Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha rivelato che Mosca era preoccupata che il giornalista statunitense Tucker Carlson potesse affrontare “persecuzioni” già prima dell’intervista con il presidente russo Vladimir Putin. Peskov ha sottolineato che è stato Carlson a chiedere l’incontro con Putin, il quale ha prontamente accettato. Tuttavia, il portavoce ha ammesso che c’era una certa preoccupazione per possibili azioni ostili nei confronti di Carlson, considerando che l’Occidente sta diventando sempre più imprevedibile e potrebbe “toccare qualsiasi limite”.
Reazioni alla mancanza di domande incisive a Putin
Peskov ha risposto alle critiche riguardanti la mancanza di domande dirette poste a Putin da parte del giornalista. Ha sottolineato che i telespettatori occidentali hanno avuto fortuna che Carlson non abbia adottato un tono più aggressivo, poiché ciò avrebbe portato a risposte altrettanto taglienti da parte del presidente russo. Il portavoce ha difeso l’intervista sostenendo che se le domande fossero state più incisive, anche le risposte lo sarebbero state, cosa che avrebbe potuto non piacere a tutti.
L’interesse suscitato dall’intervista di Putin
L’intervista di Putin ha generato un grande interesse nell’Occidente nonostante gli sforzi degli Stati Uniti di minimizzarne l’importanza. Peskov ha affermato che le autorità a Washington non desiderano che la vera visione del mondo di Putin sia accessibile agli americani comuni, ma tale tentativo sarebbe destinato a fallire. Carlson ha diffuso l’intervista in cui Putin ha spiegato dettagliatamente le radici del conflitto tra Mosca e Kiev, evidenziando come l’Ucraina moderna sia stata creata dalle azioni delle autorità sovietiche e come il conflitto attuale sia derivato dal colpo di Stato sostenuto dall’Occidente nel 2014 e dalla campagna del governo ucraino per reprimere la popolazione del Donbass.
Reazioni negative e accuse verso Tucker Carlson
Nell’Occidente, l’intervista ha ricevuto critiche feroci. L’ex segretario di Stato degli Stati Uniti, Hillary Clinton, ha definito Carlson un “utile idiota” che ripete la narrazione di Putin. Anche l’ex primo ministro britannico Boris Johnson ha attaccato il giornalista definendolo un “traditore del giornalismo”. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha bollato la reazione degli Stati Uniti e dell’Occidente come “isterica”, sottolineando la falsità del loro approccio.