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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Distanze e dimensioni

Terra nell'Universo

Tabella dei contenuti

Fin da quando l’uomo è sceso dagli alberi e ha iniziato ad evolversi, fino ad arrivare a quello che siamo oggi, oltre a doversi procurare il cibo, a difendersi dagli animali feroci e dagli attacchi di nemici pronti ad ucciderlo per rubargli le provviste o la caverna migliore, ha sempre avuto un pallino fisso nella sua mente: percorrere sempre maggiori distanze.

Per centinaia di migliaia di anni, i nostri antenati hanno sempre utilizzato le proprie gambe e piedi per potersi spostare da una parte all’altra del nostro pianeta, alla continua ricerca di posti migliori, vuoi per la caccia o la pesca e, più tardi, quando ha scoperto l’agricoltura, per migliori terreni dove insediarsi e costruire la propria abitazione.

In ogni caso, ha sempre avuto dentro di sé l’innata spinta all’esplorazione, che lo ha portato, nel tempo, a scoprire in ogni suo punto l’intero pianeta, rendendosi conto, mano a mano che lo girava in lungo e in largo, di quanto fosse meraviglioso e di quante possibilità potesse offrirgli.

Rendendosi conto, in qualche modo, che la sua “fisicità” lo impediva nell’esplorazione di un pianeta tanto vasto, prima con alcuni animali e, in seguito, con invenzioni sempre più complesse, ha trovato il modo di coprire le distanze che lo separavano dalle proprie mete in tempi sempre più brevi, così da ottimizzare il tempo a propria disposizione.

Esplorazione dello spazio

Nell’ultimo secolo e mezzo, a partire dall’invenzione dei fratelli Wright – l’aeroplano – compendio di tutti gli studi dei secoli precedenti, fino ad arrivare alla costruzione di aerei supersonici con i quali finalmente poter affrontare ed esplorare anche lo spazio al di sopra della terraferma, l’uomo ha gradatamente rivolto la propria attenzione a quello che girava intorno a lui, e cioè all’infinito spazio.

Mosso dalla sua inguaribile curiosità e voglia di esplorare sempre cose nuove, ha finalmente trovato il sistema di lasciare il nostro amato pianeta per avventurarsi all’interno dello spazio che circonda la nostra Terra e, perché no, alla scoperta di quei “sassolini” sparsi in tutto l’universo che si chiamano stelle e pianeti.

Le vere “dimensioni” delle distanze

Dopo questo lungo preambolo, vorrei arrivare a far comprendere quelle che sono le vere “dimensioni” delle distanze in senso assoluto e dei problemi – oserei dire insormontabili – che ci si pongono di fronte a noi nell’affrontare l’immensità dello spazio che ci circonda.

Chiaramente, tutto quanto è strettamente legato al “mezzo di locomozione” che si utilizza ed al tempo disponibile, per cui, nel caso si utilizzino i nostri piedi, di cui Madre Natura ci ha dotato, potremmo percorrere una trentina di km al giorno, mentre, utilizzando una bicicletta, saremo in grado di percorrere 4 o 5 volte la distanza precedente (sempre che il fisico ci sostenga) mentre con un’autovettura si potrebbe arrivare a una distanza di 1000 o 2000 km nelle solite 24 ore di tempo.

Limiti nell’esplorazione dello spazio

Esaurito quello che noi, personalmente, possiamo fare all’interno del nostro Pianeta, e girando lo sguardo all’esterno, iniziano i veri problemi, legati principalmente ad una serie di leggi fisiche che, in qualche modo, ci hanno sempre impedito e ci impediranno per sempre di percorrere distanze maggiori a quelle comprese all’interno del nostro sistema solare.

Prima di affrontare i suddetti problemi, vorrei sottolineare come, in effetti, sia tutto “relativo” ai mezzi di locomozione a nostra disposizione e, in special modo, al tempo di cui disponiamo per fare una determinata azione o viaggio, e qui arrivano i veri problemi.

Velocità della luce e limiti umani

Per quanto riguarda la velocità disponibile, sappiamo con assoluta certezza – unica cosa verificata, sia teoricamente che in linea pratica – che la massima velocità raggiungibile è rappresentata dalla velocità della luce, che è sempre costante e non può superare in alcun modo i circa 300 mila km al secondo.

Per quanto riguarda il secondo parametro analizzato, e cioè il tempo, è fuori discussione che un uomo può disporre di un tempo assai limitato – in relazione al tempo dell’Universo – che si riduce su un totale di una novantina di anni, a qualche decennio operativo, poiché, come è del tutto ovvio, chi affronta viaggi nello spazio deve avere delle caratteristiche psicofisiche di un certo genere, e ciò limita moltissimo la finestra temporale durante la quale poter affrontare tale esperienza.

Sfide nello spazio

E veniamo a quello che, a parer mio, è il parametro più interessante e, in qualche modo, quello che più ci può “ostacolare” nella realizzazione dei nostri sogni, e cioè le distanze che ci dividono da tutto ciò che circonda il nostro meraviglioso Pianeta.

Sappiamo per certo che l’oggetto a noi più vicino, la Luna, ed è ad una realtivamente corta distanza da noi, trovandosi a poco meno o poco più – a seconda del periodo in cui si esamina – di 400 mila km, ovvero alla stessa distanza racchiusa in 10 giri del nostro pianeta (ricordate che poco sopra ho sottolineato come ci vogliono circa 2 giorni per fare un giro intero della Terra?) per percorrere la quale ci vogliono all’incirca 3-4 giorni con le tecnologie disponibili oggigiorno.

Per curiosità, la stessa distanza, un motociclista la percorrerebbe in circa 267 giorni, e ad un podista occorrerebbero circa 8 anni per coprirla tutta quanta, ed ecco perché torna prepotente il discorso sopra fatto della “relatività” delle cose.

Il secondo oggetto più vicino a noi e maggiormente interessante è rappresentato da Marte, che dista mediamente 250 milioni di km dalla Terra, oscillando dai 55 milioni agli oltre 400 nel massimo allontanamento orbitale da noi, e nella migliore delle ipotesi ci vogliono all’incirca fra i 6 e i 9 mesi di tempo per raggiungerlo e, come è ovvio, altrettanti per ritornare “a casa”.

Come possiamo vedere, già per raggiungere il pianeta più vicino a noi (Venere e Mercurio non sono da considerare, in quanto, per le condizioni climatiche specifiche dei due pianeti, è altamente improbabile che possano rivestire un interesse per la razza umana) già siamo costretti a mettere in conto una tempistica intorno ai 2 anni, al fine, solo, di visitarli, tenendo presente anche il fatto che un corpo umano, in assenza di gravità, perde circa il 2% di massa ossea al mese, che un viaggio simile lo porterebbe ad avere dei seri problemi, ritrovandosi con quasi il 50% in meno di massa ossea.

Viaggi nello spazio e distanze astronomiche

Dopo Marte iniziano i problemi realmente seri a proposito di distanze, poiché, prima di incontrare la prima stella, possiamo valutare quanto tempo ci impiegheremo a raggiungere i bordi esterni del sistema solare, rappresentati dalla nube di Oort esterna – all’incirca fra le 20.000 e le 50.000 ua. dalla Terra – (una ua è un’unità astronomica che indica la distanza Terra-Sole, ovvero 150 milioni di km) all’interno della quale vi sono la maggior parte delle comete di lungo periodo, per raggiungere la quale, con la nostra velocità massima – circa 150 mila km/ora – impiegheremmo poco meno di 6000 anni.

Distanze nel sistema solare e oltre

Da tenere presente, a questo proposito, che la Voyager I e II, partite dalla Terra agli inizi degli anni ’70, sono arrivate a poco meno di 1 giorno luce di distanza da noi, ovvero in 50 anni hanno percorso la stessa distanza che la luce percorre in un solo giorno.

Alla ricerca della stella più vicina

Una volta superato il limite estremo del nostro sistema solare, dovremmo vagare per altri 2,5 anni – sempre alla velocità della luce – prima di poter incontrare un qualsiasi altro oggetto che, in questo caso, prende il nome di Proxima Centauri A e B, che sono le primissime stelle più vicine a noi. e si trovano a circa 4,2 anni luce di distanza dalla Terra.

L’infinità delle distanze nello spazio

Un calcolo approssimativo ci dice che, per raggiungerla con la velocità massima di cui siamo capaci, con le nostre astronavi o sonde spaziali, ci vorrebbero all’incirca 70 mila anni, rendendolo, di fatto, un viaggio del tutto impossibile per un essere che, come massimo, può vivere 100 anni o poco più.

Le dimensioni dell’Universo

In senso assoluto, la dimensione dell’Universo è stata calcolata con sufficiente approssimazione – anche se, in questo settore, ci sono molte teorie contrastanti e non tutto il mondo scientifico è d’accordo – che sia di circa 13,8 miliardi di anni luce.

Dimensioni e confronti celesti

Ma oltre alle distanze da tutto ciò che ci circonda, vanno prese in considerazione anche e sopratutto le dimensioni degli oggetti che ci circondano, e partendo dalle dimensioni della nostra Terra, che è di poco superiore ai 13.000 km di diametro, ci accorgiamo che il nostro sole, al contrario, ha un diametro di 1.397.000 km, rendendolo circa 100 volte più grande del nostro pianeta.

Le stelle giganti nell’Universo

Ma per sopire il vostro stupore di fronte a tali dimensioni, che, effettivamente, iniziano ad andare fuori dalla nostra comprensione, vi basti sapere che una delle maggiori stelle presenti nella nostra galassia, la Via Lattea, cioè VY Canis Majoris ha un diametro di poco inferiore ai 2 miliardi di km, cioè quasi 2000 volte più ampio del nostro Sole.

Gli oggetti misteriosi dell’Universo

E se pensavate che tutto ciò potesse essere sufficiente, vi sbagliavate, in quanto nell’Universo ci sono degli oggetti talmente misteriosi e strani che già solo studiarli comporta delle difficoltà assai notevoli, e fra i quali possiamo citare, a mero titolo esemplificativo, i quasar, le Pulsar, le Stelle a Neutroni, i Buchi Neri, le Magnetar e, oggetto per me personalmente estremamente interessante, le Millisecondo, che sono delle Stelle a neutroni di qualche decina di km di diametro, estremamente dense che ruotano sul proprio asse anche fino a qualche centinaio di volte al secondo. Il record è detenuto da una piccola stella a neutroni denominata PSR J1748-2446ad che ha una rotazione sul proprio asse di 706 volte al secondo, – circa il 20% della velocità della luce – rendendola, di fatto, un oggetto assolutamente fuori dall’ordinario e incredibile solo ad ipotizzarlo.

Fra gli strani oggetti che si possono incontrare nell’universo ho citato i buchi neri, che non sono altro che stelle collassate su sè stesse e, a causa della loro grande massa, hanno fatto sì che il loro materiale si sia modificato così radicalmente nella struttura atomica diventando talmente denso, compatto e con una forza di gravità così elevata da non permettere nemmeno alla luce di fuoriuscire, nonostante i suoi 300 mila km al secondo.

Il buco nero Ton 618

Il più grande buco nero mai scoperto, risponde al nome di Ton 618 e il suo diametro è stato stimato in 200 miliardi di km ovvero, sempre per fare un parallelo maggiormente comprensibile, 25 volte la distanza che c’è fra la Terra e Plutone, talmente gigantesco che la stessa luce, solo per attraversarlo, ci impiegherebbe la bellezza di un mese, e più di 3 per compiere un giro intero della sua superficie.

Le dimensioni inimmaginabili

Per tentare di rendersi parzialmente conto delle dimensioni citate, pensate che la luce fa esattamente 8 giri della nostra Terra ogni secondo per cui provate ad immaginare un oggetto talmente grande da dover impiegare 3 mesi per girarlo tutto.

L’umanità nell’Universo

In conclusione, dopo tutta questa carrellata di “stranezze” dell’Universo e di dati che anche la più brillante delle menti fatica a comprendere a pieno, bisogna iniziare a ragionare in modo pragmatico e aderente alla realtà di fatto relativa alla nostra umanità, e comprendere, sopra ad ogni altra cosa, che indipendentemente dalle fantascientifiche teorie di “ponti spaziali”, motori a curvatura, iperspazio o ancora Wormhole, tanto cari alla cinematografia fantascientifica, noi esseri umani siamo talmente piccoli e, purtroppo, insignificanti – in relazione al tutto, ma speciali nel contesto nostro – che, con estrema probabilità, non avremo mai la possibilità di andare oltre a quelli che sono i nostri confini più o meno naturali e che sono identificati nel “recinto” del nostro sistema solare.

Obiettivi umani nello spazio

Ed è per questo che noi umani dovremo iniziare a modificare il nostro modus pensandi, e limitarci a rivolgere le nostre conoscenze ed energie al miglioramento della nostra stessa vita su questo splendido sassolino azzurro sospeso nell’infinito che è la nostra casa, e porci come massimo obiettivo raggiungibile la possibilità di, nel tempo, colonizzare i corpi celesti limitrofi, come appunto il già citato Marte ed, eventualmente, alcune delle lune di Giove e Saturno, come Encelado e Titano, tanto per fare alcuni esempi, ma levandoci dalla testa, nel contempo, qualsiasi idea peregrina ci possa venire circa ipotetici, e del tutto irrealizzabili, viaggi interstellari.

Non sono mai state alla nostra portata, non lo sono e non lo saranno mai.

Per sempre.

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