La passione per la cultura e lo spirito investigativo, sollecitato da un’insaziabile curiosità, mi spingono a indagare nella vita privata del letterato di turno. Questa volta è toccato al celebre scrittore di origine irlandese, Oscar Wilde.
Se qualcuno si è perso la lezione di letteratura inglese, allora deve sapere che, nell’epoca vittoriana dove tutto era ligio e perbenista, arriva il nostro Oscar e fa coming out, ovvero dichiara il proprio orientamento sessuale: sono un omosessuale con moglie e figli.
Preso a modello? Macché! Oltraggiato e in più condannato a due anni di lavori forzati.
Rinchiuso nella poco accogliente prigione di Reading Goal, Wilde ebbe tempo e modo di riflettere su come e quanto era ormai divenuto un soggetto poco gradito nell’appariscente gruppo sociale dove era solito muoversi con estrema disinvoltura.
Oscar Wilde, il damerino irlandese ostentava la grafia e nascondeva il sorriso dietro la mano. Perché?
Esteta a tutto tondo, Wilde si compiaceva della sua grafia. Infondo, il segno grafico attraverso cui esprimiamo i pensieri rivela diversi tratti della nostra personalità.
Dalle opere autografe che ci sono pervenute si evince che lo scrittore era dotato di una spiccata ed eccentrica creatività, un pensiero del tutto originale e un amore per il bello in tutte le sue forme.
Un tantino presuntuoso nel ritenersi capace di fare le cose meglio di chiunque altro e bugiardo senza scrupoli per il proprio tornaconto, Wilde si è contraddistinto per il suo perfezionismo e senso critico.
Uomo ironico e di grande intelligenza, ha saputo descrivere la società del suo tempo analizzandone le imperfezioni, senza però ergersi a moralista.
Se è vero che si compiaceva del suo talento e della sua grafia, non si può dire altrettanto per i suoi denti.
Eh già! Quello di Wilde non era per niente un sorriso al dentifricio! Quest’uomo dai gusti raffinati aveva denti neri e maleodoranti.
Da giovane, lo scrittore aveva contratto la sifilide e, per lenire i sintomi della malattia, era costretto a sorbirsi dosi di mercurio, con conseguenze nefaste per la sua dentatura.
Ecco, allora, che Wilde, per non stomacare i suoi interlocutori parlava e sorrideva sempre con una mano davanti alla bocca.”