Mentre i 3 porcellini (Draghi, Macron e Scholtz, ndr) si riuniscono sull’immancabile carrozza ferroviaria, scimmiottando, fra parentesi, i loro predecessori (sembra che le carrozze ferroviarie siano un po’ un ritornello, nell’ultimo secolo, fin da quando i francesi, vincitori nella Grande Guerra, con la decisione del Maresciallo Foch, allestirono la carrozza ristorante n°2419D nei dintorni di Compiegne, come luogo ove firmare l’armistizio fra francesi e tedeschi e, successivamente, Hitler, che aveva conservato gelosamente la stessa identica carrozza, all’indomani della resa francese restituì il favore agli sconfitti, avvenuta il 22 giugno del 1940, e li fece salire dagli stessi gradini e, dopo un paio di pose alla maniera del vecchio Maresciallo Foch, li lasciò in mano ai generali tedeschi, andandosene per i fatti suoi), ma essendo lontani anni luce dalla tempra e dalla “statura” dei loro predecessori.
Come dicevo, mentre questi 3 poveracci, per non infierire verso di loro con troppi epiteti, si divertono a fare le “prime donne”, convinti fin nel profondo dell’anima che tali azioni “riecheggeranno nella notte dei tempi”, il resto del paese e dell’Europa – per non dire del mondo intero – se ne sta andando in malora.
Basterebbe avere un briciolo di conoscenza finanziario-economica per capire quale baratro si stia aprendo di fronte a noi e, per citare alcune righe scritte diversi mesi fa a proposito della pseudo pandemia, noi, tutti quanti, stiamo andando dietro al pifferaio magico, cantando allegramente, senza avere la minima coscienza di quale destino ci stia aspettando.
Poveri stolti!
Il piano di Putin, per chi osservava con un minimo di discernimento quanto stava accadendo ormai da 8 anni, è assolutamente chiaro e delineato e, con estremo mio rammarico, si sta puntualmente avverando.
Tanti, magari, si sono domandati giustamente come mai, nonostante le vessanti sanzioni applicate dall’Europa e le promesse di interrompere il ritiro di petrolio e gas, Putin non abbia ancora fatto la mossa che qualsiasi persona con un minimo di cervello si aspetterebbe, e cioè con la chiusura delle forniture.
La spiegazione è presto data.
In questi tre mesi di guerra la Russia ha continuato ad erogare gas e petrolio alla stessa Ucraina – per una cifra intorno al miliardo giornaliero – esclusivamente per fare cassa ed avere una fonte inesauribile di quattrini, con i quali sovvenzionare la assai costosa macchina bellica e,con estrema probabilità, perché ancora non aveva perfezionato gli accordi commerciali con, in primis, la Cina e, per secondi, tutti gli altri paesi a loro vicini (Emirati Arabi, Mali, Nigeria e, in genere, tutto il sud est asiatico).
Ma ora che dalle ultime notizie pare che la Russia abbia incrementato la vendita di gas verso la Cina del 67% e che abbia stretto degli accordi ferrei circa le materie prime che, certamente, non gli mancano, come, ad esempio, i cereali e tutte le materie prime delle quali l’occidente ha un maledetto bisogno – acciaio, zinco, terre rare, ecc. – la situazione sta rapidamente cambiando e, infatti, si sono immediatamente visti gli effetti.
Sono di questi giorni le notizie che la Russia ha chiuso le esportazioni di gas con la Francia, ridotto del 70% quelle verso la Germania e del 50% quelle verso il nostro paese e, con molta probabilità, nei prossimi giorni o settimane arriverà a chiudere definitivamente i rubinetti, e allora, a quel punto, metaforicamente e fisicamente saremo veramente alla canna del gas.
Per quanto riguarda il discorso delle materie prime a livello alimentare, forse nessuno si accorge che stiamo attraversando una delle peggiori crisi di siccità degli ultimi 70 anni e che l’Ucraina, storicamente considerata come il granaio dell’Europa, insieme alla Russia, essendo sotto la guerra e sotto i bombardamenti, sia per mancanza di uomini e mezzi, sia per l’assoluta pericolosità della situazione, non sta seminando come gli anni passati, e questo si rifletterà sui raccolti del prossimo anno.
Infatti quello che è da temere oggi non è tanto la difficoltà che stiamo attraversando in questo momento, ma ci dovremo realmente preoccupare dello spaventoso disastro alimentare che esploderà con l’anno prossimo, prima nei paesi nord Africani, che dipendono dalla Russia per oltre il 90% dei loro fabbisogni e, in rapida successione, anche al nostro paese.
E il nostro presidente del consiglio che cosa fa?
Se ne va a riunirsi in una carrozza insieme ad un impomatato “dandy” appena uscito dall’università e ad uno che assomiglia molto di più ad un venditore porta a porta piuttosto che ad un capo di stato, il tutto per correre a genuflettersi di fronte al quarto incomodo, un “pagliaccio prestato alla politica”, per seguire il quale si stanno gettando le basi per la Terza ed Ultima Guerra Mondiale.
E nel nostro paese, siccità permettendo, cosa sta accadendo?
I telegiornali continuano a sbandierare, sottovoce, ovviamente, che la benzina, ormai, ha superato i 2 euro al litro nelle pompe di benzina notturne o in quelle dove si viene serviti, ma vorrei ricordare a lor signori che attualmente la benzina, anche al self service, non si trova a meno di 2,08 Euro al litro e che in alcune stazioni di servizio, specialmente al Nord, vicino a Torino, in alcuni casi si sfiorano i 3 euro al litro.
E tutto questo, attenzione bene, senza alcuna giustificazione di sorta, in quanto per prima cosa il prezzo del petrolio è di 113,61 € al barile – prezzo di ora per 159 litri di petrolio di un barile, fate voi i conti… – mentre, non più tardi di 4 o 5 anni fa il petrolio era a 147 € al barile, e la benzina la si trovava alla pompa a circa 1,38-1,40 € al litro.
Secondo motivo che dimostra nelle mani di quali disonesti furfanti siamo è che le compagnie petrolifere hanno acquistato i loro stoccaggi di petrolio non di certo ieri ma, come minimo, almeno 6 mesi fa, quando il petrolio era abbondantemente sotto i 100 € al barile, per cui è del tutto evidente che stiano mettendo in campo una delle più colossali speculazioni/truffe di tutti i tempi, a danno, ovviamente, di noi poveri cristi, che nulla possiamo contro questi delinquenti.
Inoltre, si sta delineando sempre maggiormente, all’orizzonte, un afflusso di immigrati, sia da est che da sud, che ci porterà fatalmente all’implosione di tutti i nostri sistemi sociali, se nessuno interverrà drasticamente.
E questa è una facile previsione, visto che, con il perdurare della crisi alimentare, tutti i popoli nord Africani, che nulla possono fare, se non scappare da una terra che non ha più cibo da dargli, si riverseranno sulle coste Europee, in generale, e Italiane, in particolare.
Riusciremo a veder arrivare, nell’arco di un anno o due, qualche milione di profughi che spingeranno, spalleggiati da quelle associazioni per delinquere che sono le O.N.G., per poter entrare in Europa, dove sanno che, normalmente, possono fare qualsiasi cosa senza rischio alcuno e che, ad ogni buon conto, qualcuno che si prenderà cura di loro lo troveranno sicuramente.
E noi cosa faremo?
Perché è del tutto vero che ci sono delle forze molto più grandi di noi che comandano tutto ciò, ma la colpa sostanziale di questa situazione non possiamo gettarla addosso sempre e comunque ai “soliti noti”, ed arriverà anche il momento nel quale dovremo ritirarci nel nostro angolo delle riflessioni e fare un immenso Mea Culpa per aver permesso tutto questo.
Quando si mandano al governo elementi come Di Maio, Conte, Brunetta, Letta, Lezzi, Renzi, Boschi e tutta la marmaglia che li segue, i risultati non possono essere che questi, e la colpa non è loro, ma nostra.
E ciò non cambierà, in quanto, con estremo dolore al cuore, fino a quando continueranno a vedersi in giro persone che girano in macchina da sole con la museruola, o che vanno a passeggio sotto 40 gradi pure con la mascherina, allora, credetemi, non c’è più speranza.
Vi lascio con una domanda retorica: non vi pare giunto il momento di svegliarsi?