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Femminicidi, omicidi e non solo

Incisione di un investigatore che osserva il corpo di una donna, riverso a terra

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Il caso Impagnatiello

Con l’efferato omicidio di Giulia Tramontano di Senago da parte del suo compagno, Angelo Impagnatiello, ho deciso di tornare sull’argomento, già trattato fra queste pagine alcuni mesi or sono, per cercare di lanciare un grido di attenzione che, spero, sia raccolto finalmente dalla maggioranza della popolazione (anche se sono convinto che mai, in Italia, sede del Vaticano, si riuscirà ad arrivare a determinate soluzioni per diminuire drasticamente questi eventi).

Riepilogando rapidamente la situazione, questo personaggio che, a parer mio, avrebbe la possibilità di espiare parzialmente il suo crimine solo con la morte, poco più che trentenne, con un lavoro stabile in un lussuoso bar di Milano – quindi, ritengo, senza nemmeno problemi di soldi a eventuale e parziale giustificazione del suo operato – invece di essere soddisfatto della sua esistenza, che non a tutti tocca di avere una compagna bella di aspetto e, ritengo, anche innamorata, in quanto gli stava per dare un figlio – Giulia era incinta di 7 mesi – stava mantenendo anche una seconda relazione con un’americana, all’oscuro, ovviamente, della sua doppia vita sentimentale.

Non solo, aveva messo incinta pure questa seconda ragazza che, però, al contrario di Giulia Tramontano aveva deciso di abortire e, non contento, aveva avuto pure un figlio di 6 anni da una precedente relazione con un’altra ragazza, con la quale, pare, avesse mantenuto buoni rapporti.

Già solo questo quadro di insieme ci fa comprendere quale immensa voragine mentale regnasse dentro alla testa di questo ragazzo, completamente devastato, con molta probabilità, sia dalla sua naturale indole che dalla situazione che lo vedeva giovane rampante, con i soldi, un buon lavoro e conteso da belle ragazze.

Il sintomo di un sostanziale svuotamento di valori

Lungi da me dal voler tracciare dei profili psicologici solo leggendo le cronache disponibili in rete piuttosto che sui giornali, o attraverso qualche talk show della sera, ma la descrizione dei fatti, come sono realmente andati, e la dimostrata freddezza glaciale di questo povero essere che ha la disgrazia di chiamarsi “umano”, mentre dovrebbe potersi fregiare solo dell’aggettivo “animale”, ci stanno a dire che siamo di fronte all’ennesimo prodotto di questa società distorta, sempre più basata sull’apparire piuttosto che sull’essere, e sempre più profondamente svuotata di qualsiasi valore umano più alto che prendere uno spritz con gli amici al sabato sera al bar, vantandosi delle ultime conquiste o pontificando sul nulla cosmico che permea la mente della maggior parte di questa disgraziata gioventù.

Il rischio delle attenuanti nel nostro sistema giudiziario

Per quanto conosco io della composizione giuridica del nostro Paese, sono parimenti convinto che dopo diversi anni – ce ne vorranno almeno 3 o 4, prima di esaurire tutti i gradi di giudizio – come massima condanna potremo sperare in una condanna all’ergastolo, che prevede, pur tuttavia, degli sconti di pena e delle premialità che potrebbero permettere al soggetto di finire la propria pena dopo 26 anni e passare 45 giorni all’anno fuori dall’istituto carcerario insieme alla famiglia per i 26 anni precedenti.

In pratica, su 26 anni potrebbe passarne 3 e mezzo fuori sotto forma di premi e, dopo tale periodo, ottenere la semilibertà vigilata, arrivando pure a finire la propria condanna in tale modo, riuscendo, magari, a convincere i giudici di sorveglianza della sua buona condotta o, magari, cavalcando le smanie politiche del momento.

https://avvocato360.it/news/ergastolo-cose-e-quanto-dura-effettivamente

Il massacro del Circeo

Dimenticandoci per un momento di questo efferato delitto, vorrei prenderne in esame un altro molto famoso o, per meglio dire, famigerato del lontano passato, e mi riferisco al “massacro del Circeo” perpetrato da Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira a carico di due giovanissime Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, che furono stuprate e massacrate di botte per oltre 35 ore nella villa del Ghira, appunto nel Circeo, e poi abbandonate nel baule dell’auto di quest’ultimo, fino a quando un metronotte, passando di lì e sentendo dei lamenti della Colasanti che non era morta, scopri i due corpi e, dando l’allarme, riuscì poi a far arrestare il Guido e Izzo mentre il Ghira riuscì a rendersi latitante, per poi, dopo diverse vicissitudini, morire molto più tardi, a Melilla, di overdose.

Senza voler rivangare l’intera vicenda, sulla quale sono stati gettati litri e litri di inchiosto in questi ultimi 40 anni, vorrei solo segnalare il fatto saliente della questione che più mi preme, e cioè che Izzo, nel 2005, dopo essere stato rimesso in libertà vigilata grazie ai meccanismi del nostro ordinamento giudiziario, fu in grado, il 28 aprile del 2005, di uccidere nuovamente Maria Carmela e Valentina Maiorano, rispettivamente moglie e figlia di Giovanni Maiorano, esponente della Sacra Corona Unita ed ex pentito di mafia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Izzo

Due Paesi a confronto

Prima di arrivare alle conclusioni di questa dissertazione, vorrei ricordare che, ogni anno, in Italia avvengono all’incirca una sessantina di femminicidi e più o meno dai 300 ai 350 omicidi complessivi, che sono una cifra assolutamente non accettabile in nessuna democrazia compiuta che si voglia definire tale.

Riproponendo il paragone con gli Emirati Arabi Uniti, dove ho avuto la fortuna di abitare negli ultimi 3 anni, posso tranquillamente affermare che in tale paese gli stupri sono pressoché inesistenti, per non parlare degli omicidi, che si possono contare sulla punta delle dita di una mano, tanto è vero che il tasso omicidario è pari allo 0,66%, che si adatta perfettamente a quella che è la situazione rilevata da diversi studi sulla percezione della sicurezza che chiunque ha in quel Paese.

https://it.numbeo.com/criminalit%C3%A0/nazione/Emirati-Arabi-Uniti

Ma non solo perché esiste la pena di morte – anche se negli ultimi anni ci sono state solo 8 condanne e una sola esecuzione – ma perché con un sistema giuridico perfettibile, sicuramente, ma molto “duro e giusto” si ottiene una risposta da parte della cittadinanza – di qualsiasi etnia essa sia – estremamente favorevole alla pacifica convivenza.

Cunclusioni

Per cui si può assolutamente vedere che la pena di morte non è tanto un sistema con il quale punire chi si macchia di delitti più o meno efferati, ma sicuramente ha una fortissima azione deterrente sulla mente di chiunque, e i risultati sono assolutamente invidiabili e inattaccabili sotto qualsiasi profilo.

Anche perché la domanda che rivolgo a tutti quanti è la seguente: Se noi applicassimo in Italia le stesse leggi che vigono in un Paese come gli Emirati Arabi Uniti e, nell’arco di un decennio – è ovvio che i risultati non si potrebbero vedere all’istante, ma ci vorrebbe un lasso di tempo relativamente lungo perché il nuovo sistema possa avere degli effetti significativi – sia i femminicidi che gli omicidi si riducessero a pochi casi isolati, non sareste favorevoli all’introduzione di simili leggi?

Come sempre, bisognerebbe mettere sul piatto della bilancia i risultati di un sistema con quelli dell’altro e vedere che, da una parte, avendo anche troppo rispetto dei famosi “diritti umani” si hanno oltre 300 omicidi all’anno e, dall’altra, con una o due condanne a morte all’anno si ottiene il risultato di, praticamente, azzerare gli omicidi in tale Paese.

A mio modesto avviso, fin quando non riusciremo a capire che la libertà è una bellissima cosa, ma che per ogni azione che ognuno di noi fa ci deve essere anche il giusto “costo”, non potremo mai uscire da questo circolo vizioso nel quale siamo caduti, ormai, da diversi anni.

Perché, in sostanza, una persona come Impagnatiello, che ha freddato con 36 coltellate la propria compagna, incinta di suo figlio, solo per poter essere libero di stare con la sua amante, non ci sono detenzioni che lo possano reintegrare nella società.

É solo un peso che la nostra società non può più permettersi di tollerare, come i vari Izzo o, tanto per non dimenticare, i vari Omar ed Erica.

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