Allarmanti i dati del rapporto UNICEF sui matrimoni precoci.
In base all’analisi realizzata pare che siano 640 milioni le fanciulle date in sposa durante l’infanzia, vale a dire 12 milioni di giovinette all’anno. Rispetto a cinque anni fa, il resoconto UNICEF riporta un lieve decremento, dal 21% al 19% di bambine date in moglie.
Purtroppo, però, si è ancora lontani dalla diminuzione complessiva, che dovrebbe essere 20 volte più veloce per realizzare l’obiettivo primario, ovvero, estirpare definitivamente, entro il 2030, il vero e proprio crimine contro l’infanzia e i suoi diritti, ossia, quello dei matrimoni infantili.
Motivi del matrimonio precoce e coatto
Giovani donne sono costrette a contrarre matrimonio senza il loro consenso, una procedura che si configura come reato, giacché si tratta di matrimonio coatto, ovvero, quella tipologia di unione in cui una o entrambe le parti coinvolte non sono consenzienti.
Il matrimonio forzato è una vera e propria piaga sociale, una tra le peggiori forme di sopruso esercitata sulle donne, le quali, ancora bambine, si ritrovano già spose.
Le persone implicate subiscono pressioni di ogni sorta; infatti, i soggetti interessati ricorrono alla violenza, sia in termini fisici che psicologici, alle intimidazioni, giocano la carta della povertà in cui versano le famiglie delle sventurate creature.
In altre parole, pongono in essere una serie di comportamenti spregevoli affinché i soggetti coinvolti contraggano matrimonio.
Dare in sposa una bambina, violando una serie di diritti fondamentali dell’essere umano, come quello di essere persone libere di scegliere, potrebbe rientrare nel background culturale e religioso di un popolo?
Bisogna dire che il triste fenomeno di fare unire con la forza due persone è una pratica consolidata negli usi e costumi di alcuni Paesi, quindi non facile da impedire o sradicare.
In alcune comunità sociali, il matrimonio coatto è addirittura una forma di punizione e limitazione di quello che, secondo la mentalità maschilista, è considerato un surplus di libertà non dovuto alla donna.
Questa tipologia di matrimonio è una pratica assai diffusa anche in Europa, sono milioni le donne che sono costrette a sposarsi al di sotto dei 15 anni, e il periodo di pandemia da Covid-19 ha aggravato ulteriormente la situazione.
Il comma 2 dell’articolo 16 della Dichiarazione Universale dei diritti umani recita: “Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi”.
È evidente che il libero e pieno consenso delle persone interessate viene invece a mancare nel caso di matrimonio coatto.
La situazione in Italia, leggi e tutela
L’entrata in vigore della legge n. 69/2019, il cosiddetto Codice Rosso, ha introdotto uno specifico reato con il fine di contrastare, in particolare, il fenomeno dei matrimoni precoci e delle spose bambine.
Il nuovo reato prevede pene più severe nel caso in cui le vittime siano dei minori, all’interno di un sistema di norme penali volte a tutelare le persone colpite da violenza domestica e di genere.
Infatti, con l’entrata in vigore del Codice Rosso è stato introdotto nel codice penale l’articolo 558 bis, che punisce con la reclusione da uno a cinque anni chiunque, con violenza o minaccia, costringe una persona a contrarre matrimonio o unione civile.
La pena è aumentata se i fatti sono commessi in danno di un minore di anni diciotto. La pena è da due a sette anni di reclusione se il minore ha quattordici anni.
La norma si applica anche quando il fatto è commesso all’estero da cittadino italiano o da straniero residente in Italia, ossia in danno di cittadino italiano o straniero residente in Italia.
Il triste fenomeno delle spose bambine va contrastato, ma se le istituzioni non fanno muro comune, affrontando tutta una serie di criticità, legate principalmente allo sviluppo di concreti progetti di integrazione e inclusione delle persone immigrate e, in generale, dei soggetti più vulnerabili, alla realizzazione di efficaci programmi di sostegno e tutela dei minori che denunciano situazioni di violenza in ambito familiare.
In mancanza di una presa di posizione decisa e univoca, da parte delle autorità competenti, nei confronti di questo crimine che viola l’infanzia e l’adolescenza, il numero di matrimoni forzati sarà inevitabilmente destinato a crescere.
Bibliografia:
Legge n. 69 del 19 luglio 2919
Art. 558 bis cod. penale
Comma 2, articolo 16 della Dichiarazione Universale dei diritti umani
Sitografia:
https://www.unicef.ch/it/attualita/notizie/2023-05-05/dodici-milioni-di-matrimoni-infantili-all-anno