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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Il mondo al contrario

Il mondo al contrario

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Ogni giorno che vivo su questa terra martoriata e che sta andando completamente alla deriva, guidata da emeriti cialtroni, mi rendo conto che il nostro futuro si fa sempre più nero ed incerto, non tanto per quello che il nostro pianeta può o non può fare a livello di cambiamenti nefasti per la popolazione umana, ma in quanto, appunto, siamo alla mercé di gente che ha perso del tutto la capacità di vedere quello che è giusto e quello che è profondamente sbagliato.

Gli ultimi 20 anni sono stati un coacervo di errori madornali – in buona fede o in malafede, solo i posteri, come disse un grande poeta, potranno deciderlo – di scelte del tutto illogiche e soprattutto di prevaricazioni degli uni sugli altri, con una progressione di violenza che non si è mai vista in 5000 anni di storia.

Le lezioni non apprese dalla storia

E il brutto di tutto ciò è che dopo aver passato quasi dieci anni a massacrarsi reciprocamente con le due guerre mondiali – e con tutte le altre guerre occorse negli anni successivi – piuttosto che trarre degli insegnamenti da tutto l’orrore trascorso e dal reale rischio di estinzione che si era corso con l’utilizzo della potenza nucleare (vorrei ricordare a tutti che prima di far esplodere il primo ordigno nucleare nel poligono di Alamagordo, il 16 giugno del 1945, una buona parte del mondo scientifico era convinta che avrebbero potuto innescarsi delle reazioni a catena nell’intera atmosfera terrestre, incendiando tutto l’ossigeno e l’idrogeno presenti e, di fatto, decretando la fine dell’umanità) invece di trarre una enorme lezione da tutto ciò e di iniziare a comportarci saggiamente, in funzione di uno sviluppo pacifico dell’intera umanità, ci siamo ricaduti, grazie alla sostanziale imbecillità di coloro che sono stati designati, nel tempo, a gestire la politica di tutte le nazioni mondiali.

Il legame tra denaro e potere

Aggiungerei, per completezza di giudizio, che quanto abbiamo potuto osservare fin dal dopoguerra, è dovuto sostanzialmente al carattere violento e profondamente becero dell’essere umano che, ritenendosi al di sopra di qualsiasi altra cosa, fa di tutto per, alla fine, arrivare alla propria autodistruzione, e questo, per me è realmente incomprensibile.

Personalmente, ritengo che i due fattori alla base di tutto il male che pervade la nostra umanità siano il denaro e il potere che, ovviamente, sono assolutamente interconnessi l’uno con l’altro, in quanto il binomio “più denaro uguale più potere” è assolutamente indissolubile e, malauguratamente, è totalmente ineliminabile, poiché non esiste, a mio avviso, nessuno al mondo in grado di “riformare” l’intero sistema basato sul denaro e, purtroppo, l’unico modo per poter modificare lo status quo attuale sarebbe quello di una catastrofe globale che, distruggendo la maggior parte della civiltà, rimettesse tutto in discussione, riportandoci all’anno zero, in modo che si possa ricominciare, sperando, ovviamente, che si tragga insegnamento dal passato.

L’influenza predominante del denaro e del potere

Ma tornando all’attualità, si può tranquillamente notare come la centralità del denaro e del potere che ne deriva abbia di fatto preso il sopravvento su qualsiasi altra cosa e stia determinando sempre di più la vita di tutti quanti.

Se ognuno di voi prova a pensare seriamente alla conformazione della propria vita, si renderà conto che è improntata e condizionata pesantemente proprio dalla disponibilità di denaro, senza il quale non si riesce a fare nulla di quanto si vorrebbe, e non perché il denaro sia simile ad una bacchetta magica, ma in quanto proprio il sistema è stato “guidato” in questa direzione in modo che l’intera popolazione mondiale sia tecnicamente schiavizzata e costretta ad ammazzarsi di lavoro al fine di poter avere il tanto agognato denaro, con il quale poter vivere la propria vita.

Modello mentale imposto

Ma siamo proprio sicuri che sia così e non, invece, che sia un modello mentale che ci è stato imposto nel tempo, al fine di obbligarci a fare ciò che più aggrada a chi gestisce il sopra citato potere?

Ma non voglio addentrarmi ulteriormente in tali considerazioni, anche perché, con grande probabilità, non mi basterebbe l’intera mia vita per poter comprendere pienamente tutti questi meccanismi, per cui mi limiterò a riepilogare velocemente gli ultimi 20 anni, che ci hanno portato ad oggi ed ai seri rischi che stiamo correndo.

Crisi e conflitti globali

I primi venti anni del nuovo millennio li abbiamo passati all’insegna di crisi finanziario-economiche diffuse, guerre sparse sull’intero globo, prevaricazioni degi governi sulle popolazioni, diffusione di false pandemie (di questo ne ho già parlato diffusamente in decine di articoli negli anni scorsi) e costituzione di organismi politici come gli Stati Uniti d’Europa – mera utopia, tra l’altro – il tutto con il solo scopo di rendere sempre più disarmata e schiava l’intera popolazione mondiale.

Scontri geopolitici

Infine, arriviamo ai giorni nostri, dove possiamo assistere a uno scontro di “prova” fra poteri localizzato in Europa centro orientale – Russia/Ucraina – e nel classico Medio Oriente fra Israele e l’intero mondo islamico, con particolare attenzione alla cancellazione definitiva dello stato Palestinese e del suo popolo (questo è ciò che si può vedere alla luce del sole, ma alla fine i veri obiettivi e motivi scatenanti sono l’infinita guerra religiosa fra Ebraismo da una parte e Islamismo dall’altra).

Avvertimenti di Putin

Ma senza entrare nel dettaglio e nella ricerca delle “ragioni” o nel tentativo di capire chi è nel giusto e chi nello sbagliato, vorrei segnalare che, per quanto riguarda la Russia, è dal 2014 che Putin ha sempre avvertito l’Europa e gli USA di non esagerare e di non costringerlo “nell’angolo”, proprio per non dover essere costretto a reagire come poi è successo.

E la spiegazione del titolo di questo articolo sta appunto in tale vicenda, in quanto, osservando bene l’intera storia fin dal crollo del muro di Berlino, con conseguente dissoluzione dell’Unione Sovietica, abbiamo potuto osservare un costante avvicinamento delle forze militari occidentali ai nuovi confini della neonata Federazione Russa, disattendendo, tra l’altro, tutte le promesse fatte durante gli anni e, in pratica, “accerchiando” sempre di più il territorio Russo.

La situazione in Ucraina

Dopo dieci anni passati ad avvertire tutti quanti di fermarsi, e vedendo che, al contrario, sia l’Europa che gli USA continuavano ad insistere per creare sempre più problemi, alla fine Putin è stato costretto a dare un segnale molto forte, invadendo l’Ucraina.

Oggi, dopo oltre due anni di guerra e oltre mezzo milione di morti innocenti, ci troviamo di fronte allo scenario più funesto che si potesse immaginare, cioè la totale sconfitta delle strategie adottate da parte di Europa, USA e Ucraina (quest’ultima in qualità solamente di mero burattino, utilizzato per scopi totalmente differenti dai suoi interessi) e le conseguenze che, entro pochi mesi, saranno evidenti a tutto il mondo.

Le implicazioni economiche e sociali

Infatti, è ormai acclarato che, stando le cose in questo modo, e senza degli ulteriori “colpi di testa” di USA e Europa, la guerra vedrà un solo vincitore che, a questo punto, quando siederà ad un tavolo di pace, avrà la possibilità di chiedere molto di più di quanto era nei suoi piani iniziali. La situazione, in Europa, tornerà quella di prima, con la differenza che gli unici ad andarci di mezzo per le scellerate scelte fatte dai nostri governanti saremo noi occidentali, che avremo pagato un prezzo in termini economici del tutto ingiustificato e sproporzionato rispetto a quanto si sarebbe potuto fare fin da poche settimane dopo l’inizio di questa vicenda.

La complessità della situazione mediorientale

Per quanto riguarda, invece, la questione mediorientale, a prescindere dal fatto che è dall’inizio del secolo scorso che in quella zona ci sono infinite guerre, terrorismo, attentati, soprusi e assurdità di ogni genere che, fondamentalmente, contribuiscono ancor più a destabilizzare l’intero mondo – ricordiamoci che siamo nel luogo dove sono presenti le maggiori concentrazioni di petrolio dell’intera Terra, ecco perché tutto l’interesse politico e finanziario si è sempre concentrato in tale luogo – oggi possiamo assistere a dei capovolgimenti di logica che mi fanno seriamente temere per la salute mentale dell’intera umanità.

Il conflitto tra Israele e Palestina

Tutti conoscono i fatti del 7 ottobre scorso, quando il gruppo di Hamas ha colpito il popolo israeliano, provocando la morte di circa 1200 persone e prendendo in consegna 2 o 300 ostaggi israeliani, e la conseguente reazione di Israele, con l’invasione, di fatto, della Palestina – o striscia di Gaza, se preferite – e il massacro di oltre 35 mila civili palestinesi, fra i quali oltre 12.000 bambini.

Proporzionalità delle reazioni

Domando a tutti, vi sembra una reazione proporzionata?

È come dire che per uno schiaffo ricevuto da un mio vicino, gli brucio la macchina, la casa e gli ammazzo il cane e se poi, per puro caso, lui reagisse, gli ammazzo tutta la famiglia. Ma stiamo veramente scherzando?

Eventi recenti e tensione crescente

Dulcis in fundo, qualche giorno fa i razzi israeliani hanno raso al suolo un’ambasciata iraniana provocando 7 vittime (?!?) e si sono pure permessi di minacciare l’Iran, dicendogli che se, per puro caso, si fossero messi in testa di reagire a tale azione, ne avrebbero pagate le conseguenze. Ma ci si poteva immaginare che l’Iran se ne stesse fermo, senza alcuna reazione?

Certo che no, e di fatto, nei giorni scorsi, si è vista la reazione con l’invio di centinaia di droni, missili da crociera e missili di nuova generazione ipersonici – viaggiano a circa 15 Mach di velocità, che corrispondono a oltre 15.000 km/ora – con obiettivi militari sulle alture del Golan e nel deserto del Negev, proprio per non mettere a repentaglio vite civili innocenti.

Preoccupazioni sul futuro dell’umanità

Ovviamente hanno, a parer mio molto saggiamente, avvertito il mondo intero che, per loro, questa era una reazione con la quale si ritenevano soddisfatti, ma che se Israele decidesse di rispondere, allora potrebbero aprirsi scenari di guerra totale o, per meglio identificarli, da inferno Dantesco.

In conclusione, io realmente mi domando dove l’umanità voglia andare e se non abbia veramente la pervicace intenzione di autodistruggersi, poiché, se si va avanti così, prima o poi è del tutto plausibile ed ovvio che un “incidente” potrebbe tranquillamente accadere – come quello di Nagasaki ed Hiroshima, ad esempio – e allora sì che saremo veramente finiti tutti quanti.

Spero solo di sbagliarmi.

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