conquistadores”, ma parimenti gli Europei non avevano nessun tipo di difesa contro la Sifilide che, al contrario, era endemica nelle popolazioni dell’America Latina.

Tale malattia, importata nel Vecchio Continente, ha contribuito ad una vera e propria strage nei 4 secoli successivi, minacciando la stessa sopravvivenza della popolazione Europea (alcune stime parlano di oltre 100 milioni di morti in 5 secoli, nell’intera Europa).

Ma quello che mi interessa, in questo momento, è il comportamento disumano e perfettamente in sintonia con la loro “genetica” che hanno avuto dalla costituzione del primo nucleo di colonie fino alla metà del 1900.

A partire dalla fine del 1600, quando le 3 “super potenze” Europee, Spagna, Francia ed Inghilterra, se le davano di santa ragione sia sul vecchio continente che sul nuovo, l’utilizzo dei nativi Nord-Americani sia come guerrieri da utilizzare per i loro scopi, sia come semplice “bestiame” che intralciava i loro affari e, per questo, dovevano essere rimossi – Indian Removal Act del 1830, firmato dal presidente U.S.A. Andrew Jackson – o, qualora non lo avessero accettato, uccisi senza alcuna pietà.

https://it.wikipedia.org/wiki/Indian_Removal_Act

Tutta la cinematografia del 1900 ha fatto conoscere le immense menzogne con le quali gli Americani hanno “raccontato” gli Indiani d’America, a mo’ di giustificazione per gli eccidi commessi nell’arco di poco più di un secolo, e questo è andato avanti fino all’uscita, nel 1970, di “Soldato Blu”, film che, finalmente, iniziò a raccontare la storia per come veramente era stata “costruita” ad arte fino ad allora.

Memorabili sono i massacri avvenuti a Sand Creek e Wounded Knee, dove oltre 200 indiani, nel primo caso, e oltre 300 nel secondo (per la maggior parte donne, vecchi e bambini) furono stuprati, torturati ed, infine, uccisi nei modi più orrendi possibili (addirittura si cita una bimba di 6 anni sventolante una bandiera bianca e uccisa tranquillamente dai soldati, mentre, alla fine della carneficina di Sand Creek, i soldati completamente ubriachi si divertivano a giocare al tiro a segno con i bambini).

Senza entrare nel dettaglio di tutto ciò che è successo in quel maledetto secolo, e totalmente distorto dalla “feroce propaganda” Statunitense, riportato fedelmente nelle centinaia di film che ancora circolano e che, probabilmente, pochi non hanno visto, narranti le vicende di Toro Seduto, Geronimo, Cochise, Cavallo Pazzo, Nuvola Rossa e tanti altri capi indiani diventati famosi nella cosiddetta “epopea Western”, va ricordato che, secondo alcuni studi abbastanza recenti, con molta probabilità l’azione dei neo nati Stati Uniti d’America ha comportato la morte di circa 10 milioni di nativi Americani.

Questa cifra è molto dibattuta ancora oggi, ma se andiamo a fare un conto approssimativo di quanti erano ancora vivi nel 1550, dopo i genocidi perpetrati dai Conquistadores – circa 10/15 milioni – e calcolando che le loro azioni avevano avuto luogo, più che altro, fra il Messico attuale, il Centro America e il Sud America, ricordando che in 3 secoli, come ovvio, le popolazioni rimaste vive hanno pur sempre fatto nuovi figli, è facile stimare che la cifra di cui ho detto poco sopra non sia lontana dalla verità di quanto fatto in tutto il 1800.

Resta il fatto che, secondo un censimento eseguito nel 2020, i nativi presenti in America oggi sono circa 9,7 milioni, poco meno di quanti erano prima dell’arrivo degli americani, due secoli prima.

Se a questo si aggiunge che in tutto il Nord America, durante lo stesso periodo, sono stati uccisi praticamente 100 milioni di Bisonti – nel 1889 ne erano rimasti 541 e oggi, grazie a delle operazioni di reinserimento, sono circa 300.000 – si ha una fotografia abbastanza precisa di quello che è il popolo americano.

https://it.wikipedia.org/wiki/Genocidio_dei_nativi_americani

È del tutto ovvio che nessuno ha intenzione di asserire che “tutti” gli americani sono fatti della stessa pasta e, quindi, colpevoli delle peggiori atrocità commesse nel passato dai loro antenati, ma è lo stesso del tutto ovvio che un simile popolo non ha alcun diritto di dare lezioni agli altri, specialmente considerando quanto è stato organizzato e portato a termine dagli stessi americani, dal 1945 ad oggi, in giro per l’intero pianeta.

Come già ho avuto modo di scrivere in un recente articolo, ricordiamoci sempre di Cambogia, Cocincina, Vietnam, Iraq, Siria, Jugoslavia e tutte le altre nazioni dove gli americani si sono permessi di condurre le loro personali ed assolutamente ingiustificate guerre.

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