Fisica, psicologica, o entrambe, e magari altre ancora, le forme e i modi in cui viene agita la violenza sono veramente molteplici e differenti. Secondo il mio punto di vista, una forma che si presenta in veste subdola è proprio quella psicologica. Essa viene messa in atto da soggetti il cui unico scopo è quello di spersonalizzare la vittima di turno. Carnefici privi di empatia, connaturati subdoli, viscidi manipolatori, malevoli fino all’osso. E già, perché la loro anima incancrenita, verosimilmente, si porta dietro, a sua volta, una storia di abusi e violenze sin dall’infanzia, in una spirale di male e voglia di riscatto al rovescio.
Violenza psicologica, tolleranza zero
Fa eco nella mia mente la domanda: “Come si possono accettare i comportamenti verbali violenti della persona che asserisce di amarti e proteggerti sempre?” No, non si possono né si devono accettare, mai in nessun caso. Sono atteggiamenti a zero tollerabilità. In questo tipo di relazioni, dove si parla di “amore malato”, in verità di amore non c’è manco l’ombra, rimane solo l’aggettivo “malato” che va a identificare il carnefice.
Profilo della vittima e del suo aguzzino
La vittima che subisce violenza psicologica spesso, o forse mai, non ne comprende i motivi, e per dare una sorta di spiegazione (perché, ci piaccia o no, il nostro cervello lavora così, colpevolizza sé stesso). Giorno dopo giorno, il suo equilibrio psichico diventa sempre più instabile, la persona offesa viene resa insicura e vulnerabile, più facile da controllare e soggiogare. La propria casa, da porto sicuro contro ogni tempesta, si tramuta nel luogo silenzioso del crimine, da dove una vita sofferente cerca una via di fuga, ma invano. La persona offesa non riesce proprio a trovare la porta di uscita per fuggire via da quel labirinto infernale. Una sorta di circolo vizioso, un cane che si morde la coda… Dall’alba al tramonto, tutto si ripete sempre uguale, un autore camuffato da un angelico volto e da una smielata affermazione: “senza di te non posso vivere, in fondo; sei tu ad interpretare tutto sempre male”. Umiliazioni, offese, disprezzo, ricatti, silenzi, menzogne, coercizione, privazione della libertà… Già, oltre il danno, anche la beffa! La colpa è tua, non mia che ti uso violenza gratuita. In fondo, chi è questo miserabile aggressore? Un tipo ordinario, meglio usare proprio il termine mediocre, consapevole del proprio fallimento umano, con un serio disturbo dell’identità. Un tipo con un senso di inferiorità che è convinto di annullare mettendo in atto azioni di potere e controllo sulla sua vittima.