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La spettacolarizzazione usata come regola

Mirta Merlino conduce la sua trasmissione

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Di quelle che potrebbero essere le conseguenze che si ritorceranno contro di noi, ne ho già parlato in alcuni articoli precedenti come, del resto, di quello che veramente sta succedendo nella regione Russo-Ucraina, anche se, devo dire, ci sarebbe da parlarne molto più approfonditamente, per giorni.

Ma oggi vorrei collegarmi ad alcuni interventi che ho avuto modo di vedere in rete, di persone che, per fortuna, hanno una visione della realtà dei fatti più seria e basata su solide valutazioni storiche e politiche della situazione in genere.

Sto parlando di un intervento del mio amico, professor Franco Cardini, alla trasmissione di Myrta Merlino, nel quale sintetizza, in poco più di 4 minuti, l’esatta essenza di quanto sta andando in onda sui nostri mass media quotidianamente, ovviamente nello sgomento diffuso che le sue parole hanno gettato nello studio.

Come chiunque può vedere nel link successivo, Cardini puntualizza molto vividamente che i bambini stretti ad un peluche e le vecchiette che attraversano la strada per andare a fare la spesa non ci sono solo a Kiev, ma ci sono state in tutte le guerre che si sono succedute negli ultimi 30 anni.

La differenza con l’attuale conflitto e, ad esempio, quello del ‘94, quando il comando della Nato, sotto il controllo di Bush e con noi come partecipanti, ha iniziato a bombardare la Bosnia e l’intera ex Jugoslavia al grido di “abbattiamo l’orco Milosevich”, dimenticandoci che, pure in quel contesto, di bambini e di vecchiette ne sono state uccise un numero mai accertato con precisione.

Oppure, quando i nostri media ci facevano vedere le luci sfolgoranti delle traccianti, sullo sfondo di Baghdad nel 2003, che ci facevano pensare ad uno sfavillante gioco di ruolo da eseguire al PC di casa, comodamente seduti in poltrona, mentre nella realtà, al di sotto delle infinite bombe e razzi lanciati, morivano le identiche vecchine e i soliti bambini che oggi, solertemente, continuano a ricordarci ad ogni TG.

Potete immaginarvi la reazione della indefinibile Merlino che, con la classica scusa della pubblicità, ha cercato insistentemente di levare la parola al professore, reo di uscire dal “seminato” del pensiero unico, fino a quando, ovviamente, ci è riuscita, troncando letteralmente le parole sulle labbra del docente fiorentino.

Una cosa vergognosa, alla quale siamo ormai tristemente abituati.

https://www.la7.it/laria-che-tira/video/la-stoccata-dello-storico-franco-cardini-facciamoci-un-esame-di-coscienza-mi-sento-a-disagio-quando-02-03-2022-426379?fbclid=IwAR2uj6xKHP6k9H8KgL-yOM54NbVErFkj1ixn-STCfvViLtj_2mxPoAQy_Zs

L’altro intervento, raccolto in uno splendido video trasmesso da Fabio Duranti sulla sua Radio Radio, è quello del giornalista e scrittore Antonio Amorosi, che cerca di dare una visione di quanto sta succedendo nel nord-est Europeo leggermente diversa da quella che i nostri media continuano a volerci rifilare, incuranti del fatto che, oramai, stanno letteralmente distruggendo una delle professioni più vecchie del mondo, che dovrebbe essere invece quasi una missione, e cioè il giornalismo e la necessità di comunicare ai cittadini ciò che sta accadendo nel mondo con la maggior obiettività possibile.

Nel suo articolato intervento, Amorosi ci sottopone quella che è la realtà raccontata dai media giapponesi e, in pratica, da un mondo, quello del sud-est asiatico, più attento alla ricerca delle motivazioni reali di ogni evento ed ai contesti socio culturali nei quali si sviluppano, piuttosto che alla spettacolarizzazione fine a sé stessa e utilizzata a piene mani, al contrario, dai nostri organi di stampa quasi sempre solo per fini scopi propagandistici.

Ascoltando le sue lucide valutazioni circa quello che sta avvenendo nel nostro paese sotto il profilo dell’informazione, non posso fare altro che concordare pienamente con il suo pensiero, in quanto il sentimento che mi suscitano le varie trasmissioni di approfondimento alle quali siamo costretti ad assistere ogni santo giorno, con le “arrampicate sui muri” dei vari “giornalai” che si susseguono sul teleschermo, è sempre più simile ad una nausea diffusa ed a un fastidio quasi fisico.

Vedere le giravolte iperboliche di una Gentili che scimmiotta la intellettuale impegnata nella ricerca della verità o, viceversa un ormai inguardabile Nicola Porro che, pur di mantenersi la poltroncina e il suo spazio di “visibilità” settimanale, si adegua al pensiero unico e fa passare qualsiasi cosa i suoi capi gli dicano di dire, sono cose che, fondamentalmente, minano la credibilità del nostro paese e contribuiscono, in modo assai deleterio, a renderci ridicoli di fronte all’intera opinione pubblica mondiale.

Ormai la spettacolarizzazione delle notizie, fatta solo ed esclusivamente per sostenere ora l’una ora l’altra fazione, a seconda del tornaconto politico del momento, è diventata dogma imprescindibile, e chiunque si discosti da questa linea viene emarginato e tacciato ora di “negazionismo”, ora di “guerrafondaio”, se non addirittura di “nazista“.

Ed è lo stesso sistema che si è voluto utilizzare, durante questi ultimi due anni, durante la gestione della pande-minchia, andata in onda a reti unificate – comprese quelle che si definiscono “libere” – proprio per portare acqua al proprio mulino, senza, per altro, voler capire realmente quali che fossero le reali ragioni del dissenso in una determinata frazione della popolazione.

L’unico scopo di chi ha messo in onda questo sistema “propagandistico” è stato ed è, tutt’ora, solo ed esclusivamente di tipo sistemico, e utile unicamente ai propri scopi: dividere la popolazione fra “buoni e cattivi”, scatenando, così, una guerra fra poveri che nulla di buono può mai portare.

Ma quello che più conta e che è pericoloso, non tanto la spettacolarizzazione in sé stessa, che già tanto male fa, quanto il fatto che tale azione si riflette anche nelle azioni dei nostri pseudo politici, che sono figli della stessa identica cultura – leggi il bibitaro Di Maio – e che, purtroppo, hanno di fatto le leve del comando in mano e che, quindi, possono veramente creare dei danni irreparabili a tutti quanti noi.

Infatti, solo per citare un piccolo particolare che potrebbe avere delle conseguenze devastanti, basti pensare alla leggerezza con la quale l’intero parlamento – ed in questo caso, mi dispiace dirlo, ma non ci sono stati praticamente distinguo alcuni, in quanto tutti hanno votato compattamente – ha sottoscritto la risoluzione dello zar del Draghistan, super Mario, con la quale, oltre a condannare senza se e senza ma l’operato del cattivo Putin, si valuta l’invio di truppe militari al confine con l’Ucraina, senza minimamente considerare quelle che potrebbero essere le conseguenze disastrose che ciò comporterebbe.

Infatti, il ministro degli esteri russo Lavrov ha, a più riprese, ricordato all’intera opinione pubblica mondiale che coloro i quali parteciperanno “attivamente” con l’invio di armi e soldati al conflitto russo-Ucraino, saranno ricordati e potranno anche pagare caramente la loro dabbenaggine.

E anche se ci sono delle norme e leggi Europee che impediscono, di fatto, l’utilizzo di armi e militari in conflitti in atto senza dei passaggi legislativi fatti dal parlamento Europeo, è del tutto evidente che la presenza di armi e militari al confine dell’Ucraina per i motivi che è facile immaginare, potrebbero creare quel “casus belli” necessario a chi, magari, ha qualche interesse a che il conflitto si allarghi e coinvolga l’intera comunità Europea.

Le cose che bisogna ricordare, fondamentalmente, in tutto ciò che sta succedendo, e al di là delle ragioni per le quali tutto è iniziato, scordandoci per un momento chi ha ragione o chi ha torto, sono che certamente il famoso “coltello dalla parte del manico” ce lo hanno i Russi e che, unitamente a ciò, le parole date da un ministro come Lavrov e da un capo di stato come Putin, sono da ascoltare attentamente e prendere seriamente in considerazione.

Non di certo come le quaquaraquate espresse da uno qualsiasi dei nostri ministri fantoccio, che amano così tanto farsi vedere in televisione per il solo gusto di riguardarsi la sera insieme ai propri amici e familiari.

E, nonostante una moltitudine di squallidi personaggi, pseudo giornalisti, continui a riempirsi la bocca di frasi tipo”ormai la guerra lampo” o peggio ancora “la blitzkrieg tanto cara a Putin ormai è fallita”, dimenticandosi che la guerra, ad oggi, è al suo 8° giorno e che l’identica “blitzKrieg” di Hitler, nel 39, è durata circa 8 mesi dal suo inizio, da quando entrò a Parigi, ci sta a dire quanto sia basso il livello di cultura che pervade le menti dei nostri “lettori di giornali”.

Fermo restando che qualsiasi guerra va ripudiata e condannata a prescindere, bisogna cercare veramente di modificare le nostre abitudini culturali, cercando di passare un po’ del nostro tempo sui libri di storia piuttosto che sui tablet o sui video giochi, in modo da saper capire quando, platealmente, ci stanno prendendo per i fondelli ed avere, quindi, il modo di decidere, conseguentemente, chi mandare al potere per poterci saggiamente governare.

Perché la cosa fondamentale di tutta questa situazione è che la guerra alla quale stiamo assistendo è figlia delle scellerate politiche portate avanti dagli spacconi americani, incuranti delle volontà dei popoli che incontrano, e coscienti solo ed esclusivamente del loro incommensurabile ego e infinita arroganza.

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