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Passato, presente, futuro: saranno veramente navigabili?

immagini di diverse epoche che si sovrappongono e sfumano l'una nell'altra

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Viaggi nel tempo: fantasia o realtà?

Il nostro panorama cinematografico è pieno zeppo di film che trattano l’argomento dei viaggi temporali, sia in un senso che nell’altro – passato e futuro – dandoci prova dell’immaginazione umana e, qualche volta, confezionando delle pellicole veramente gradevoli e interessanti per le implicazioni contenute.

Chi è amante, come me, della fantascienza, sia che stia guardando “The time Machine” tratto da un racconto di H.G.Wells, uno dei maggiori scrittori di fantascienza, piuttosto che uno dei capitoli della serie “Terminator”, ben più recente, non può restare indifferente e non trovarsi, improvvisamente, a volare con la fantasia in un qualche viaggio fantastico nel passato, piuttosto che nel futuro.

Io stesso mi trovo a fantasticare su cosa mi piacerebbe fare, se solo potessi avere la capacità di “viaggiare” nel tempo alla stessa stregua di Martin McFly, protagonista principale insieme a Doc Brown in “Ritorno al Futuro”, ma poi mi ritrovo a dover fare i conti con lo studioso di astrofisica che è in me, e mi rendo conto che il discorso è leggermente più complicato di come ce lo possono mostrare tutte queste fantasiose pellicole.

E proprio di questo vorrei parlare in questa sede, analizzando tutto ciò che conosciamo, per capire se veramente il tempo possa essere “navigato”, come ci viene detto nei film di fantascienza.

Nella realtà scientifica che conosciamo, ci sono diverse tesi a favore e contrarie a tale possibilità – ovviamente del tutto in linea teorica in quanto esperimenti esaustivi in questo campo non solo non sono mai stati tentati con un minimo di serietà dogmatica, ma nemmeno si ha conoscenza certa di una loro riuscita – e molti esempi o paradossi vengono citati pro o contro tale possibilità.

Il paradosso del nonno e le possibili spiegazioni

Ad esempio si cita il “paradosso del nonno” per affossare definitivamente la possibilità di viaggiare a ritroso nel tempo, esposta per la prima volta da Renè Barjavel, scrittore francese di inizio secolo scorso, nel suo “Il Viaggiatore Imprudente” del 1943.

Tale paradosso sta ad indicare che, se per ipotesi una persona tornasse indietro nel tempo e uccidesse suo nonno prima che conosca la sua futura moglie e, quindi, prima di mettere al mondo suo/a figlio/a, non ci sarebbe la possibilità che il viaggiatore stesso nasca, per cui sarebbe impossibile il suo stesso viaggio a ritroso nel tempo.

A parziale giustificazione di tale paradosso, sono state portate molteplici spiegazioni pseudo scientifiche, come, ad esempio, una delle più accreditate, il meccanismo secondo il quale ad ogni modifica di un singolo evento del passato da un ipotetico viaggiatore del futuro, si aprirebbe una “linea temporale” diversa, che riconduce ad un “universo parallelo” e, quindi, ci potrebbero essere infiniti universi con infinite linee temporali, un po’ come viene spiegato in un altro film dei giorni nostri, che è il capitolo degli Avengers intitolato “End Game” (ed è l’ultimo capitolo), nel quale il sommo stregone, precedente al più conosciuto Steven Strange, ci spiega come, modificando un evento nel passato, lo stesso tessuto temporale si modificherebbe, dando vita ad un universo ed un tempo parallelo e differente.

L’universo parallelo e la teoria del Multiverso

Tutto questo, però, presupporrebbe un assunto che sembra venga dato per scontato, ovverosia che esistano infiniti universi e che, quindi, la teoria del Multiverso sia corretta, ma come ben sappiamo tutti quanti, questa, ad oggi, resta sempre e solamente una teoria, né verificata, né, tanto meno, suffragata da prove scientifiche inoppugnabili.

E tale resterà.

Il viaggio nel passato è impossibile: la posizione di Stephen Hawking. La possibilità di viaggiare nel futuro secondo la relatività di Einstein

Del resto, lo stesso Stephen Hawkings ha inconfutabilmente sancito il fatto che il viaggio nel passato sia del tutto impossibile per una miriadi di ragioni, che sono principalmente racchiuse in quanto sopra spiegato.

Per quanto riguarda viceversa la possibilità di viaggiare nel futuro, sia lo stesso Hawkings che molti altri scienziati di fama mondiale hanno di fatto lasciato la porta aperta alle possibilità, specialmente cavalcando le leggi racchiuse nella Relatività Generale e nella Relatività Ristretta, enunciate ad inizio secolo scorso dal sommo Albert Einstein.

Il paradosso dell’astronauta e il tempo relativo

Senza entrare in dettagli di carattere scientifico, e cercando di tradurre i concetti espressi nelle due teorie sopracitate, si tratterebbe sostanzialmente di avvicinarsi il più possibile alla velocità della luce, di modo che il tempo – per il viaggiatore – scorra in modo più lento rispetto a chi resta, per così dire, a terra, e questo si può in qualche modo associare ad un altro paradosso, che è quello noto come il “paradosso dell’astronauta” o anche noto come “paradosso dei Gemelli” per il quale se un astronauta viaggiasse ad una velocità prossima a quella della luce, vivrebbe un determinato scorrere del tempo che, in termini assoluti, sarebbe molto più breve del tempo trascorso per i suoi cari ed amici rimati sulla Terra.

La velocità della luce e lo slittamento temporale

Di conseguenza, una volta tornato a casa, si ritroverebbe con qualche mese o anno in più, mentre, con molta probabilità – anche a seconda della durata del suo viaggio – la maggior parte dei suoi amici e parenti sarebbe già morta da diversi anni per effetto, appunto, dello “slittamento temporale”.

https://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_dei_gemelli#:~:text=trascorrono%2020%20anni.-,Cosa%20vede%20l’astronauta,tempo%20perso%20e%20si%20avvantaggia.

Le implicazioni del viaggio nel futuro

Ottimo esempio di quanto detto lo si può trovare spiegato brillantemente nell’ultima produzione cinematografica di genere dal titolo “Interstellar” (del quale ho già scritto in precedenza) e nella quale, sia per la velocità con la quale gli astronauti si muovevano, sia a causa della distorsione temporale generata dalla vicinanza ad un enorme buco nero – Gargantua – per loro erano passate poche ore, mentre, per chi li aspettava, erano passate decine di anni.

I problemi reali con i quali si scontrano le teorie della fantascienza

A mio modesto avviso, tutto questo discutere sulla possibilità, più o meno, di viaggiare nel tempo, anche se solo in un senso, e cioè in avanti – futuro – cozza drasticamente con dei problemi di ordine molto più semplicistico, legati strettamente alle nostre impossibilità strutturali e conoscitive.

Cerco di spiegarmi meglio con alcuni dati esemplificativi e di facile comprensione per chiunque, e partendo dal semplice fatto che, ad oggi, non abbiamo alcun tipo di possibilità di superare determinate velocità relative (anche qui bisognerebbe iniziare a parlare di relativismo e cose simili, ma preferisco restare nel “semplice”) che, in assoluto, non superano i 200 mila km orari ottenuti – poco meno – solo in alcuni momenti dei viaggi delle due sonde Voyager I e II e, per la precisione, quando sono state fatte transitare in prossimità del pianeta Giove, di modo che sfruttando l’effetto “fionda gravitazionale” subissero l’accelerazione necessaria a proseguire il loro quasi interminabile viaggio.

Altra motivazione che potrebbe inibire totalmente il viaggiare a velocità prossima a quella della luce, è racchiuso nel fatto specifico che, per raggiungere una velocità, anche di un terzo di quella della luce, ovverosia 100 mila km al secondo, ci vorrebbe o un tempo quasi infinito ad un’accelerazione costante, oppure un’accelerazione di molto superiore alle capacita’ di resistenza del corpo umano.

Nello specifico, un corpo umano può sopportare un’accelerazione di 3 o 4g per pochi secondi – quella alla quale vengono sottoposti gli astronauti nei lanci dei razzi orbitali, come l’Apollo 11 – e non potrebbe sopportare un’accelerazione maggiore, specialmente per i tempi necessari a raggiungere una determinata velocità.

Consideriamo che la velocità di fuga è di 11,2 km/s e serve, appunto, per sfuggire alla gravità terrestre, entrare in orbita e viaggiare a circa 40 mila km/h e il tempo necessario a raggiungere tale velocità in accelerazione è quello massimo sopportabile da un corpo umano.

Se dovessimo raggiungere i 100 mila km secondo con una simile accelerazione – bisognerebbe fare dei calcoli precisi – con molta probabilità ci vorrebbero diversi anni, e la stessa cosa si dovrebbe fare nel momento in cui ci si dovesse fermare, in quanto la decelerazione, per quanto possibile, è ancora peggiore nei suoi effetti rispetto all’accelerazione, in quanto è negativa.

Ammesso e non concesso che si potesse avere a disposizione un sistema per raggiungere la velocità desiderata in modo quasi istantaneo, le uniche cose che potrebbero sopravvivere a tali accelerazioni sarebbero dei robot, quindi cose inanimate e, anche in questo caso, visto che non siamo in grado di testare il tutto, non ne abbiamo certezza.

Altro fattore assolutamente da non sottovalutare in ipotetici viaggi nel tempo – e nello spazio – è dato dal fatto che un corpo umano, in assenza di gravità (anche se, magari, all’interno dell’astronave ci potrebbe essere una gravità surrogata) perde all’incirca il 2% di massa ossea ogni mese di permanenza nello spazio, per cui è ovvio considerare che dopo 3 o 4 anni di viaggio spazio-temporale qualsiasi corpo umano si sarebbe ridotto ad un ammasso gelatinoso di carne, alla stessa stregua di un’ameba.

Per ultimi, si potrebbero analizzare i famosi ponti di Einstein-Rosen, meglio noti come Wormholes, che ci concederebbero delle scorciatoie spaziali per poter percorrere immense distanze che, altrimenti, non potremmo percorrere ma, come dice la stessa parola che precede questa ipotesi, sono sempre e solamente delle teorie, affascinanti e fantascientifiche, ma sempre teorie.

Un viaggio senza ritorno

Per ultima cosa, bisogna considerare che, se il viaggio nel tempo dovesse, un giorno, essere possibile, ma solo in un senso, ovvero nel futuro, ci si presenterebbe l’immenso dilemma relativo al fatto che, a differenza di qualsiasi altro tipo di viaggio, non potremmo mai effettuare un ritorno.

In pratica, nel menù a tendina delle prenotazioni ci sarebbe attivabile solo ed esclusivamente l’opzione di andata e non sarebbe presente la possibilità di selezionare l’opzione di ritorno.

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