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Scie chimiche: bufala o realtà?

scie chimiche

Tabella dei contenuti

Da diversi anni ormai si sente sempre più parlare, spesso a sproposito e senza alcuna base scientifica, di scie chimiche che verrebbero irrorate dagli aerei nei nostri cieli con lo scopo principale di far ammalare la gente – in modo che poi sia costretta a ricorrere alle medicine o, peggio ancora, che muoia – o per altri scopi, spesso a seconda di chi ne parla, molto più fantasiosi come, ad esempio, il controllo delle nostre vite attraverso nanoparticelle “intelligenti” che noi andremo a respirare dopo questa diffusione via cielo.

L’Inseminazione artificiale delle nuvole

Partiamo dalla certezza che “l’inseminazione artificiale” delle nubi per scopi meteorologici ha la stessa età dell’aviazione, in quanto è partita agli inizi del secolo scorso con studi diffusi, atti a verificare se, inseminando le nubi, si sarebbe potuto modificare il clima di determinate aree geografiche, con lo scopo specifico di aumentare le precipitazioni – in caso di aree aride – o di scongiurare il verificarsi di perturbazioni a carattere tempestoso e con diffusione di grandine in grande quantità.

Tecnica e limiti dell’inseminazione artificiale

Tutto ciò, come si può ben capire, per alleviare la siccità in determinate località o per evitare troppi danni alle colture agricole in genere e, di conseguenza, portare un beneficio alle aziende agricole interessate dalle perturbazioni atmosferiche.

Per la maggior parte, la tecnica utilizzata per l’inseminazione artificiale delle nubi è stata eseguita tramite il rilascio di svariate sostanze – allo studio fino agli anni ‘60 – fra le quali ioduro d’argento, sale o ghiaccio secco (biossido di carbonio congelato), che si sono dimostrate molto efficaci per la enucleazione generica delle particelle d’acqua presenti nelle nubi o per la vaporizzazione fino a saturazione completa dei complessi ghiacciati, poi rilasciati sul suolo sottostante.

Limiti e abbandono della tecnica

Come specificato nei link di seguito, tale tecnica ha perso molta della sua attrattiva, anche per un motivo estremamente logico, che è quello per il quale non si può avere coscienza di tipo scientifico sull’effettiva modifica di ciò che sarebbe avvenuto senza l’intervento umano. In altre parole, non si poteva essere certi se quel determinato quantitativo di acqua sarebbe caduta lo stesso senza inseminare le nubi o se ne sarebbe caduta di più o di meno.

Anche per questo motivo, con il tempo, tale tecnica è stata quasi totalmente abbandonata per l’alto costo sostenuto e per l’incertezza dei risultati ottenuti, ovvero il gioco non valeva la candela, come normalmente si dice.

https://it.wikipedia.org/wiki/Inseminazione_delle_nuvole

Considerazioni sulle altitudini e dispersione

Un’altra considerazione della quale bisogna assolutamente tenere conto è che gli aerei, normalmente, viaggiano ad una quota che varia dai 10 ai 12 mila metri – quelli intercontinentali o internazionali a 12 mila, mentre quelli nazionali si tengono su quote intorno agli 8-10 mila metri – e considerando che a 12 km di altezza la temperatura è di meno 56 gradi centigradi (a 10 mila, poco inferiore, attestandosi intorno ai meno 50) si può ipotizzare, senza ombra di dubbio, che qualsiasi sostanza rilasciata nell’atmosfera o dai motori a turbina – come sostenuto dagli appassionati di scie chimiche – o da appositi ugelli, quindi a pressione, ad una velocità che oscilla intorno ai 900-1000 km ora, si cristallizzerebbe all’istante, andando a formare condensati ghiacciati di varie dimensioni, rischiando di trasformarsi in veri e propri “bolidi di ghiaccio” che precipiterebbero al suolo a 2 o 300 km l’ora, quindi ben visibili e osservabili, soprattutto per i danni che provocherebbero con il loro impatto.

Dinamiche atmosferiche e dispersione

Inoltre, a quelle altezze, le correnti atmosferiche hanno assolutamente delle dinamiche totalmente differenti dal suolo e sono di svariati tipi, come, ad esempio, le correnti ascensionali, discensionali o venti molto forti – si parla di venti che possono andare anche oltre i 200 km ora in determinate condizioni – che, di conseguenza, disperderebbero le sostanze rilasciate nell’aria a svariate centinaia di km dal punto stesso di rilascio.

http://ishtar.df.unibo.it/mflu/html/note8.html

Considerazioni finali

Per ultimo, ma sicuramente non meno importante di tutto il resto, va considerato l’aspetto logistico di tutta questa situazione che rasenta l’assurdità, e cioè come sia possibile caricare, in gran segreto, su tutti gli aerei o anche solo in una parte di essi, le svariate centinaia, se non migliaia di kg di sostanze chimiche da poter distribuire, poi, nell’atmosfera.

Come, forse, non tutti sanno, i piloti di ogni aereo devono eseguire dei check di carico assolutamente ben precisi prima di poter decollare, assicurandosi che il carico, i passeggeri e il carburante siano nelle quantità stabilite e correttamente disposti in tutte le parti dell’aereo.

Infatti, se per puro esempio, un aereo che può trasportare fino ad oltre 350 passeggeri – Airbus A300 – se ne avesse in partenza la metà, cioè 175, non potrebbe farli accomodare tutti riuniti nelle prime file o nelle ultime, ma dovrebbe, come del resto fanno sempre, disporli equamente suddivisi fra tutte le file di sedili, proprio per una ragione di equa distribuzione del carico.

Lo stesso avviene con i bagagli, e lo stesso deve avvenire con la quantità di carburante che viene caricato, il quale subisce delle limitazioni o aumenti proprio in ragione del carico, dei passeggeri e della distanza da percorrere.

https://it.wikipedia.org/wiki/Volo_National_Airlines_102

https://www.larena.it/rubriche/approfondimenti/antonov-disastro-aereo-verona-vittime-storia-1.9780700

In ultima analisi, vorrei analizzare anche quello che ci ricorda la matematica, e cioè che dato il traffico giornaliero che attraversa i nostri cieli – circa 1000 voli quotidiani di solo sorvolo o in decollo e atterraggio nei nostri aeroporti – e considerando anche solo 2000 kg di sostanze chimiche da irrorare nelle nubi (se si accetta questa teoria) vorrebbe dire che sulla sola Italia, quotidianamente, verrebbero utilizzate 2000 tonnellate di sostanze chimiche ogni giorno, arrivando a 800 mila tonnellate all’anno, con dei costi, ritengo, assolutamente improponibili, qualsiasi sia scopo che si voglia raggiungere.

Anche se dovessimo considerare che solo un 10% degli aerei faccia parte di questo immenso “piano strategico di controllo” si parlerebbe pur sempre di 80 mila tonnellate di sostanze chimiche disperse nella nostra atmosfera (e in quella dei paesi limitrofi, raggiunti dalle nostre correnti trasversali) e non credo che esista al mondo una mente tanto malata da disperdere una tale valanga di soldi per qualsiasi scopo, considerando che potrebbero raggiungere gli stessi risultati con un dispendio di risorse infinitamente minore.

In conclusione, ritengo, a ragion veduta, e con il supporto dei dati matematici, scientifici e, soprattutto, logici, che tale “imbarazzante” teoria, sostenuta da chi non ha veramente di meglio da fare che arrovellare il proprio cervello al fine di ideare sempre più fantasiose teorie, sia assolutamente da scartare e non prendere nemmeno in considerazione, se non come simpatica chiacchierata da bar, fra un prosecco e uno spritz.

Ma, ovviamente, questo è solo il mio personalissimo pensiero, ed ognuno è libero di analizzare i dati sopra riportati per arrivare alla sua personale opinione.

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