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Uomo si dà fuoco fuori dal processo di Trump

Uomo incappucciato avvolto dalle fiamme

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Un individuo è crollato a terra prima che gli agenti di polizia spegnessero le fiamme. L’uomo si è immolato fuori dal tribunale in cui si stava svolgendo il processo riguardante il presunto pagamento del silenzio dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a New York City. Le fiamme sono state alla fine estinte, ma non è chiaro se l’uomo sia morto a causa delle ferite.

L’incidente drammatico

La tragedia è avvenuta nel pomeriggio di venerdì, poco dopo che sono state fatte le ultime selezioni della giuria. Le riprese video mostrano l’uomo avvolto dalle fiamme, in ginocchio con le mani dietro la testa. Dopo aver bruciato per circa un minuto, l’uomo, visibilmente carbonizzato, è collassato a terra, e i resti ardenti sono stati spenti dagli agenti di polizia.

La trasmissione in diretta

L’incidente è stato trasmesso in diretta da diverse reti televisive statunitensi, tra cui Fox e CNN. Mentre i reporter di Fox si rendevano conto di ciò che stava accadendo, si poteva sentire uno di loro dire ai colleghi di cercare nel loro camion un estintore.
Il video si trova ancora facilmente in rete.

Le testimonianze

I testimoni hanno raccontato alla CNN che l’uomo aveva sparpagliato dei volantini prima di cospargersi di benzina e darsi fuoco. Il Dipartimento di Polizia di New York ha dichiarato ai giornalisti che gli agenti stanno “ancora raccogliendo informazioni” su quanto accaduto.

L’identità dell’uomo

I volantini includevano un link a un account Substack, in cui l’uomo si identificava come Max Azzarello, “un ricercatore investigativo che si è dato fuoco fuori dal processo di Trump a Manhattan”. In un manifesto confuso, Azzarello ha affermato che questo “atto estremo di protesta” era volto a attirare l’attenzione su un “colpo di stato fascista apocalittico”.

Il processo contro Trump

La tragedia si è consumata nel quarto giorno del processo penale contro Trump. L’ex presidente è accusato di aver falsificato i pagamenti del cosiddetto “silenzio” alla pornostar Stormy Daniels, anche se lui sostiene che il processo è una “persecuzione politica” orchestrata dal presidente Joe Biden per escluderlo dalla corsa alle elezioni presidenziali di novembre.

Il giudice e le restrizioni

A presiedere il caso c’è il giudice Juan Merchan, che ha rifiutato la ricusazione nonostante sua figlia lavori per una società di marketing che rappresenta diversi Democratici di spicco. Merchan ha emesso un divieto di critica contro Trump il mese scorso, vietando all’ex presidente di criticare l’accusa.

L’incidente precedente

L’incidente si verifica meno di due mesi dopo che un membro in servizio attivo dell’US Air Force è morto per auto-immolazione fuori dall’Ambasciata israeliana a Washington, protestando contro il supporto militare a Israele.

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