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La censura non sará più un problema, se lo vogliamo…

I marchi di alcuni social

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La censura sui social si fa sempre più stringente, e Facebook, in particolare, ha dichiarato che, dal 1° dicembre, qualunque post inerente alle “punture di stato” contrario alle direttive governative, indipendentemente dall’autorevolezza delle fonti che supportino tali affermazioni, viene eliminato sistematicamente.
Di fatto, non è più accettabile che sulle piattaforme maggiormente utilizzate, si tacciano medici e scienziati di millanteria, premi nobel di complottismo, che Open, Butac e Bufale.net siano accreditati come fact checkers indipendenti e abbiano la facoltà di fare il bello e il cattivo tempo, decidendo arbitrariamente cosa sia vero e cosa no.

Fortunatamente, nel tempo, sono sorte diverse alternative che però, ahimè, sono ancora poco utilizzate ma costituiscono il baluardo della resistenza dell’informazione, contro ogni censura di sorta.

Solo negli ultimi due anni, per chi è convinto come noi, che sia la gente a dover scegliere cosa pensare e cosa credere, sono nati MeWe, Gab, Parler, Gettr, Peertube, Mastodon, Byoblu Social, Sharktube, Rumble, Exit.News (tra l’altro, quest’ultimo, nostrano, è stato oggetto di diversi attacchi hacker che lo hanno costretto a ripartire da zero più e più volte), solo per citarne alcuni. Più questa guerra di informazione prosegue, più tali alternative si rafforzano nel superare nuovi ostacoli e restare in piedi.

Inoltre, già da un po’ di tempo, il presunto ex presidente della Casa Bianca ha annunciato che avrebbe lui stesso lanciato una nuova piattaforma, libera e senza censure, e sono convinto che, coperto da tanta autorevolezza, tutto il mondo libero non esiterà a migrare verso queste nuove soluzioni.

Infatti, dal 21 febbraio verranno lanciate ufficialmente truthsocial.com, un social classico dall’aspetto che ricorda quello di twitter; gettr e parler, dove sarà possibile condividere ogni sorta di contenuti; TMTG, che avrà il compito di soppiantare youtube come piattaforma video.

Voci di corridoio asseriscono che non solo tali piattaforme saranno utili per aiutare tutti ad unirsi e superare la censura, ormai imperante nel web, ma che, addirittura, a seguito dei numerosi documenti declassificati e delle disclosure degli ultimi anni, costituiranno anche un mezzo per portare notizie fresche e di forte impatto al grande pubblico. Notizie che, ovviamente, il mainstream omette sistematicamente di riportare.
È già possibile trovare  online tutte queste nuove piattaforme, ma, per il momento, ancora non fruibili.

Come in economia non posso che consigliare a tutti di mantenere “diversificato il proprio portafoglio”, perché non si sa mai, così, da appassionato informatico, consiglio di espandersi in più direzioni nel web. Il mondo è in continuo e imprevedibile cambiamento e non bisogna ritrovarsi “impantanati” e rischiare di perdere tutti i propri dati e il “lavoro” svolto nel tempo.

Ad ogni buon conto, bisogna tenere anche presente come, nonostante le “strette” di twitter, facebook e youtube e la continua nascita di alternative libere, una grande fetta di utenti non abbia voglia di cambiare. Continuando ad alimentare il vecchio, un po’ per abitudine,  si rende  la migrazione più lenta e difficile, per cui anche le aziende, di conseguenza, continuano a foraggiare chi impone diktat per giungere ad un bacino di utenza più ampio.  Questi “nuovi dittatori privati”, senza i numeri, sarebbero costretti a trasformarsi da feroci dobermann a mansueti barboncini.

Ma è tempo di cambiare…

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