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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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L’esempio di Draghi e del Quantitative Easing. Quando la smetteranno di prenderci in giro?

Un uomo con una maschera antigas tiene in mano molte banconote del Monopoli. Sulla maschera sono riportati due famosi "imprevisti" del noto gioco.

Tabella dei contenuti

Ci prendono in giro

La lettura dell’ottimo articolo pubblicato ieri a firma A. Nardi, che tratta in modo assai dettagliato i motivi per i quali non si devono raccogliere gli inviti dei media e delle istituzioni a fare beneficenza ed, anzi, vanno combattuti senza timore di sorta, mi ha fatto rispolverare alcune mie vecchie idee – che, se non ricordo male, ho già avuto modo di esporre in precedenti articoli – circa la gigantesca presa per i fondelli che tutt’oggi viene portata avanti da quelle poche “famiglie” che comandano il mondo a livello sia finanziario che politico.

E badate bene che qui non si parla assolutamente di ideologie personali che possono essere fondate su sensazioni, antipatie o prese di posizione, ma semplicemente di analisi attente della matematica dei dati che si possono trovare ovunque nella rete.

Voglio ricordare ancora una volta, a costo di essere pedante e noioso, che personalmente, proprio per evitare di incorrere in errori concettuali, mi sono sempre rivolto alla matematica per poter capire le situazioni che mi circondano e che fanno parte della vita di ogni giorno, sapendo che in tal modo gli errori come le contestazioni dei miei detrattori non possono esserci in quanto, fino a prova contraria, la matematica è una scienza esatta.

Draghi e il Quantitative Easing

Penso che tutti quanti si ricordino il nostro egregio Super Mario Draghi quando era a capo della BCE nel 2015 e presentò il famoso piano denominato “Quantitative Easing” e preceduto dalle ormai famose – per me ridicole – parole “Whatever it takes” che, tradotto, significa pressappoco “costi quel che costi” nella lingua spicciola mentre, effettivamente, significa “qualsiasi cosa sia necessaria”, e prevedeva inizialmente un finanziamento di sostegno agli stati bisognosi di 1.100 miliardi di Euro tramite acquisto sul mercato secondario dei titoli di stato al fine di “calmierare”, appunto, i prezzi dei titoli stessi e, quindi, permettere agli stati di autofinanziarsi a più basso costo attraverso le aste pubbliche.

In seguito, però, la questione è andata ben più lontano delle ipotesi iniziali, e trattandosi di circa 60 miliardi al mese ogni mese, ed essendo terminata nel 2019, si può facilmente vedere e conteggiare che l’erogazione effettiva è stata di circa 3.500 miliardi di Euro.

Creati dal nulla!!

https://www.eurobull.it/whatever-it-takes-e-perche-mario-draghi-e-unanimemente-rispettato?lang=fr#:~:text=Nel%20gennaio%20del%202015%20annunci%C3%B2,alla%20crisi%20del%20debito%20sovrano

Il P.I.L. italiano a confronto

Ora, io vorrei porre l’attenzione del lettore su alcuni dati aggregati che potete trovare nei link di seguito, circa le dimensioni dei P.I.L. (Prodotto interno lordo) di alcuni stati presi a caso e iniziando proprio dall’Italia, che può vantare circa 2.108 miliardi di dollari al 2021, che diviso per poco meno di 60 milioni di anime ci restituisce un P.I.L. Pro capite di circa 35.000 dollari all’anno che, per quanto si voglia dire, non è del tutto male.

Ma se poi iniziamo ad osservare alcuni paesi dell’Africa, a partire da quello più ricco di tutti in ragione del P.I.L., ovverosia l’Egitto, esso può contare all’incirca su 1.380 miliardi all’anno, da spalmare su 102 milioni di persone, il che fa scendere sensibilmente il P.I.L. pro capite ad una cifra ben più modesta della nostra, attestandosi intorno ai 13.000 dollari l’anno.

Ma se poi, ad esempio, prendiamo una Nigeria qualsiasi, con i suoi 1.140 miliardi di dollari e i suoi quasi 206 milioni di abitanti, vediamo che il P.I.L. pro capite annuo scende drasticamente a poco più di 5.500 dollari annui, e qui si sta parlando della seconda nazione più ricca dell’Africa.

Potrei stare qui a citare numeri e cifre per altre 2 pagine, ma mi sembra assolutamente inutile, rimandando i lettori a divertirsi con la calcolatrice a fare i conti personalmente attraverso le tabelle che troverete nei link di seguito, mi basta portare un ultimo esempio circa l’Africa, citando il Sudan, che è in graduatoria il decimo paese più ricco dell’Africa, ma restituisce poco più di 4000 dollari l’anno come P.I.L. pro capite ai propri cittadini (ma che, si intenda bene, non è uguale al guadagno vero di ogni cittadino, ma è solo la ricchezza prodotta da ogni abitante di quel paese).

https://www.economia-italia.com/paesi-piu-ricchi-in-africa

https://www.indexmundi.com/map/?v=65&r=af&l=it

https://www.google.com/search?q=pil+italia&oq=pil+italia&aqs=chrome..69i57j0i433i512j0i131i433i512j0i512l7.64775891j1j15&sourceid=chrome&ie=UTF-8

Quali effetti si sono visti?

Questi sono i dati macro economici che riguardano il problema che sto cercando di sviluppare e trattare, in quanto vorrei far capire a chi mi legge quanto sia stato perfettamente inutile e, direi, anche molto offensivo e prepotente, da parte di Draghi, mettere in campo una simile azione che urla vendetta e schifo da qualsiasi parte la si guardi.

E cercherò di farlo capire ancora più chiaramente con una semplice domanda, alla quale ognuno di voi può cercare di rispondere nel modo che più gli è consono, ovvero qualcuno di voi si è per caso accorto di alcun effetto “personale” di tutta questa immensa presa per i fondelli messa in atto dal tanto osannato Draghi?

Gli unici soggetti che possono dirsi estremamente soddisfatti di tutto questo sono le banche, in quanto, visto e considerato che all’interno del programma vigeva una regola ferrea, per la quale gli stati avrebbero dovuto lasciare una cospicua parte dei proventi delle vendite all’asta dei titoli di stato presso la BCE e, fra parentesi, stare molto accorti a tenere l’inflazione al di sopra del 2%, è del tutto ovvio che gli unici beneficiari di tutto ciò siano stati, appunto, i banchieri.

Piccolo aneddoto buffo, se così vogliamo chiamarlo, all’interno del progetto Quantitative Easing, come si può leggere nel link, c’era l’indicazione dello stesso Draghi di tentare in tutti i modi di mantenere l’inflazione al di sopra del 2% per “sterilizzare” gli effetti collaterali della stessa operazione e, come ha avuto lui stesso modo di lagnarsi, non ci è riuscito, salvo vedere, poi, in questo ultimo anno / anno e mezzo l’inflazione di tutta l’Europa schizzare fino a numeri record, addirittura a due cifre.

Alla faccia del Super Mario Draghi, “mago” della finanza, secondo tutti quanti i più autorevoli commentatori.

Le possibilità di uno stato sovrano

Per concludere, noi tutti sappiamo che gli “Stati Sovrani”, ovvero quegli stati che possono emettere la propria moneta, per cui di fatto creano il denaro a costo zero, non avrebbero assolutamente alcuna difficoltà a intervenire dovunque al fine di porre rimedio alle sperequazioni economiche che fanno morire migliaia di persone ogni giorno in tutte le parti del mondo, ma sappiamo anche perfettamente che è proprio questo tipo di azione che non vogliono assolutamente fare per i loro sporchi giochetti di alta finanza e politica.

Per fare un solo, piccolo esempio, tutti insistono a parlare del fenomeno migratorio dalle coste del nord Africa come la piaga di questo secolo e che, sicuramente, non potendo accoglierli tutti illimitatamente, dovremmo intervenire in loco con finanziamenti, aiuti, infrastrutture e personale qualificato atto ad insegnare loro come poter sopravvivere degnamente.

Al di là del fatto che non comprendo il perché di tutto questo “interventismo” per aiutare altri stati, che potenzialmente hanno molte più ricchezze di noi in fatto di materie prime e che, se sono in quelle condizioni, è solo per le continue guerre e faide interne – caratteristiche classiche dell’uomo in quanto specie – e, sopratutto, per le campagne predatorie che l’intera Europa ha portato avanti da oltre 2 secoli verso quelle nazioni, ma la sostanza fondamentale è che se veramente si volesse intervenire con dei mezzi adeguati a questa idea, scaturita nelle menti di tutti i nostri politici Europei, basterebbero 5 o 6 mesi del famoso Quantitative Easing per soddisfare questa esigenza e sistemare l’intera costa Settentrionale dell’Africa.

Infatti, basti pensare che la Libia vanta un P.I.L. di 62 miliardi di dollari l’anno e che, con appunto 6-8 mensilità del piano di cui sopra, ovvero con 360-480 miliardi, pari a 6/8 volte il P.I.L. annuo, altro che infrastrutture gli si potrebbero creare…!

Si potrebbe trasformare in un paradiso terrestre!

Conclusioni

Per questo motivo e per tanto altro, in conclusione, sarebbe veramente l’ora che questi loschi personaggi – che si conoscono, invero, molto bene – la smettessero di prenderci allegramente per i fondelli ma, sopratutto, sarebbe anche il caso che l’intera popolazione Europea si svegliasse una volta per tutte da questo infinito limbo nel quale ci vogliono far restare e, assumendoci le nostre responsabilità, desse il ben servito a lor signori.

Purtroppo, però, penso che resterà per sempre un mio vano sogno.

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