logo Giornalismo Libero bianco su sfondo in trasparenza
Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
Cerca
Close this search box.

Cumbre vieja, vulcano, etna & c.

Colata lavica durante un'eruzione

Tabella dei contenuti

Quando si parla di vulcani, normalmente tutti conoscono i principali coni vulcanici della nostra penisola e cioe’ il Vesuvio, l’Etna, Stromboli e Vulcano che sono i quattro coni vulcanici sopra la terra ferma e che, in qualche modo, negli ultimi due millenni, hanno fatto parlare di sé abbastanza spesso.

Come non ricordare la potentissima eruzione del 79 dc., ad opera del Vesuvio, che interesso’ le due citta’ ormai famose in tutto il mondo, Pompei ed Ercolano, seppellendole completamente con cenere, lapilli e lava e, quindi, preservando, in qualche modo, tutto cio’ che si trovava sotto fino ai giorni nostri?

In seguito, sia il Vesuvio che l’Etna, lo Stromboli e Vulcano, hanno dato segni della loro presenza con diversi altri fenomeni eruttivi, tutti, ovviamente, di minore intensita’ e quasi senza degna nota di interesse.

L’ultima eruzione del Vesuvio e’ avvenuta nel 1944, durante la seconda guerra mondiale ma, per fortuna si registrarono solo 26 vittime, per lo piu’ a causa del crollo dei tetti sotto il peso delle ceneri e dei lapilli.

Per quanto riguarda invece l’Etna, esso ha un’azione eruttiva molto frequente – in genere ogni 2 o 3 anni – ma, per fortuna di noi tutti e, specialmente, dei siciliani, non hanno carattere di disastrose eruzioni di tipo Pliniano, essendo l’Etna un vulcano di tipo effusivo, a differenza del Vesuvio che e’ di tipo esplosivo.

I due vulcani minori, Stromboli e Vulcano, danno prova della loro attivita’ molto meno frequentemente, sebbene si possano ricordare, negli ultimi decenni, numerose eruzioni spettacolari dello Stromboli, con ovvia allerta e paura di tutte le popolazioni limitrofe.

Sembrerebbe che la cosa finisca qui, ma non e’ cosi’, poiche’ il Mediterraneo meridionale, in particolare, e’ letteralmente costellato di edifici vulcanici sottomarini, fra i quali il Marsili, che e’ il piu’ esteso vulcano Europeo con i suoi 70 km di lunghezza e i 30 di larghezza.

Oltre a questo “gigante” si possono contare una quarantina circa di altri vulcani, dal Vavilov al Terribile, da Palinuro al Sisifo e dall’Alcione ai gemelli Lametini, senza ricordarli qui tutti.

Ma quello che dovrebbe fare piu’ paura di tutti e’ rappresentato da una delle piu’ grandi “caldere” del mondo, identificata come “campi Flegrei” che, con la sua estensione di circa 30 km di diametro,  rappresenta una vera e propria “spada di Damocle” sulla testa non solo di noi italiani, ma di tutto il mondo.

Infatti tanto per citarla, circa 39.000 anni fa ci fu una devastante eruzione Flegrea che coinvolse l’intera Terra, ricoprendo circa 10.000 km quadrati di territori, con l’Ignimbrite campana e con i suoi tufi gialli.

Con moltissima probabilita’ sull’intero globo si sviluppo’ quello che si chiama inverno nucleare, caratterizzato da una densa coltre di nubi, polveri, gas e lapilli che, impedendo alla luce del sole di filtrarci attraverso, di fatto getto’ la Terra, appunto, in un lungo e freddo inverno tossico, con immaginabili conseguenze sia per la flora che per la fauna di tutto il mondo.

Poco al largo delle coste africane, nelle isole Canarie, c’e’ la presenza di altri due vulcani molto pericolosi per la loro dimensione e per la loro storia.

Uno di questi e’ il Teide, nell’isola di Tenerife, alto circa 3700 metri e che ha un ciclo eruttivo di 150.000 anni e che, per questo motivo, desta meno preoccupazioni del suo vicino, il Cumbre Vieja nell’isola di Las Palmas, alto meno di 2000 metri, ma che ha un ciclo eruttivo molto piu’ frequente, anche se di minor intensita’.

La caratteristica piu’ preoccupante di quest’ultimo edificio vulcanico e’ che, nel tempo, ha dato luogo ad una frattura di circa 20 km che attraversa quasi l’intera isola e che potrebbe, prima o poi, generare una immensa frana di una notevole porzione di montagna nel sottostante oceano Atlantico, generando, cosi’, un gigantesco tsunami che potrebbe creare non pochi problemi e danni addirittura sulle coste dei due continenti americani.

In aggiunta a tutto questo, va ricordato che, nel Mediterraneo orientale, vi e’ la presenza di un vulcano che, in passato, e’ stato causa di una delle piu’ violente eruzioni della storia umana e che si pensa sia stata una delle principali cause della scomparsa della civilta’ Minoica all’incirca verso il 1600 ac.

Il vulcano e’ il Thera o piu’ comunemente chiamato Santorini che, con la sua furia distruttiva, si pensa sia addirittura alla base di diverse leggende della storia, compresa quella di Atlantide.

Tutta questa panoramica è assolutamente non esaustiva, in quanto nell’intera area mediterranea e nord africana ci sono un’altra infinita’ di edifici vulcanici minori, a significare che questa specifica zona e’ particolarmente intensa nella sua attivita’ tettonica e che di questo l’uomo dovrebbe assolutamente tenerne conto.

Infatti, sarebbe da tener presente e considerare che, in fisica e, quindi, in tutti i fenomeni fisici della Terra, ad ogni azione corrisponde una reazione pari ed inversa, il che ci riporta alle eruzioni “in compagnia” di vulcani vicini o limitrofi.

E’ del tutto evidente che, se erutta singolarmente un vulcano come il Vesuvio o l’Etna, a meno che, per il primo, non si tratti di una classica eruzione Pliniana, ovvero esplosiva, a carattere devastante, se ne puo’ tenere il giusto conto, ma se, come nella specifica contingenza odierna, ne eruttano addirittura 3 in contemporanea come Etna, Cumbre Vieja e Vulcano, sicuramente le reazioni innescate nel sottosuolo da questo sconvolgimento cumulativo, potrebbero innescare anche l’eruzione di altri edifici vulcanici come, ad esempio, lo Stromboli, il Marsili o, nella peggiore delle ipotesi, con il risveglio improvviso dei Campi Flegrei.

Dobbiamo solo sperare che cio’ non avvenga, anche perche’ questo potrebbe significare, con molta probabilita’, l’inizio di un perido molto oscuro per l’intera umanita’ ma, sicuramente, dobbiamo cercare di comprendere ed accettare che, per quanto riguarda i vulcani, non possiamo permetterci di dire “se” erutteranno o meno ma solamente “quando” erutteranno.

A nostro favore abbiamo un alleato potentissimo che si chiama “tempo geologico” e, cioe’, che per un Supervulcano come quello di Yellowstone, che ha un ciclo eruttivo di circa 600.000 anni, eruttare 100 o 200 anni prima o dopo non fa alcuna differenza ma, per ovvi motivi personali di tutti quanti noi, di differenza ne fa veramente tanta.

Tanto per dare una dimensione a quello che potrebbe succedere nel caso di un’eruzione devastante, basti ricordarsi cosa successe il 27 agosto del 1883 nello stretto della Sonda a Est di Giava, ad opera del famoso Krakatoa, quando decise di risvegliarsi e di dare sfoggio della sua potenza.

Nell’arco di due o tre giorni ci furono oltre 36.000 morti – ricordiamoci che in quel periodo la popolazione della Terra non contava nemmeno un miliardo di abitanti e, quindi, sarebbe come dire che oggi ci sarebbero circa 300.000 morti – e che diede luogo ad uno Tsunami di altezza variabile, intorno ai 40 metri, e con un fronte di oltre 500 km che spazzo’ perfino le coste africane.

D’altronde, ricordiamoci del terremoto che il 24 dicembre del 2005 ha creato il piu’ distruttivo Tsunami della storia contemporanea, con appunto circa 300.000 morti all’attivo.

Tutto questo solo per ricordare a tutti quanti e a me stesso di quanto siamo piccoli di fronte all’immensita’ della natura e di quanto dovremmo avere rispetto di tutto quanto ci circonda; non scordandoci che qualsiasi azione che compiamo in dispregio di questo rispetto, alla fine, accumulandosi ad altre infinite azioni simili, potrebbe fatalmente ritorcersi contro noi stessi.  

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

INFORMATIVA COOKIES
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy
logo Giornalismo Libero blu su sfondo in trasparenza

Accesso