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Intelligenza artificiale: come al solito si grida “al lupo, al lupo!” inutilmente

modello di robottino con schermo sul torace, sulla linea delle fantasie futuristiche degli anni 80

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Chat GPT4, la novità del momento

Come, penso, la maggior parte delle persone, anche io ho voluto provare a testare la famosa Chat GPT4, che racchiude in sé quella che viene comunemente chiamata Intelligenza Artificiale o, per comodità, IA.

Con moltissima probabilità, se non addirittura con certezza, questo nuovo “gioco di intrattenimento” è solo un lontano parente “povero” di quelle che, sicuramente, sono le IA che vengono utilizzate da scienziati e affini, anche perché non penso nel modo più assoluto che chiunque abbia inventato un sistema così sofisticato da poter eguagliare, se non addirittura superare la potenzialità di un cervello umano, si sognerebbe mai a e poi mai di condividerlo con l’intera popolazione umana e, per di più, in modo assolutamente gratuito.

La mia esperienza con chat GPT

Ma tornando alla mia prima esperienza con questo strano fenomeno che è esploso sui social e nell’intero mondo di internet, andando a contaminare, poi, anche tutta la stampa e i vari programmi televisivi che ci si sono gettati sopra come lupi famelici, devo dire che mi ha lasciato molto perplesso e, dopo diversi tentativi, sono arrivato all’immediata conclusione che mi trovavo di fronte ad una immensa bufala, priva di ogni tipo di costrutto possibile.

Dapprima ho voluto affrontare dei temi per così dire “discorsivi”, ponendogli delle domande anche, per certi versi, complicate, se non addirittura assurde, tanto per vedere quale tipo di risposte mi avrebbe dato.

Cosa ne ho dedotto

Il risultato è stato assai deludente, al contrario di quanto, sulla scia di testimonianze di amici e colleghi che mi avevano decantato le meraviglie di questa novità, mi sarei realmente aspettato.

Non voglio dire che le risposte erano assurde o inesatte, in quanto, sotto questo aspetto, non facevano assolutamente nessuna piega ed erano sostanzialmente perfette, anche se del tutto impersonali e “fredde”, cioè senza alcuna traccia di una qualsiasi emozionalità.

É difficile spiegare in modo chiaro la reazione emotiva e intellettuale che mi ha suscitato con le sue ragionate e perfette risposte, ma cercherò, nel prosieguo, di trasmettere esattamente quello che è pervenuto a me come conclusione.

In un secondo tempo, visto e considerato che il mio campo preferito è quello dell’astrofisica e dell’astronomia in genere, ho provato, dapprima con semplici quesiti e poi, via via, con domande sempre più complesse e tecniche, ad interrogare questa “entità” che ci vorrebbero spacciare per “sostituto del cervello umano”.

Il risultato è stato, oserei dire, disastroso, poiché mentre le risposte erano pressoché perfette “tecnicamente” parlando (ed è del tutto ovvio, poiché questo software o IA ha accesso a migliaia di database dai quali può estrapolare le risposte che poi fornisce), dal punto di vista di “novità” non hanno saputo dare alcun tipo di soluzione e di vera risposta esaustiva.

In pratica, mi ha dato le risposte che, normalmente, si possono trovare su qualsiasi testo un po’ più “professionale” di astrofisica, fisica nucleare o astronomia in genere senza, per altro, “proporre” delle vere e proprie “idee brillanti” (come solo una mente umana può fare).

Esaurita l’illustrazione del mio più che deludente esperimento, vorrei passare a spiegare il perché di tutto questo sgangherato chiasso mediatico e, sopratutto, del perché una IA non potrà probabilmente mai superare quello che è il dono più meraviglioso che noi abbiamo, ovvero il nostro cervello.

Cos’è l’intelligenza artificiale

In sostanza, una IA è costruita da esseri umani che elaborano una serie molto complessa di algoritmi e di parametri con i quali la IA procede.

Conseguentemente, collegano tale IA a quanti più database possibili, in modo tale che questo software sia in grado di andare a “pescare” all’interno di tutto lo scibile umano e, grazie agli algoritmi che gli sono stati impostati, elaborare una risposta soddisfacente.

Ma qui, come si suol dire, casca l’asino, in quanto, se per fare un semplice esempio, io prendo una IA caricata con tutti i parametri e algoritmi necessari e le faccio –tramite delle interfacce di lettura– leggere tutti i libri della più grande biblioteca del mondo, essa sarà in grado, in pochissimi secondi, di estrapolare dei riassunti di un singolo evento storico, scientifico, politico, sociale o economico di qualsiasi periodo e di qualsiasi posto sulla faccia della Terra.

Le differenze con l’intelligenza umana

E questo potrebbe farlo, anzi lo fa, in un tempo che noi umani non possiamo nemmeno sognarci di eguagliare, anche perché è già risaputo che esistono dei calcolatori in grado di eseguire un’infinità di calcoli matematici in frazioni di secondo, cosa che qualsiasi essere biologico umano mai sarebbe in grado di fare.

Ecco perché ci sono i computer a gestire ogni tipo di aspetto di un aereo, di un razzo, di un’astronave o di qualsiasi artefatto umano, con una complessità troppo elevata per noi uomini.

Ma tutto questo non vuol dire assolutamente che la IA possa soppiantare o, addirittura, superare la complessità di un cervello umano come, ad esempio, si può classicamente vedere in tutti quei film di fantascienza, capostipite dei quali è la serie “Terminator” con il grande Arnold Schwarzenegger che combatte strenuamente contro Skynet (IA) che, come recita nel film, ha raggiunto l’autocoscienza e, considerando la razza umana un pericolo, ha, di conseguenza, scatenato quello che viene chiamato nel film “il giorno del giudizio” attraverso un massiccio bombardamento nucleare sull’intero pianeta.

Anche perché c’è ancora in atto un forte dibattito scientifico sulla definizione di “cervello” e “mente” e nessuno, ancora oggi, è in grado di dire se sono due cose distinte o se è un unicum indivisibile, e forte è la discussione fra la comunità scientifica, ad esempio sulle capacita’ reali del cervello umano.

Anche perché, in sostanza, un computer è un singolo elemento, mentre il cervello umano è un sistema integrato e composto da milioni di aspetti e realtà che un computer non potrà mai avere, come, ad esempio, l’emozionalità, l’empatia, la passione, e tutte quelle reazioni e manifestazioni tipiche di un essere umano.

L’argomento è stato anche affrontato in un altro film molto ben fatto ma, purtroppo, basato sempre e comunque sulla solita utopia della IA che si sostituisce all’essere umano, soppiantandolo in ogni aspetto, anche quello emotivo e caratteriale.

Film e realtà

Come si può infatti sentire nel film “Io Robot” con il bravissimo Will Smith, ad un certo punto la IA prende il sopravvento –un po’ sulla falsa riga di “Terminator”– sull’essere umano, addirittura arrivando a provare quasi i suoi stessi sentimenti, come aveva predetto il professore che aveva creato il Robot senziente, discutendo in una conferenza della possibilità che segmenti casuali di computer, con il tempo, si fossero aggregati, andando poi a formare una vera e propria “coscienza”.

In conclusione, e questo è per me veramente l’aspetto maggiormente negativo di questa buffonata, specialmente nel nostro paese, l’intero mainstream e gran parte della classe politica si sono gettati a pesce sopra questo fenomeno, sparandone uno dopo l’altra, senza soffermarsi minimamente sull’analisi approfondita dello stesso fenomeno.

E, come al solito, i solerti politicanti di turno si sono dati da fare elaborando strategie, divieti, recinti e proclami al fine di limitare l’utilizzo di tale IA nascente, preconizzando che potrebbero esserci degli usi distorti di questo nuovo “giocattolo” messo a disposizione della massa.

Addirittura, ho sentito dire che ci sarebbe il pericolo che con la IA disponibile oggi potrebbe avere la possibilità di costruire “bombe sporche”, esplosivi e tante altre cosucce carine sulla stessa scia, senza rendersi conto minimamente che, in primo luogo –e questo ve lo posso garantire, perché ho provato a testare la IA proprio in quel senso– non è possibile in quanto all’interno della Chat GPT4 ci sono dei “blocchi” su determinati termini che possono essere collegati ad attività pericolose, come la costruzione di bombe o esplosivi e, in secondo luogo, perché già oggi basta girare in rete per trovare centinaia, se non migliaia di siti che spiegano per filo e per segno come poter creare qualsiasi tipo di esplosivo o bomba.

Conclusioni

Come sottinteso nel titolo dell’articolo, è sempre un continuare a gridare al lupo al lupo, ma state pur tranquilli che, oggi come oggi (e, a parer mio, anche per i prossimi 2 o 3 mila anni), non rischiamo assolutamente di ritrovarci in un inverno nucleare scatenato dallo Skynet di turno.

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