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Violenza sulle donne, il Kraken dalla morsa infernale

Un kraken si materializza dentro un'abitazione

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Un’altra donna, moglie e madre, è stata privata della vita, secondo indiscrezioni giornalistiche e investigative, per mano del suo ex-marito. L’ennesimo femminicidio si è consumato a Castelfiorentino; la vittima si chiamava Klodiana Vefa, freddata con un colpo di pistola alla testa. L’azione criminosa è stata compiuta in pochi minuti, per strada, sotto gli occhi attoniti di alcuni passanti, spettatori allibiti e inermi dinanzi all’azione crudele, che nessun motivo risulta mai valido ma è sempre futile.

La violenza sulle donne è il Kraken del secolo, una leggenda mitologica che prende forma e vita mediante la pura malvagità insita nell’animo umano, tendenzialmente in potenza in tutti gli esseri viventi, e in alcuni diviene atto.

Kraken tra mito e realtà

Il Kraken è un mostro marino dalle sembianze di polpo o calamaro gigante dotato di molti tentacoli, creatura ostile e malevola che, secondo Weinstock “sonnecchia sul fondo del mare, una volta risvegliato, sale in superficie e porta distruzione”. Nella società odierna, il Kraken emerge dall’abisso dell’animo umano e annienta tutto quello che gli genera frustrazione, ostacolo, rifiuto.

Situazione in Italia

L’ISTAT ha fornito un report sul numero delle vittime e delle forme di violenza; i dati emersi sono preoccupanti: 2 milioni e 800 mila donne hanno subito violenze fisiche o sessuali dal proprio partner o ex-partner.

In Italia, ogni giorno, le donne subiscono abusi di ogni genere: dallo stalking, alle percosse, allo stupro, fino ad arrivare alla forma di violenza più grave: l’omicidio. Nella maggior parte dei casi l’abusante è il compagno, e la violenza viene agita all’interno delle mura domestiche. In altre parole, la casa da luogo sicuro dove rifugiarsi per sottrarsi al male, diviene il luogo dove si subiscono sopraffazioni e maltrattamenti; le donne vorrebbero fuggire via ma sono sopraffatte dal comportamento patologico del proprio partner e rimangono così intrappolate nella spirale della violenza.

La teoria del ciclo della violenza di Lenore Edna Walker

Alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, la psicologa americana Lenore Edna Walker ha elaborato “la teoria del ciclo della violenza” e che ha definito come “il progressivo e rovinoso vortice in cui la donna viene inghiottita dalla violenza continuativa, sistematica e quindi ciclica da parte del partner”. Secondo la studiosa esistono delle fasi che ciclicamente si ripetono nel corso di una relazione tossica. Per la Walker le fasi che costituiscono il ciclo della violenza sono tre:

The tension building phase: la fase di origine della tensione si manifesta con un atteggiamento violento da parte dell’uomo, il quale diventa sempre meno tollerante nei confronti della frustrazione; la donna come risposta di autodifesa si comporta in modo sempre più compiacente e arrendevole. Il partner violento accumula tensione perché intimorito dalla possibilità che la compagna lo possa lasciare. Diventa sempre più aggressivo, possessivo e asfissiante nei suoi confronti. La donna da parte sua prova a giustificare i comportamenti inadeguati del suo uomo come dovuti a fattori esterni: affaticamento, problemi economici e/o lavorativi.

The acute battering incident: la forma acuta del maltrattamento è la fase in cui il partner manifesta la parte più malevola di sé, aggredendo la donna con pugni, calci, schiaffi, attua forme di violenza fisica e spesso anche sessuale.

– Loving kind and contrite behavior: la terza fase è caratterizzata da atteggiamenti amorevoli; il partner abusante si dimostra sinceramente dispiaciuto per i maltrattamenti gratuiti agiti. Dopo aver usato violenza sulla compagna, il maltrattante manifesta comportamenti riparativi con azioni seduttive e forme di scuse. Nella maggior parte delle coppie, la vittima crede alle scuse e perdona il suo aguzzino. La donna ignora che tali atteggiamenti e quindi le scuse, in realtà, sono strumentali allo scopo del partner violento, il quale vuole impedire alla compagna di chiudere il rapporto e abbandonarlo. Il fine ultimo dell’abusante è quello di instillare nella mente della compagna l’idea che può cambiare e che avranno una relazione tranquilla e amorevole. Questa terza fase riporta la coppia alla situazione iniziale; così si ripete il ciclo della violenza.

Per approfondimenti:

https://www.focus.it/ambiente/animali/che-specie-di-animali-erano-i-kraken

Jeffrey Andrew Weinstock, The Ashgate Encyclopedia of Literary and Cinematic Monsters

L. E. Walker, The Battered Woman Syndrome

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