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Carlson vs Putin: Una doppia lezione di vero giornalismo e politica seria

Tabella dei contenuti

Qualche giorno fa è andata in onda nelle stanze del Cremlino quella che molte parti – per lo meno da parte di seri analisti socio-economico-politici di tutto il mondo – definiscono come l’intervista del secolo, condotta magistralmente da Tucker Carlson, noto giornalista americano (etichettato ovviamente come simpatizzante della destra e di Trump) e lo “Zar” Vladimir Putin.

Approfondimento dell’Intervista

Avendo visto che i nostri giornali e tutti i vari talk show di approfondimento politico se ne sono occupati in modo assolutamente marginale, per non dire arrogantemente e come se fosse una notizia di secondo piano – preferendo utilizzare fiumi di inchiostro e alluvioni di parole per la vergognosa kermesse andata in onda a Sanremo con Fiorello, Amadeus e Travolta saltellanti sulle note del “ballo del qua qua” – ho voluto approfondire la questione ascoltando l’intera intervista integrale in inglese con traduzione in italiano.

Impatto dell’Intervista

Nonostante la maggior parte dei concetti espressi fosse già in mio possesso, e nonostante conoscessi abbastanza approfonditamente tutti i punti trattati durante le due ore e più dell’intervista, sono rimasto assai sconcertato da due punti salienti: il primo è la consapevolezza di quanta professionalità è stata espressa da questo giornalista e quanto siano state pertinenti le domande rivolte a Putin, nonostante il loro pungente incalzare e, in qualche punto, anche con una velata aggressività. Il secondo punto, ancora più importante del primo, è il quadro che è emerso da questa lunga chiacchierata, che ci trasmette l’immagine di Putin come un vero e proprio statista di altri tempi, pacato, preciso, puntuale, con una immensa conoscenza del tempo e degli avvenimenti che lo vedono coinvolto in prima persona come decisore finale della politica di un grande paese come la Russia.

Critica al Giornalismo Italiano

Il parallelo con il mondo dell’informazione del nostro paese è venuto in automatico e, devo confessare, qualora ne avessi avuto qualche dubbio, che il risultato finale è assolutamente impietoso a sfavore del “giornalismo” italiano e, una volta di più, ancora, mi conferma che, purtroppo, siamo realmente in una dittatura dell’informazione che tenta in tutti i modi possibili di nascondere sotto al tappeto ciò che, sfortunatamente per loro, e grazie alla rete, non è possibile nascondere.

Invito all’Ascolto

Personalmente, invito realmente tutti quanti i nostri lettori a utilizzare due ore del proprio tempo – magari sottraendole alla “morfina” di stato rappresentata dal festival di Sanremo – per ascoltare attentamente tale intervista in modo che chiunque si possa fare veramente un’idea chiara di quello che ci sta succedendo intorno, e una volta tanto, non da terze persone, ma direttamente dalla voce del maggior protagonista di tutte le vicende che stanno coinvolgendo sempre più pesantemente le nostre vite e i nostri destini.

Apprezzamento per l’Intervista

Senza voler analizzare nei minimi dettagli l’intera intervista – ci sono decine di blog che lo fanno egregiamente, primo fra i quali Pubble l’Imbannabile – vorrei segnalare i fatti che, per me, sono realmente importanti, e che scaturiscono chiaramente dalle parole dette in questa mirabile intervista. Fermo restando che, come tutte le cose di politica, va sempre e comunque tenuto presente che, in quanto politico e capo di uno stato come la Federazione Russa, non forzatamente tutto ciò che dice deve essere preso per oro colato, ma, come sempre si deve fare, riuscendo a mediare le sue parole con quanto ognuno di noi sa già di suo – o pensa di sapere – con molta probabilità si potrà arrivare ad avere un quadro abbastanza conforme alla realtà dei fatti.

Riflessioni sull’Intervista

Inoltre, va riconosciuto sia a Tucker per la parte giornalistica e per le domande precise e concrete che ha rivolto allo “zar”, sia allo stesso Putin per le “sostanziali” e assai esaustive risposte che ha fornito a tali domande, che con molta probabilità sono riusciti a fare più con questa intervista di tutti gli accordi politici intercorsi in questi ultimi 2 anni fra Russia, Ucraina, Stati Uniti ed Europa.

Evidenze delle Trattative di Putin

Una delle principali evidenze che risalta dalle risposte di Putin (da notare che ha citato solo ed esclusivamente documenti e fatti disponibili a tutti quanti e che sono già stati pubblicati nel passato, e non come tanti nostri politici fanno, millantando accordi segreti che ci sono stati o che ci saranno), è che loro sono sempre stati disponibili alle trattative fin dal 2008 e, successivamente, dai fatti di Maidan, avvenuti nel 2014, con conseguente “colpo di stato” effettuato sotto la supervisione statunitense e, per finire, anche dopo gli accordi di Minsk – disattesi sia dall’Ucraina che dai paesi firmatari delle garanzie come la Francia, la Germania e la Polonia – e, soprattutto, dopo gli accordi di Istanbul, che erano pronti a firmare, ma che furono gettati nel cestino come carta straccia dallo stesso Zelensky. E che sono disponibili tuttora a trattare nonostante tutto.

Critica al Ruolo degli Stati Uniti

E la cosa che più risalta dopo aver attentamente ascoltato e riflettuto su questa intervista, è quanto male ancora noi europei vogliamo farci prima di renderci conto che il continuo piegarci ai voleri degli Stati Uniti non potrà portarci altro che alla catastrofe definitiva? Come si evidenzia molto chiaramente dai fatti del Nord Stream 1 e 2 – uno distrutto e l’altro danneggiato – che dovrebbero aver interrotto le forniture di gas all’Europa (vero obiettivo dell’intelligence americana), rendendoli così dipendenti dal GPL fornito dagli stessi USA, ma che nella realtà il cordone ombelicale dal quale poter accedere al gas russo c’è già ed è attivo se solo la Germania e la Polonia lo accendessero. E la domanda che rivolge a Tucker lo stesso Putin è: perché questi due paesi si ostinano a non aprire il condotto siberiano che potrebbe risolvere immediatamente tutti i problemi di fornitura energetica e di conseguenza la profonda crisi economica che ne è derivata?

Critica agli Accordi Economici

Ma noi, come si sa, preferiamo le strade contorte e scivolose e ci siamo dannati l’anima, Meloni in primis, per stipulare fantasiosi accordi economici con alcuni stati africani per la fornitura di GPL a cifre astronomiche, sventolandoli poi come dei successi personali e soprattutto dure risposte politiche all’arroganza Russa. Ma veramente c’è ancora qualcuno che crede a queste favolette?

Riflessione sulla Politica Estera

Senza voler aggiungere altre considerazioni sul resto dell’intervista, voglio solo segnalare quanto emerge prepotentemente da tutta questa chiaccherata, e cioè che in pratica l’oltre mezzo milione di morti che ci sono stati fino ad oggi – alcuni analisti pensano anche di più – non sono serviti altro che alla prepotenza straripante degli Stati Uniti e alla loro visione imperialistica del mondo, cosa che lo stesso Putin con molta tranquillità e chiarezza conferma non essere più il giusto metodo per affrontare le sfide del futuro insieme e, in sostanza, per “vivere il mondo”.

Critica alla Consapevolezza Politica

Lasciando il piacere a tutti quanti lo vogliano di ricavare le proprie conclusioni dopo un’attenta analisi dell’intervista integrale, voglio solo aggiungere che da questo evento scaturisce indelebilmente quanto poco siamo coscienti della realtà dei fatti che avvengono intorno a noi e quanto siamo nelle mani di assoluti incapaci – sia nel mondo dell’informazione che della politica – che farebbero bene a cambiare mestiere.

Paragone con il Passato

Per citare un parallelo assolutamente emblematico a proposito dell’incapacità dei nostri politici, vorrei citare alcune considerazioni estrapolate dai diari di Galeazzo Ciano a metà agosto del 1939: “ho parlato oggi con il nostro ambasciatore a Berlino Bernardo Attolico, ottima persona sempre preciso nelle sue considerazioni, ma questa volta devo dire che l’ha sparata veramente grossa. Mi dice che siamo vicini alla guerra e che ormai tutto è perduto. Ma quale guerra!! Non capisco veramente da dove abbia preso queste informazioni” (la frase riportata è un sunto del pensiero di Ciano e non precisamente quella).

Chiusura e Invito alla Riflessione

Questo appunto è datato 15 agosto 1939, cioè solo 15 giorni prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e con molta probabilità tutto il mondo ormai sapeva che ci sarebbe stata la guerra. Tranne il nostro esimio Ministro degli Esteri. Questo per far capire che allora come oggi ci ostiniamo a eleggere nei posti di comando delle persone che assolutamente non capiscono nulla di tutto ciò che accade intorno a loro e che possono portarci solo dei danni sempre maggiori.

In conclusione, al di là di quanto è stato detto nello specifico da Putin durante l’intervista, la principale constatazione che deve essere forzatamente fatta è che sia l’intero mondo giornalistico occidentale che lo stesso mondo politico debbano trarre delle serie conclusioni da questo sostanzialmente piccolo evento nel tempo ma immenso nei contenuti. E questa sarebbe una delle poche “lezioni” da dover apprendere senza se e senza ma. Sperando che qualcuno abbia la modestia necessaria per “apprenderla”.

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