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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Nulla si crea o si distrugge, ma tutto si trasforma

ghiacci in scioglimento

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La legge di conservazione della Massa in fisica ci sta ad indicare che qualsiasi cosa noi facciamo con qualsiasi materiale, la sua “Massa” resterà assolutamente integra ed equivalente anche se cambierà aspetto.

Nella fattispecie, se noi, la sera, davanti ad un camino scoppiettante, bruciamo 50 o 100 kg di buona legna stagionata, saremo tentati nel credere e dire che abbiamo “consumato” 100 kg di legna, intendendo che, ormai, quel prodotto non c’è più e che, quindi, la Terra è più povera – o, per assurdo, anche più “leggera” – di 100 kg.

Nulla di più errato, in quanto, a quel punto, ci soccorre appunto la legge della conservazione della Massa che ci dice che la legna ha cambiato “aspetto” trasformandosi in energia, cenere e residui vari pari al suo peso originario di 100 kg.

Per cui nessun timore se, per caso, vediamo le immagini di un devastante incendio boschivo che, come spesso i telecronisti dicono, sbagliando, distrugge centinaia, se non migliaia di ettari di superficie boschiva.

In realtà il tutto si è trasformato in altri componenti disgregando le singole molecole all’interno degli alberi in composti di minori dimensioni se non addirittura elementari come ossigeno, carbonio, Anidride carbonica e tutti gli altri elementi che compongono la struttura degli alberi e delle piante bruciate.

Tutto questo preambolo per introdurre il discorso che più mi interessa in questi ultimi tempi e che ha attirato la mia attenzione ormai da qualche anno, ovvero tutte le castronerie che vengono diffuse via etere dai soliti pseudo giornalisti o conduttori di talk show che sembra facciano a gara a chi le spara più grosse.

E mi riferisco ai continui allarmi – ormai quasi quotidiani – relativi a tutto il mondo che gira intorno all’acqua e alla sua scarsità o abbondanza a seconda degli eventi che si scatenano nel nostro paese e sopratutto a seconda della convenienza dei vari “gruppi di potere” in quel preciso momento.

L’allarme sull’acqua e il cambiamento climatico

E il tutto viene legato come del resto non potrebbe essere altrimenti, all’ormai intollerabile ritornello del “cambiamento climatico” che non solo ci metterebbe in serio pericolo e per il quale si stanno mettendo in campo le leggi più becere ed insulse che mente umana potesse immaginare, ma che fondamentalmente non ha alcun presupposto di carattere scientifico e probante.

Mi spiego meglio.

Da studi condotti ormai da decenni dalle varie università sparse un po’ in tutto il mondo, si sa che la totalità dei ghiacci presenti sulla faccia della Terra ha più o meno una dimensione di circa 32 milioni di km cubi, la gran parte dei quali è racchiusa nella calotta Antartica, in quella Artica (molto meno in rapporto), nella Groenlandia e in tutti i restanti ghiacciai sparsi in giro per il mondo (1% del totale dei ghiacci).

La conservazione dell’acqua e dei ghiacci

E se applichiamo la legge della conservazione della massa all’acqua e ai ghiacciai ci rendiamo immediatamente conto che nulla di tutto ciò potrà andare perso ma in definitiva potrà solo trasformarsi da acqua in neve e poi ghiaccio o viceversa da ghiaccio in acqua con il passaggio da uno stato ad un altro.

Ma il nostro prezioso “Oro Blu” come hanno deciso di rinominarlo – molto argutamente per sfruttare il potenziale psicologico della semplice denominazione – non andrà assolutamente perso trasformandosi appunto in altra forma e dando il via a dei fenomeni – questi si da studiare e cercare di limitare in qualche modo – atmosferici di diversa intensità rispetto a quella alla quale eravamo e siamo abituati.

Come ho già avuto modo di affrontare in un altro articolo sullo stesso argomento, non è tanto la mancanza di un elemento o la sua sovrabbondanza che ci dovrebbe preoccupare, ma, più realisticamente, dovremo attivarci in modo molto più serio dell’attuale a trovare le soluzioni al cambiamento in atto della nostra Madre Terra.

Prevenire il futuro: la desalinizzazione come soluzione

Alcuni stati, come già detto, si sono dati da fare molto alacremente per ovviare alla penuria strutturale di acqua nella quale versa il loro paese, e si sono dotati di impianti di desalinizzazione molto efficienti che li mettono al riparo dalla carenza “naturale” di acqua(come gli Emirati Arabi, l’Arabia Saudita, ecc) dimostrando cosi’ di “prevenire” in maniera lungimirante il futuro e preparandosi strutturalmente all’occorrenza per far fronte al problema insito nella loro geolocalizzazione.

Al pari di loro dovremo comportarci pure noi, cercando di modificare il nostro status attuale al fine di far fronte alle modifiche strutturali della Terra che inevitabilmente si presenteranno nel prossimo immediato futuro.

L’innalzamento dei mari globali e le sue conseguenze

Per citarne una sola, i soliti studi di cui sopra prevedono che entro il 2040 ci potrebbe essere un innalzamento dei mari globali di circa 75 cm, dovuti al sostanziale discioglimento totale della calotta Artica, con la più eclatante conseguenza di vedere la nostra splendida Venezia scomparire sommersa definitivamente dal mare.

Perché anche se dovessero essere solo 75 cm medi, è del tutto ovvio che i picchi potrebbero raggiungere anche i 2 o 3 metri di altezza, rendendo, così, del tutto inutili le famose barriere mobili del Mose che hanno così tanto fatto discutere la politica in questi ultimi 30 anni e sommergendo di fatto dei luoghi splendidi come Piazza San Marco o il Ponte di Rialto.

E la stessa sorte potrebbe spettare alla maggior parte delle città costiere – Napoli, Ostia, Livorno, Grosseto, Genova, Ancona, ecc – ed alla maggior parte delle nostre splendide spiagge, vanto di tutto il compartimento turistico Italiano, a meno che non ci si metta di buona lena a studiare delle soluzioni che, almeno in parte, mitighino tali effetti.

Calcolate che con lo scioglimento totale di tutti i ghiacci della Terra, come, del resto, era durante l’Oligocene, all’incirca 34 milioni di anni fa, i livelli dei mari tornerebbero alle altezze di quell’epoca, ovvero sarebbero di 70 metri più alti, con le evidenti conseguenze che tutti possono immaginare.

Provate a pensare a una città come Cagliari o come la già citata Venezia se il mare si dovesse innalzare di 70 metri, e vedrete che verrebbero totalmente sommerse, senza scampo alcuno, tranne che per le colline più alte, come ad esempio a Roma, dove i famosi 7 colli comparirebbero come 7 piccole isole con alcuni fatiscenti palazzi edificati sulla loro sommità, dove un tempo si esercitava la professione della politica.

Ma, tornando a noi, vorrei cercare di far comprendere che il problema acqua, sostanzialmente, non esiste, se non nelle menti contorte di chi vuole raggiungere altri obiettivi, del tutto personali e per nulla basati su dati scientifici.

https://www.meteoweb.eu/2015/09/clima-quando-sono-comparse-le-calotte-polari/501623/

É del tutto ovvio che il nostro splendido pianeta, anche se per certi versi potrebbe sembrarci “ostile”, reagisce e si comporta in conseguenza delle sue caratteristiche peculiari astronomico-geologiche, come bene abbiamo imparato attraverso lo studio di 5000 anni, e sicuramente non potrà esserci alcuna azione, eseguita da noi umani, che possa modificare o limitare il normale evolversi del nostro pianeta.

Per cui le calotte polari continueranno nel loro infinito gioco di scioglimento e di riaggregazione, a seconda dell’era che il pianeta sta passando, rendendo il clima più o meno adatto alla sopravvivenza di noi esseri umani.

Il nostro compito non è tanto quello di “modificare” gli effetti di questo lento, ma inesorabile processo naturale, ma quello di saperli comprendere e cercare di sfruttarli a nostro vantaggio o, per lo meno, tentare di non subirne troppo le conseguenze che, a volte, possono essere devastanti.

Se voi pensate che su Giove ci sono delle tempeste con venti che viaggiano a 2500 km orari, provate ad immaginare un simile evento atmosferico sulla Terra quali danni potrebbe causare alla nostra tranquilla esistenza, e poi capirete che realmente noi non possiamo in alcun modo cambiare ciò che non è modificabile.

L’esempio della corrente del Golfo

Come esempio, tutti sanno, almeno spero, cosa sia la Corrente del Golfo: in sostanza quella corrente “calda” che permette all’intera Europa di godere di climi sostanzialmente miti e di essere a ragione considerata la culla della nostra civiltà con posti e prodotti assolutamente ineguagliati in tutto il resto del mondo.

Orbene, con il progressivo discioglimento delle calotte polari, in special modo quella Artica, per ovvie conseguenze ci sarebbe un’immissione abbondante di acqua dolce nell’oceano Atlantico ed una sua conseguente riduzione della salinità, per cui, per un meccanismo chimico-fisico, essendo più “pesante”, la maggior dolcezza dell’acqua dell’oceano farebbe in modo che la corrente del Golfo, per così dire, “sprofondi” a livelli maggiori, riducendo di conseguenza il suo apporto benefico sulle coste della Spagna, Francia e Gran Bretagna.

La logica conseguenza è che in questi luoghi e per la maggior parte in tutta l’Europa, si avrebbero degli inverni molto più rigidi con fenomeni atmosferici conseguenti, come abbondanti nevicate e temporali estivi, ed è per questo che noi umani dovremmo, più che protestare o fare azioni assolutamente inutili, se non addirittura nocive, studiare a fondo quali potrebbero essere i correttivi da apportare non tanto alla vita della Terra, ma alla nostra esistenza su questo splendido pianeta.

Conclusione

In conclusione, e riconducendomi alla legge sopra citata della conservazione della massa, di acqua ce ne sarà sempre la stessa quantità di sempre ma, se non riusciremo a capire i meccanismi delicati della nostra vecchia Terra, con molta probabilità ci troveremo veramente a fare i conti con i nostri peggiori incubi.

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