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È ora di dire basta ai femminicidi

una manifestazione contro la violenza sulle donne

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Colgo lo spunto delle notizie di questi ultimi giorni a proposito del triplice femminicidio perpetrato da un delinquente di Roma a danno di 3 prostitute straniere, che hanno avuto la sola colpa di imbattersi in un vero e proprio animale.

Premetto immediatamente, a scanso di equivoci, che personalmente sarei per il ripristino immediato della pena di morte per delle simili bestie, che si arrogano il diritto di sopprimere altri esseri umani, ma purtroppo, qui in Italia, fino a quando ci sarà la sede della religione Cristiana, rappresentata dal Papa e dal Vaticano, una ipotesi simile non potrà mai trovare applicazione.

Chiarito questo punto, bisogna analizzare quanto costa alla comunità il lassismo eccessivo, imperante nel nostro paese, e che prevede delle pene assolutamente inadeguate per questo orribile crimine.

Come riportano tutti i giornali quotidiani, ad oggi siamo già arrivati a quota 104 femminicidi nel nostro paese e, con molta probabilità, chiuderemo l’anno – grazie, sopratutto, alle feste di fine anno, periodo nel quale, normalmente, si assiste ad una impennata del numero di questi crimini – avremo l’amara sorpresa di arrivare a quota 120 e oltre.

https://www.globalist.it/news/2019/09/11/il-numero-di-femminicidi-in-italia-e-in-europa-negli-ultimi-10-anni/

Come si evince da questo report sui femminicidi degli ultimi 10 anni, una piccolissima nota positiva l’abbiamo, in quanto si può vedere che siamo passati dai 181 del 2013 ai 104(120?) di oggi, con un sensibile calo degli avvenimenti, ma comunque sempre troppi per una nazione che si voglia chiamare civile.

A mio personale avviso, uno dei punti più sfavorevoli di questo immenso problema, come del resto per la maggior parte dei delitti commessi in questo Bel Paese, è rappresentato dall’indeterminatezza della pena e dalla sua assoluta inadeguatezza.

https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1105020.pdf

Come si può vedere da questi due link, nel primo dei quali vengono riportate le “possibili” condanne per i vari reati commessi nei confronti delle donne e nel secondo si menzionano le caratteristiche relative agli “sconti” di pena che si possono ottenere in un processo, saltano agli occhi immediatamente alcuni particolari che, personalmente, mi lasciano molto perplesso.

Se andiamo a vedere la pena per il reato di “deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti del viso”, essa prevede la reclusione dagli 8 ai 12 anni, mentre per quanto riguarda la pena prevista per omicidio – preterintenzionale, volontario o premeditato, che corrispondono al 1°, 2° e 3° grado nella giurisprudenza americana – il codice prevede dai 21 ai 30 anni (ergastolo), ma raramente si arriva all’irrogazione di simili pene, e la media in Italia è intorno ai 12 anni.

Se a tutto questo aggiungiamo che, sciaguratamente, è stata creata e studiata una norma, che ha un nome che è già tutto un programma, ovvero il “patteggiamento”, e grazie al quale si possono ottenere degli sconti di pena di un terzo, per cui se per ipotesi una persona getta in faccia alla sua fidanzata o moglie o ex un recipiente contenente varechina o un acido simile, ustionandola permanentemente, con possibili danni gravissimi agli organi facciali, patteggiando e, magari, con un buon avvocato, riesce a prendersi 8 anni, scontati di un terzo, che diventano così poco meno di 6, e con le varie altre possibilità – buona condotta ecc. – va a finire che dopo, al massimo, 3 o 4 anni, se ne esce di galera, mentre lascia la vittima con la vita rovinata per sempre.

Ma tralasciando, per il momento, delitti di questo genere, anche se orribili e, per me, da trattarsi egualmente agli omicidi, vorrei sottolineare che la deterrenza necessaria per arginare questo ignobile fenomeno, oltre, certamente, a tutto un processo di modifica della cultura di base della popolazione – ma per far questo ci vogliono decenni – l’unica soluzione, a mio avviso, è l’ergastolo a vita (e non i 30 anni che si intendono in Italia).

In pratica, tu uccidi la tua ex perché ti ha lasciato e vuole rifarsi una vita con un nuovo uomo? Benissimo, te ne vai in galera fino a quando ne uscirai solo con i piedi in avanti, almeno avrai modo di meditare sull’errore che hai commesso.

Credetemi, oltre ad una diffusa cultura di “superiorità” dell’uomo sulla donna, che fornisce a questi violenti la giustificazione quasi divina che “loro lo possono fare”, esiste anche una netta percezione di poterla fare franca o, al massimo, di stare pochi anni al fresco come massima punizione.

Provate a vedere se al prossimo delinquente, che ammazza la moglie o la fidanzata, dopo un processo per direttissima gli si aprono le porte della galera, dove resterà fino a quando avrà fiato in gola, e vedrete che una buona parte di femminicidi, come per incanto, spariranno del tutto.

Forse ci vorrà qualche anno di “rodaggio”, ma state tranquilli che, nell’arco di poco tempo, il numero diminuirebbe drasticamente, e se tale regola la si applicasse anche ai “normali” omicidi si otterrebbero gli stessi risultati.

Un risultato certo lo si avrebbe, in quanto si eliminerebbero dalla società delle persone talmente labili di cervello, o troppo facilmente preda di pulsioni violente, in modo che si elimini alla radice il rischio di un ripetersi dell’evento.

E che nessuno venga a raccontarmi la novella, buona solo per i creduloni, che il carcere deve servire anche come reinserimento nella società di una persona che ha sbagliato.

Perché, voi veramente credete che una persona che è convinta di avere il diritto di togliere la vita alla sua ex moglie o fidanzata perché lo ha lasciato, dopo 4 o 5 anni di galera potrà aver cambiato idea verso le donne e si sia ravveduto?

Poveri illusi!!

Queste persone sono, non “malate”, come i tanti buonisti in circolazione continuano a dire, ma semplicemente sono persone “sbagliate”, che, sempre a parer mio, non hanno diritto di stare in mezzo ad un consesso civile e sociale.

Ed in conclusione, con le carceri che abbiamo oggi in Italia, sperare di poter recuperare delle persone simili è semplice utopia.

Con moltissima probabilità, avendo dei meccanismi logici e mentali del tutto errati e inadatti alla tranquilla coesistenza con altri esseri umani, quando dovessero uscire dalla galera sarebbero oltremodo pieni di acredine e di voglia di vendetta latente che, certamente, esploderebbe, in un vicino o lontano futuro.

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