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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Quello che non vogliono dirci

I capi dei maggiori Stati partecipanti alla Seconda Guerra Mondiale

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Come si è sempre saputo, per comprendere il presente e soprattutto per provare ad immaginare gli eventi futuri, è di fondamentale importanza comprendere la storia, materia assai indigesta per la maggior parte degli studenti di ogni ordine e grado in quanto, a meno che non si abbia la fortuna di avere degli insegnanti assai preparati e lungimiranti, questa branca della conoscenza è sempre stata da una parte osteggiata e, nel contempo, trattata come una cosa da sapere, ma di scarsa utilità pratica.

E invece è proprio dalla storia che si possono comprendere a pieno le dinamiche presenti e, specialmente, capire quali possano essere le menzogne e le verità sottaciute o mistificate per altri scopi.

Il Dilemma della Seconda Guerra Mondiale

Durante gli ultimi due anni della Seconda Guerra Mondiale, le intelligenze – termine assai discutibile – di tutto il mondo e, soprattutto, dell’Europa, si sono mosse su più fronti, al fine di trovare “la quadra” sul disastro che si stava consumando su praticamente tutta la faccia della Terra, con danni fisici e perdite di vite umane così elevate da non essere ancora oggi del tutto rimarginate.

Infatti, cosa che non tutti sanno, il dilemma, sostanzialmente, era se mettersi d’accordo con i tedeschi o, viceversa, stringere accordi con l’altro “regime” – assai più pericoloso, se considerato a lungo termine – impersonificato dall’Unione Sovietica, governata con pugno di ferro e molta stupidità da uno dei più feroci e sanguinari dittatori di tutti i tempi, che rispondeva al nome di Josif Stalin.

Le Conseguenze delle Scelte Politiche

Sia Churchill che Roosevelt, prima e dopo Truman, pensarono bene di stringere accordi con quest’ultimo solo ed esclusivamente per dei meri calcoli di ordine immediato – cioè pensarono all’oggi, piuttosto che al domani – considerando che, certamente, l’Unione Sovietica avrebbe potuto creare notevoli problemi nel futuro, ma, sul momento, la cosa fondamentale era fermare Hitler in qualità di problema immediato, consci del fatto che, se avessero optato per una differente opzione – appoggio alla Germania e richiesta di pace – il secolo successivo sarebbe stato, con molta probabilità, improntato ad una egemonia praticamente totale della Germania sull’intero vecchio continente.

Gli effetti sarebbero stati devastanti per gli Stati Uniti, che si sarebbero viste precluse le mire imperialiste ed espansionistiche, appunto, su tutta l’Europa e, nel contempo, avrebbero dovuto fare i conti con l’impero del Sol Levante, con il quale sarebbero stati costretti a siglare una pace molto controproducente per gli stessi motivi di cui sopra.

Il Futuro dopo la Seconda Guerra Mondiale

In principio, il maggiore veto fu posto dall’Inghilterra, che non poteva assolutamente tollerare la presenza nel continente di una potenza superiore a sé stessa e sotto la quale avrebbe dovuto, infine, piegarsi.

Ma sicuramente il “nodo” maggiore sarebbe stato rappresentato dai rapporti fra la Germania di Hitler e l’Unione Sovietica di Stalin, che si sarebbero fronteggiate per i futuri decenni, cercando di prevaricare l’una sull’altra, ma solo fino ad un certo punto, in quanto, a differenza di quanto successo fra Stati Uniti e Unione Sovietica fino al 1989 – Crollo del muro di Berlino e dissolvimento del colosso Sovietico – fra la Germania e i Russi, con molta probabilità, si sarebbe instaurata una sorta di “pace di convenienza” utile a tutte e due le superpotenze.

In pratica, si sarebbero spartite il mondo cercando di concedersi, reciprocamente, lo spazio vitale.

Purtroppo, come detto, è stata scelta la soluzione al momento più facile, demandando alle generazioni future il problema di risolvere i rapporti con il baffuto Stalin e con la sua volontà di rendere comunista l’intero vecchio continente.

Il Declino di Stalin e l’Emergenza di una Nuova Leadership

Ma Stalin era uno solo e, come poi è stato alla fine, se ne è andato – come succede a tutti – lasciando il posto ad una stuola di personaggi assolutamente non all’altezza di condurre un paese disastrato da 6 anni di lunghissima guerra e di perdite impressionanti – secondo alcuni calcoli fatti all’indomani della dissoluzione dell’impero Sovietico, i russi passati a miglior vita a causa delle terribili purghe del ’37 e del ’39, della guerra e dell’impressionante carestia occorsa negli anni ’50, per non parlare di tutti gli oppositori al regime fatti sparire nei gulag siberiani, sono oltre i 100 milioni, su una popolazione totale di circa 220/250 milioni di persone, per cui si può immaginare quali fossero realmente i problemi da superare internamente, prima di potersi dedicare ai rapporti con l’esterno.

La Transizione dopo la Dissoluzione dell’Unione Sovietica

Successivamente al dissolvimento dell’Unione Sovietica, e dopo un periodo di transizione durato fino agli inizi del nuovo millennio, con l’avvento al potere dell’attuale Putin, la nuova Federazione Russa, sempre forte dei suoi 17 milioni di km quadrati di territorio, si è dedicata a potenziare la propria struttura interna, la propria economia e, in sostanza, ha ritenuto opportuno pensare più alla politica interna che a quella estera.

Il Ruolo della Nato e l’Equilibrio tra le Superpotenze

È utile ricordare in queste righe che il Patto Atlantico e conseguente NATO, sono state create solo ed esclusivamente per porre rimedio alla immensa “mossa falsa” fatta da Churchill con l’alleanza con l’Unione Sovietica e, quindi, all’indomani dello sfaldamento dell’orso Russo, i presupposti per mantenere vivo questo organismo sono venuti a mancare totalmente, anche perché l’ex Unione Sovietica, per oltre un decennio, ha avuto ben altri problemi ai quali dedicarsi, piuttosto che pensare ad espandersi nuovamente, riconquistando tutti gli stati persi.

Le Preoccupazioni sull’Espansionismo Russo e le Tensioni Attuali

L’unica cosa che sarebbe dovuta accadere era lo scioglimento della NATO, il rientro di tutte le basi e truppe americane stanziate sul vecchio continente e, di fatto, l’esclusione americana dalla politica attiva dell’Europa. Solo in questo modo avrebbero potuto realmente nascere gli Stati Uniti d’Europa, totalmente liberi e affrancati dalla “longa manus” americana e, soprattutto, ago della bilancia fra le due superpotenze: USA e Federazione Russa.

Ma, al contrario, si è preferito accettare la “protezione” degli USA – un po’ come una prostituta che, per mancanza di carattere o per comodità, accetta di lavorare sotto un qualsiasi pappone, piuttosto che gestirsi la vita per proprio conto – e questo, come sempre accade, ha avuto un prezzo che, oggi, rischiamo di pagare personalmente in modo assai pesante.

I media occidentali, fortemente pagati dagli interessi americani, continuano a millantare ipotesi di espansionismo russo se non fermiamo i russi in Ucraina – sulla pelle di quei poveri disgraziati di civili – e che i prossimi paesi che saranno invasi saranno le Repubbliche Baltiche (Estonia, Lituania, Lettonia) e, con molta probabilità, pure la Polonia e che, addirittura, oltre alle armi dovremo mandare anche i nostri militari a combattere il “cattivo Zar Putin” che, sicuramente, vorrà invadere l’intera Europa mettendo a rischio la nostra stessa vita.

Ma nulla di tutto ciò è reale.

E se le popolazioni europee non decideranno di svegliarsi e dire basta fermamente a gente come quell’imbecille di Macron, che insiste nel voler intervenire militarmente, rischiando così l’innesco di quella che potrebbe essere la Terza Guerra Mondiale, ma soprattutto l’ultima, ho realmente timore che il futuro non potrà riservarci nulla di buono.

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