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Fusione nucleare fredda, buone prospettive, ma amarezza italiana

da sinistra a destra: La copertina del "Time" che parla della scoperta, I due scienziati che hanno scoperto la fusione fredda: Fleishmann e Pons, e uno schema esemplificativo di come si produca la fusione fredda

Tabella dei contenuti

Cos’è la fusione nucleare fredda (o LENR)

Fino ad oggi, il mondo ha conosciuto l’impiego tecnico dell’energia nucleare per solo mezzo della fissione, ovvero una reazione che scindeva l’atomo, provocando grande emissione di energia, ma anche di raggi gamma e radiazioni che producevano scorie, il cui smaltimento ha costituito una questione annosa per tutti i governi.

Ma, alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, in Italia, gli scienziati Fleischmann e Pons, lavorando tra Milano e il laboratorio di Frascati (generarono immenso clamore sui giornali di tutto il mondo, la notizia fu rimbalzata ovunque con termini sensazionalistici) scoprendo come innescare la fusione nucleare, ovvero la stessa reazione che avviene nelle stelle, in cui le molecole vengono fuse, anziché scisse, senza alcuna emissione di radiazioni e, quindi di scorie, e con un guadagno energetico netto notevole. Insomma, una forma di energia prodotta in maniera pulita, innescata da reazioni nucleari a lieve energia.

Tale reazione si riesce ad ottenere a partire da ferro o minerali ferrosi, acqua pesante (deuterio o trizio al posto dell’idrogeno), e due elettrodi, rispettivamente di platino e palladio.

E dopo l’immediato clamore?

Dopo di che, il silenzio o, al limite, dichiarazioni approssimative volte a sminuire tale scoperta o i risultati che ne derivarono, fino alla quasi totale dimenticanza da parte di classe politica, media e, di conseguenza, opinione pubblica.

Dove se ne parlava ancora, è stata sminuita quasi alla stregua di una bufala, un abbaglio, con illazioni riguardanti errori di misurazione che avrebbero messo in discussione il guadagno netto di energia.

All’epoca, cominciarono a svilupparsi resistenze incomprensibili in ambito accademico, e fino ad oggi, è stato impossibile per chiunque pubblicare articoli a riguardo sulle maggiori riviste scientifiche di riferimento.

L’omertà che vige in Italia, a riguardo, fa pensare ad un ambiente scientifico capillarmente corrotto.

Politica e media italiani tacciono, da allora, quando interrogati a riguardo.

L’Italia e la “questione energetica”

L’Italia non aveva carbone, ferro durante la rivoluzione industriale, e difatti arrivò tardi nella corsa verso l’industrializzazione.

Manca, oggi, di giacimenti di idrocarburi (petrolio o gas) a sufficienza per il proprio fabbisogno interno.

Fu all’avanguardia nella ricerca dell’energia atomica (grazie ai ragazzi di via Panisperna, tra cui ricordiamo Enrico Fermi e Ettore Majorana), ma i progetti vennero realizzati da Fermi negli U.S.A. (e il risultato fu, naturalmente, la bomba atomica).


L’Italia ha poi deciso di abbandonare, nell’86, l’energia atomica a fissione con un referendum popolare.

Oggi la importiamo dalla Francia.

Insomma, la questione energetica è sempre stata la “bestia nera” del nostro Paese e avremmo una nuova occasione storica con la LENR, per la quale siamo in vantaggio nella ricerca, assieme al Giappone, nostro “compagno” d’avanguardia in materia.

Ricerca e sviluppi

In breve, questa scoperta poteva cambiare le sorti dell’Italia, schiacciata, però, da potenze europee (Francia, Germania, Regno Unito) che ci impediscono di emergere o dare sviluppo al nostro pieno potenziale, perché saremmo troppo competitivi, e la nostra classe politica e mediatica è piegata totalmente al servizio di potenze straniere.

Il Giappone ha creato un suo fondo di investimento per finanziare questa ricerca.
Russia, Cina, Israele ed India stanno stanziando fondi significativi per lo sviluppo
In realtà in Italia, all’INFN con Freancesco Celani, in Francia e negli Stati Uniti, ma soprattutto in Giappone con gli esperimenti supportati da Toyota e Mitsubishi, si è continuato a lavorare su questo fenomeno, che trova applicazione nella realizzazione del dispositivo denominato “E-Cat”.

https://www.ideegreen.it/e-cat-ultime-notizie-70542.html

Nel 2020, affariitaliani.it titolava:

“Europa, al via un progetto sull’energia pulita e sicura con la fusione fredda

I partecipanti sono 10 paesi: Italia con il Politecnico di Torino, INFN, Frascati, Università di Siena e un’Azienda privata FUTUREON; Belgio, Germania, Francia, Svezia, Slovenia, Slovacchia, Stati Uniti , Canada e Polonia con l’Università di Stettino, che fa da coordinatore del gruppo […]”.

https://www.affaritaliani.it/green/europa-al-via-un-progetto-sull-energia-pulita-sicura-con-la-fusione-fredda-712504.html?refresh_ce

Tranquilli, come al solito ci pensano loro!

Oggi, il Congresso statunitense richiede un nuovo rapporto sulla crescente ricerca e sviluppo di questa tecnologia nel suo atto programmatico di difesa nazionale.

La Commissione “Forze Armate” americana afferma: “scoperta dirompente!” e nei suoi rapporti scrive: “La commissione è al corrente di recenti sviluppi positivi nello sviluppo di reazioni nucleari a lieve energia, che producono energia rinnovabile ultra pulita a basso costo, che ha forti implicazioni per la sicurezza nazionale”!

Anche la DIA pare risvegliarsi improvvisamente da un sonno profondo e dichiara: “Se la LENR funziona, sarà una tecnologia dirompente che potrebbe rivoluzionare la produzione e conservazione dell’energia” e si preoccupa dei suoi possibili risvolti militari ma, soprattutto, del suo basso costo, facendone una questione, anch’essa, di sicurezza nazionale.

Essa può, infatti, essere realizzata in piccola e media scala, o in serie per la produzione massiva. Costa poche centinaia di euro realizzare un impianto domestico casalingo, che è non solo possibile, ma di semplice realizzazione. Gli apparati generatori non necessitano di schermature, e tanto l’impianto che la produzione hanno un costo bassissimo (sviluppa energia piezonucleare), ed è attivabile con un semplice interruttore, senza emissioni. È davvero energia pulita della quale possiamo fidarci.

Gli americani la tirano fuori oggi, “cadendo dal pero” perché siamo in guerra, e i costi di produzione dell’energia necessitano di essere abbattuti.
Dichiarano che per la distribuzione su larga scala saranno necessari 10 anni per la realizzazione.

Il chiaro obbiettivo è impedire che altri paesi vi arrivino per primi, ma, contemporaneamente, ritardarne lo sviluppo, e la tengono lì, come ultima carta.

Ad ogni modo, si prospetta un ricarico di costi importante nel caso in cui venisse sviluppata dagli U.S.A., ricarico che, se provvedessimo alla sua realizzazione in autonomia e in scala ridotta, non avremo.

Costantemente derubati

In pratica, ancora una volta, siamo stati scippati, come popolo, del frutto del nostro ingegno, in cambio della completa sottomissione, come sempre, da 80 anni a questa parte, al “padre padrone” d’oltreoceano.

Fonti:
https://www.famigliacristiana.it/articolo/ecco-perche-la-fusione-fredda-cambiera-il-mondo.aspx

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