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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Non c’è via d’uscita

Bandiera U.S.A.

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Le recenti vicende politiche Francesi, con la vittoria di stretta misura di Macron, mi hanno fatto capire come, ormai, non ci sia più via d’uscita alla situazione attuale, dell’Europa in generale e nostra in particolare.

Per comprendere a pieno il perché ci siamo ritrovati in una realtà distopica e completamente falsata rispetto alla logica che gli stessi fatti richiederebbero, bisogna fare un passo indietro e ritornare a quel lontano 1945, quando, dopo 6 lunghissimi anni di guerra mondiale e di distruzione a carico della nostra tanto amata Europa, gli Americani, aiutati dalla tanto odiata Armata Rossa di Stalin, hanno definitivamente messo la parola fine ai disegni espansionistici di Hitler.

Di fronte alla devastazione più totale della maggior parte delle città europee – moltissime delle quali distrutte ad opera degli stessi eserciti americano e russo, basti ricordare Dusseldorf e i bombardamenti a tappeto eseguiti sulle maggiori città tedesche e non solo – il segretario di stato americano George Marshall diede vita al piano di aiuti straordinari che porta, appunto, il suo stesso nome, l’ormai famoso “Piano Marshall”, che contemplava dei sostanziosi aiuti economici per la ricostruzione dell’Europa, oltre ad un affiancamento da parte di uno stuolo di tecnici, che ci avrebbero guidato nell’ardua impresa di ricostruire tutto ciò che era andato perso nella guerra.

Il totale di tali aiuti, tanto per dare una dimensione attuale dell’impegno finanziario degli Stati Uniti in questa impresa, fu di poco superiore ai 14 miliardi di dollari nel periodo dal 1946 al 1951, equivalenti, al cambio attuale, a poco meno di 1.000 miliardi di Euro di oggi.

Da tenere presente che il PIL americano era, in quegli anni, all’incirca intorno ai 1.000 miliardi di dollari, per cui l’impegno non è che fosse stato così oneroso, per il popolo americano, visto e considerato che, fra parentesi, i soldi erano letteralmente “creati” dal nulla dalla “Fed” Americana (come, del resto, veniva fatto da tutte le banche centrali Europee).

Ma è quello che hanno ottenuto gli Americani in cambio che ha spostato gli equilibri del vecchio continente, allora e nei decenni seguenti, fino ad oggi, in quanto, e del tutto, ovviamente, gli Usa hanno approfittato della situazione – nascondendo il tutto dietro una patina da “buon samaritani” molto fasulla – e legando indissolubilmente l’intero continente ai loro futuri voleri.

Per fare un piccolo esempio, la Coca Cola, bevanda più bevuta del mondo, con la scusa di posizionare i distributori automatici di bevande nelle aziende di tutti i paesi, si fece fornire tutte le mappe strutturali delle aziende, di modo da poter operare al meglio. Questa era la spiegazione ufficiale, mentre, nella realtà, ebbe la possibilità di “mappare” per intero l’intera industria Italiana ed Europea, cosa che, in sostanza, le dava un vantaggio strategico non indifferente, sia dal punto di vista economico che militare.

Oltre a questo aspetto dell’aiuto americano, bisogna considerare che, a fronte dello “spauracchio” russo e del comunismo crescente (a causa delle loro scelte scellerate durante la guerra), hanno creato quell’organismo che si chiama NATO, che non è altro che un’alleanza anti Sovietica, formata dalle principali nazioni Europee, le quali si opponevano all’organizzazione simile in campo avverso, denominata “patto di Varsavia”, che riuniva tutti i paesi che stavano “oltre Cortina” e direttamente sotto la protezione dell’Unione Sovietica di Stalin.

Il patto Atlantico prevedeva, e prevede tutt’oggi, la creazione di basi militari in ogni paese che aderisce allo stesso patto con, ovviamente, delle compensazioni di tipo economico da parte dell’amministrazione Americana, per cui, di conseguenza, “il guinzaglio” viene sempre e comunque tenuto strettamente in mano dagli USA.

La questione è molto complessa ed, ovviamente, cerco qui di dare un quadro “semplicistico” di tutto ciò che è avvenuto e che ha scatenato la situazione attuale, ma va tenuto presente che, come sempre succede in casi simili, gli Americani non hanno perso tempo a “guidare” tutte le elezioni politiche locali dal dopoguerra ad oggi, non nel senso che più verrebbe da pensare, con brogli o cose simili, ma piuttosto con l’appoggio finanziario di quelle entità politiche che venivano ritenute strutturali ai loro desiderata.

Come, del resto, è stato fatto dal campo avverso in Italia, con l’appoggio al partito comunista Italiano da parte dell’Unione Sovietica fin dagli anni 50 in poi, al fine di contrastare l’arrogante dominanza Statunitense sul vecchio continente.

E la situazione attuale è figlia di tutto questo, in quanto, come si può notare in modo estremamente chiaro, quella macchietta di Zelensky altro non è che un attorucolo al soldo dello Zio Sam, finanziato pesantemente dalle banche Americane che lo hanno scelto come punta di diamante per i loro sporchi disegni espansionistici e, sostanzialmente, per continuare nel loro pensiero “imperialista” che prevede, fra le altre cose, la distruzione totale del potenziale militare Russo e il suo, di fatto, assoggettamento ai loro comandi, e non solo per soddisfare dei meri interessi, appunto, imperialisti, quanto per opporsi al reale pericolo della crescita esponenziale del mondo Cinese e Indiano.

In pratica, nelle loro menti, la famosa guerra fredda che ha tenuto l’intero mondo con il fiato sospeso per oltre 30 anni, si dovrebbe spostare dall’asse Usa/Russia alla direttrice Usa/Cina, innescando, di fatto quello che sicuramente sarà lo scontro futuro per i prossimi decenni.

Tanto è vero che, dall’altra parte, il contendente Cinese sta, ormai da molto tempo, tentando di spostare e modificare il “dogma” economico mondiale da una concezione dollaro-centrica ad un sistema Yuan-centrico, proprio per eliminare definitivamente l’egemonia Americana sui mercati finanziari mondiali.

E in tutto questo la nostra cara, vecchia e stupida Europa, sta letteralmente a guardare, senza il benché minimo disegno lungimirante per opporsi a tutto ciò, nè agli americani, nè ai cinesi.

Ecco perché ho titolato queste poche righe con la frase “non c’è via d’uscita”, poiché da parte americana abbiamo il sostanziale ricatto economico del tipo “vi abbiamo pagati per 70 anni, ora fate come diciamo noi” e dall’altra parte c’è un colosso finanziario e militare come la Cina che sta cercando di esautorare il potere americano, per potersi poi sostituire a loro.

Ed il bello è che tutto ciò lo fa con il nostro compiacente avvallo, poiché è ormai da diversi anni che sia l’Italia che il resto d’Europa hanno iniziato ad investire nel mercato asiatico in crescita, addirittura delocalizzando le proprie ditte – alle volte strategiche – proprio sul territorio cinese, senza dimenticarsi degli interi settori economici Italiani svenduti al buon Xi Jinping.

Purtroppo, in tutto questo teatrino, pare che gli “attori” e i comprimari si siano dimenticati del fatto che di mezzo a tutto ciò c’è un signore che si chiama Putin, capo della Russia, che malauguratamente è pure possessore di circa 6.000 testate nucleari, e che non è assolutamente detto che non sia tentato dall’usarle.

Per poter vedere una soluzione a tutto questo gran caos – creato, di fatto, per l’ingordigia americana, checché ne dicano i nostri “soloni” – l’unica alternativa è che il potere centrale Europeo si imponga a questi disegni egemonici Americani e si sfili, una volta per tutte, da sotto le grinfie di questi assoluti arroganti e, perdonatemi, rompicoglioni.

Ma per tornare al titolo dell’articolo, questa è una mera illusione, poiché, ad oggi, non si intravede nemmeno lontanamente un qualsiasi statista o politico, che dir si voglia, in grado di “rompere” una volta per tutte questo abbraccio mortale che abbiamo con gli Americani da ormai 70 anni a questa parte.

E quindi non ci resta altro da fare che sperare nella divina sorte e pregare fortemente che la situazione non degeneri oltre il famoso “punto di non ritorno”.

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