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Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Perché il potere politico, nel mondo, è degenerato?

Pianeta terra trafitto da una spada e sovrastato da una corona

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Questa è sempre stata una domanda che mi ha posseduto la mente fin da quando ho memoria ed alla quale ho sempre cercato di dare una risposta soddisfacente, che mi facesse capire come mai, in ogni parte del mondo, la politica non è mai riuscita, sostanzialmente, a dare quelle risposte alla popolazione che, viceversa, avrebbe dovuto.

Non mi sogno minimamente di aver in tasca la soluzione di questo enigma, che attanaglia più o meno tutti i popoli del mondo, ma qualche spunto di spiegazione, dopo anni di pensieri e di analisi delle situazioni che mi si presentavano di fronte, penso di essermela data.

Analisi storica

Analizzando molto rapidamente la storia di questi ultimi 5000 anni, partendo dall’antico Egitto e dai popoli che si sono via via sviluppati nell’arco Mediterraneo fino ai giorni nostri, si può immediatamente vedere come i “vertici” delle popolazioni, fossero essi faraoni, imperatori, dittatori, re o senatori – come nell’antica Roma – si siano sempre posti in tali posizioni o con la violenza o per dei “sedicenti” diritti di nascita tramandati dai loro padri e avi.

Comunque la si voglia mettere, il minimo comune denominatore di tutte queste persone, a partire dagli imperi Ittita, Sumero, Babilonese, Egiziano, Greco e Romano, pochi hanno sempre governato sui molti adducendo le più svariate scuse, come quelle religiose piuttosto che divine, per tentare di vivere, in sostanza, sulle spalle degli altri, e questo, molto spesso e volentieri, lo hanno fatto con la violenza.

Infatti la storia è piena di assassinii, parricidi, tresche amorose violente, rapimenti, “sparizioni misteriose” e menzogne a vagonate, sopratutto nei confronti del popolo “bue” o “pecora”, che dir si voglia, solo al fine di poterne trarre il massimo vantaggio personale e vivere, quindi, nel lusso e nell’agiatezza.

Poi, ovviamente, come sempre succede da che mondo è mondo, ogni tanto sono comparsi dei personaggi particolarmente dotati di intelligenza e di intraprendenza, che hanno realmente fatto “anche” del bene per i loro derelitti sudditi – per esempio Alessandro il Grande, Cesare o Napoleone – ma se andiamo a ripassarci la storia della loro vita e delle loro gesta, ci accorgiamo che questo “bene” è scaturito come conseguenza delle loro epiche imprese, fondate sul sangue delle popolazioni che guidavano e, sopratutto, sulle carneficine perpetrate a danno delle popolazioni conquistate.

Se si pensa che il solo Alessandro il Grande si è spinto fino alle rive occidentali dell’attuale India conquistando, di fatto, praticamente tutto il mondo conosciuto all’epoca e, per far questo, non solo ha massacrato Dario III e l’intero esercito Persiano, ma è passato sopra le migliaia di cadaveri di tutte le popolazioni che, via via, incontrava, e tutto ciò per cosa? Con estrema probabilità, anche se personalmente ritengo che fosse veramente un grande uomo, per dare delle risposte ai propri impulsi di conquista e potere.

Si dice sempre che Alessandro abbia fondato almeno 3 delle moltissime “Alessandrie” in giro per il mondo, ma questo è un errore di concetto, che sempre viene commesso sia dagli storici che da chi commenta i personaggi del passato, in quanto personalmente Alessandro non ha di certo fatto nulla ma, sicuramente, ha fatto fare alle genti locali ed ai suoi uomini tutto il lavoro necessario per costruire le varie città.

É un po’ come se io dicessi che, un bel giorno, voglio fondare una città con il mio nome nel mezzo del deserto del Sahara ed, avendo a disposizione, magari, qualche migliaio di schiavi o prigionieri di guerra, li costringo ad edificare una sontuosa città in pieno deserto e dopo, magari, passati 3 o 400 anni, gli storici mi ricordino come colui che ha fondato unna splendida città nel bel mezzo del deserto.

Il concetto che voglio esprimere con queste analisi è che sicuramente questi “grandi uomini” hanno, nel corso della loro esistenza, contribuito in qualche modo al progresso della civiltà, apportando, chi più, chi meno, delle lungimiranti modifiche alla situazione precedente, innovando o gettando le basi per una migliore società, ma è indubbio che, per prima cosa, lo hanno fatto con l’aiuto di studiosi, sapienti, scienziati e persone che avevano, probabilmente, delle visioni migliori delle loro, ma in secondo luogo tutto quanto è stato fatto non getta sicuramente le basi su un altruismo sfrenato e risponde, come sopra detto, a delle pulsioni di carattere prettamente edonistico ed egocentrico.

E arrivando ai giorni nostri, possiamo vedere, nei due secoli passati, che l’umanità, dopo un periodo abbastanza cupo, è arrivata a quell’età chiamata “Illuminismo e risorgimento” – mescolando molto le situazioni – che, grazie a dei grandi “pensatori”, ci ha dato l’impressione di poter uscire definitivamente dai precedenti millenni costellati da brutalità, prepotenze, massacri e genocidi sparsi qua e là.

Come detto, ci ha dato l’impressione, perché nella realtà abbiamo potuto assistere a forse i due secoli con la maggiore mortalità di sempre, di cui oltre 100 milioni dovute solo alle due guerre mondiali e senza considerare le altre decine, se non centinaia di milioni di morti dovuti alle scellerate scelte politiche dei vari Stalin, Mao, Hitler, Pol Potl e tanti altri, meno conosciuti, ma altrettanto letali dei primi.

Il filo conduttore

Ed è da qui che si vede quale sia il “filo conduttore” che accomuna quasi tutti gli uomini che arrivano al potere più o meno assoluto, e cioè solo ed esclusivamente la bramosia di avere il controllo sopra gli altri e poter, in questo modo, godere delle ricchezze e dei benefici che, altrimenti, non potrebbero avere.

In alcuni casi si potrebbe anche pensare che siano del tutto in buona fede e convinti di fare tutto per gli altri solo a scopo benefico, ma il problema è di fondo, in quanto, tranne qualche rarissima eccezione, non hanno né le qualità mentali, né le “visioni” giuste per poterlo fare.

I “leader” odierni

A mia memoria, non ravvedo quasi nessun politico che abbia avuto o abbia tutt’oggi la giusta levatura per essere certi che stia operando in modo del tutto altruistico e solo ed esclusivamente per il bene dell’umanità.

E tutto questo non tanto perché non ci siano “intelligenze” particolarmente sviluppate per poter avere dei buoni politici ai quali affidare le nostre sorti, ma solo ed esclusivamente perché chi è in possesso di qualità, diciamo, “superiori”, non si mette di certo a fare il politico ma, sicuramente, si dedicherà all’impresa e a sviluppare una qualsiasi industria che, oltre alle soddisfazioni personali ricavate dal “fare”, gli darà tutto quel benessere che, alla fine, lo gratificherà a sufficienza.

E, sopratutto, perché negli ultimi 3 o 4 decenni abbiamo potuto assistere ad uno stravolgimento completo di quelli che sono i meccanismi utili per decidere di intraprendere la carriera politica, in quanto chi si avvicina a questo mondo non ha i requisiti di minima per poter svolgere il proprio compito e lo fa per tutt’altri motivi – già sopra ricordati – andando ad occupare posizioni estremamente delicate e con un potere nelle proprie mani assolutamente smisurato, se paragonato alle proprie capacità.

Ed i risultati non possono essere che quelli che possiamo vedere tutti i giorni, ovverosia un completo sfacelo e dei paesi che vanno seguendo la corrente del mare senza una meta precisa, né un progetto globale, né degli ideali da seguire, ma solo ed esclusivamente l’interesse personale del momento che, chiaramente, non può portarci da nessuna parte.

I burattinai

Dietro a tutto ciò, e alla guida di quanto viene deciso e fatto dal mondo politico, ci sono i classici “burattinai”, che sono poche persone, certamente con delle intelligenze superiori, ma altrettanto certamente molto più pericolosi per l’intera umanità dei singoli capetti locali o presidenti di turno, messi lì solo per fare “figura” e totalmente privi di qualsiasi influenza sull’andamento delle cose.

Tanto per ricordare a tutti quanti, esistono diversi fondi di investimento nel mondo ma, in sostanza, i 3 maggiori sono Vanguard, Black Rock e State Street, che detengono insieme all’incirca più del P.I.L. degli Stati Uniti e Cina messi insieme, e c’è chi dice che, effettivamente, i flussi monetari gestiti da questi 3 oscuri colossi siano molto superiori, arrivando ad oltre 2 volte il P.I.L. mondiale.

Di certo, all’attualità, le loro finanze sono valutate in oltre 20 trilioni di dollari, e sono in grado di decidere autonomamente qualsiasi cosa a livello mondiale, sia dal punto di vista economico, bancario, imprenditoriale e, sopratutto, politico e, come sempre, l’intero potere è concentrato nelle mani di pochissime persone che, in soldoni, fanno il bello e cattivo tempo in tutto il mondo.

In pratica, hanno la vita di 8 miliardi di persone nelle loro mani!

Quale potere più grande è mai esistito?

La china verso il baratro

Per concludere, da questa lunga analisi anche se molto superficiale, si può trarre una sola conclusione, e cioè che l’umanità ha imboccato a passi da gigante una strada estremamente pericolosa, che potrà portarci solo ed esclusivamente al disastro totale, poiché basata interamente su una cosa del tutto sbagliata, che non ha nulla di democratico al suo interno, e cioè il denaro.

Ed ecco che,nonostante il discorso sia molto lungo, e con questa mia disamina abbia intaccato solamente la superficie, si può ben capire quale sia l’apporto “fattivo” dei vari comici-politici che vediamo saltellare in qua e in là, e a quali aberrazioni dovremo sottostare nel prossimo futuro se nessuno si sveglierà in tempo per fermare e cambiare radicalmente questo stato di cose.

Conclusioni

Personalmente penso che, per nostra grande sfortuna, i “burattinai” hanno fatto i compiti in modo egregio, ed ormai sia troppo tardi per potersi opporre a tutto ciò e a qualsiasi siano i loro piani a medio e a lungo termine.

Purtroppo, le cose stanno così, e nessuno al mondo ha la forza e la lungimiranza necessarie per cambiare tutto questo.

Parafrasando la frase di un celebre film, “il futuro non è scritto”. Posso solo dire che, per nostra sfortuna, in questo caso è già stato scritto almeno un secolo fa, e quello che si può vedere spingendo lo sguardo verso di esso, per quanto sia possibile, l’immagine che ne avremo è decisamente fosca e buia.

E, purtroppo, non c’è alcun sistema per poter cambiare il nostro futuro.

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