Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Più si va avanti e più mi rendo conto che siamo giunti alla fine

Una strega cavalca un cavallo mentre lancia sfere di fuoco su una città in fiamme

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Coperte dalla cacofonia proveniente dalle ultime elezioni-farsa, finite solo due giorni or sono, con l’intero mainstream che fa a gara a chi dice le stronzate più grosse sul toto ministri, sulle composizioni del governo ancora da nascere, sulla fine che farà l’eterna, intoccabile sinistra, sugli errori fatti e sul “disastroso” futuro che ci attende, si continuano a sentire le campane della storia che suonano a morto.

Per chi sa leggere fra le righe, e non soltanto fra di esse, i segnali di una fine realmente imminente ci sono tutti, e si stanno addensando all’orizzonte, né più né meno di un temporale autunnale di cui abbiamo chiari esempi sotto gli occhi proprio in questi giorni.

Invito tutti i lettori a fare un grande sforzo di collegamento con tutto ciò che ho avuto modo di raccontare in questi ultimi due anni, cercando di seguire un filo logico dei fatti che realmente sono accaduti, “pulendoli”, se così si può dire, dai contorni fumosi delle notizie date in pasto all’opinione pubblica solo ed esclusivamente per confondere il “popolino” (come amano definirci i vari potenti di turno).

La storia, per certi versi, ha origini molto lontane nel tempo, quando moltissimi di noi non erano nemmeno nati, ma per brevità di esposizione non voglio assolutamente ripercorrere tutte le tappe che hanno contraddistinto gli ultimi 70 anni della nostra vita, e mi limiterò, cercando di essere il più chiaro possibile, agli ultimi 10 – 12 anni, ovvero da quando si è innescata la crisi – pilotata – ormai passata alla storia come la crisi dei “sub prime”, che ci è stata gentilmente regalata dagli U.S.A..

Gli effetti di questa immensa crisi finanziaria, generatasi in America e dovuta principalmente al fatto che 5 fra le più grandi banche mondiali stavano sostanzialmente fallendo, ragione per la quale i reali detentori del “capitale” mondiale hanno messo in atto una colossale operazione di rifinanziamento delle suddette banche al fine di salvare il salvabile e non perdere del tutto il controllo della finanza globale, sono stati realmente devastanti per la vecchia Europa, colpevole di avere un’economia e una struttura sociale assai differente da quella Americana (per fortuna, oserei dire) e ne stiamo pagando le conseguenze ancora oggi.

Le suddette banche, non contente di aver agito per oltre un ventennio in dispregio massimo di qualsiasi buona regola finanziaria e senza tenere alcun conto della “lezione” ricevuta a causa della loro dissennata politica finanziaria, invece di, appunto, fare tesoro di tali nozioni, hanno continuato a ripetere le stesse azioni, arrivando sull’orlo del collasso odierno.

Un’altra volta!

In tutto ciò si è innescato quello che tutti, ormai, conoscono per averlo vissuto sulla propria pelle durante questi ultimi 3 anni, e cioè il problema derivante dalla pseudo pandemia, probabilmente inventata ad arte sempre dai soliti detentori del potere totale e, con quasi certezza, sfuggita di mano agli stessi artefici.

Qualcuno mi obietterà che i morti ci sono stati veramente e che, ancora oggi, ci sono persone che si infettano continuamente, che stanno male e che in qualche caso muoiono pure, ma se mi permettete, i dati che tutti possono trovare facilmente con una semplice ricerca in rete parlano di tutto fuorché di una disastrosa pandemia a livello globale.

Come ho già avuto modo di scrivere in svariati articoli, in questi ultimi anni, e prendendo solo l’Italia come esempio – riproporre i dati a livello mondiale porterebbe il lettore fuori pista, in questo contesto – basti pensare che ogni anno, in Italia muoiono circa 650 mila persone per le più disparate motivazioni, dal cancro, alle malattie cardiovascolari, di morte naturale, ecc. e nel 2020 i morti sono stati poco sopra i 730 mila, mentre nel 2021 sono scesi intorno ai 700 mila (per l’anno corrente dovremo aspettare, ovviamente, che finisca, ma già ad oggi si può dire che si sta tornando nella “norma” degli anni precedenti l’inizio della pseudo pandemia).

Sono d’accordo con tutti che si sta parlando di esseri umani e non di cioccolatini o mele, ma purtroppo quando si parla di statistiche bisogna prendere in esame i numeri per quello che sono, senza momentaneamente farsi fuorviare da discorsi di tipo morale od etico, altrimenti non si viene a capo di nulla.

Quindi, per riepilogare, sapendo che ogni anno l’influenza normale porta via qualcosa come 8-10 mila persone, è del tutto ovvio che un virus nuovo, anche se della stessa famiglia di quello che ci provoca l’influenza, può provocare un eccesso di mortalità, ma nulla di più, ed in ogni caso assolutamente non paragonabile, nel modo più assoluto, alle grandi pestilenze che hanno afflitto l’umanità nel corso della sua storia (i dati relativi a tali mali ho avuto modo di illustrarli in articoli precedenti).

Se, poi, aggiungiamo che attorno a questo “evento” – naturale od artificiale, ognuno lo veda come meglio crede – è stata fatta una campagna mediatica mondiale che non ha precedenti nella storia recente, il quadro che se ne trae è più che sufficiente per “vedere” una piccola parte di quello che, a parer mio, si cela dietro ad esso: un piano ben predeterminato.

Ma badate bene che qui non bisogna ragionare in termini temporali corti, di qualche anno o al massimo di un decennio, perché il disegno che sta dietro a tutto questo, come detto all’inizio, pianta le sue radici ben prima delle due grandi guerre, e comprende una tale valanga di eventi, apparentemente scoordinati l’uno con l’altro, ma che se visti sotto la giusta ottica ci tratteggiano una “linea di pensiero” ben precisa.

Tornando ai giorni nostri, in rapida successione all’evento, che per comodità chiamerò pandemico, si è andata ad innescare la guerra fra Russia e Ucraina, che tutti quanti ben conosciamo (per lo meno quello che ci racconta l’immarcescibile main stream) e che ci sta portando realmente sull’orlo dell’abisso più nero.

Aprendo e chiudendo rapidamente una piccola parentesi, posso semplicemente dire che, personalmente, sto cercando di arrovellarmi per comprendere quali siano gli scopi “veri” di tutto quello che sta succedendo, senza, per altro, riuscirci, perché anche per me questa motivazione sfugge come un’anguilla appena pescata.

Ma su questo punto avrò modo di ritornarci.

Anche in questo caso, le motivazioni per le quali la Russia ha scatenato questo intervento militare, sono da ricercarsi nel passato, poiché dopo oltre 10 anni passati ad avvertire sia l’Ucraina che l’America di smetterla con le vessazioni sul popolo russo abitante nell’Ucraina meridionale, e non vedendo sostanzialmente alcun tipo di “retromarcia” da parte dei suddetti soggetti, Putin si è stufato e ha deciso di intervenire pesantemente.

Con questo non voglio, nel modo più assoluto, giustificare l’azione militare e la guerra che ne è scaturita, ma vorrei semplicemente sottolineare che, come in ogni cosa che succede sulla faccia della Terra, la colpa non è mai da una sola parte, e il nostro compito è proprio quello di cercare di capire i motivi reali, perché una cosa è accaduta, senza cadere nell’inganno di chi ha interesse a che la verità non venga mai a galla.

Inoltre, ricercare chi ha ragione e chi ha torto non mi interessa poi più di tanto, poiché quello che realmente mi preoccupa, e che vorrei cercare di capire, è quello che ci riserva l’immediato futuro e, più in generale, come riusciremo a sopravvivere a tutto questo.

Perché, come ho già avuto modo di dire qualche tempo fa, ciò che succederà nei prossimi 3-4 mesi sarà estremamente importante per comprendere se la caduta nel baratro sarà inevitabile o se, viceversa, abbiamo qualche speranza di cavarcela.

Purtroppo, le mosse di Putin, nell’immediato futuro, rispecchiano quello che è la tradizione prima Sovietica e, successivamente, Russa da tre secoli or sono, e cioè che questa immensa nazione ha sempre contato su un alleato formidabile, che nessuna forza umana è mai riuscita a piegare o modificare: la natura.

Infatti, Putin sta solo aspettando l’arrivo dell’inverno Russo per mettere in atto quella che è la sua più temibile arma, e cioè la chiusura delle forniture di energia all’occidente, così bisognoso di quanto gli viene elargito, in modo che, contrariamente a quanto viene falsamente detto da tutti i giornali Europei, quasi tutte le nazioni del vecchio continente verranno letteralmente messe in ginocchio.

Molti non lo sanno, ma la stessa Ucraina paga giornalmente circa 1 miliardo di dollari alla Russia per il gas che gli viene fornito da quest’ultima, e il giorno che il flusso sarà interrotto – nel pieno dell’inverno russo, dove le temperature scendono fino a -43° – l’intero paese dovrà fare i conti con il proseguimento della guerra fino all’ultimo uomo, o il sedersi ad un tavolo ed accettare le condizioni “guidate” dal famigerato “Generale Inverno”.

E per quanti ancora si illudano che le falsità raccontate dal main strema circa le difficoltà della Russia, spacciata ormai come nazione con le spalle al muro, siano vere, sappiate che le cose stanno andando esattamente come ho detto ormai diversi mesi fa, e la stretta finale si sta avvicinando sempre di più, specialmente con le ultime notizie, giunte fresche fresche qualche ora fa.

Tutti ricorderete che verso la fine di agosto, ci fu la comunicazione della chiusura del Nord Stream 1 per manutenzione, a partire dal primo di settembre, cosa che, effettivamente, c’è stata e che, contrariamente a quanto comunicato, non ha generato una riapertura dello stesso gasdotto.

Beh, pare proprio che non riaprirà, poiché è notizia di alcune ore fa, pare che il Nord Steam 1 sia stato pesantemente sabotato e che stia riversando migliaia di metri cubi di gas sotto il Mar Baltico, con il conseguente stridio delle accuse da una parte e dall’altra di vicendevoli colpe.

Ora, che sia stata la Russia a sabotarlo o che ci sia lo zampino dell’Ucraina, sovvenzionata dagli U.S.A. e dall’Europa poco importa, poiché le conseguenze sono assolutamente indipendenti dal fatto che sia stato l’uno o l’altro, e ci fanno presagire che questa è la vera “svolta” nel conflitto in atto.

Primo, perché riparare questi danni richiederà un tempo talmente lungo – sempre che siano riparabili – che il risultato sarà del tutto ininfluente ai fini del proseguimento della guerra stessa, e in secondo luogo perché questa è la vera “cartina di tornasole” o per meglio dire lo “show-down” di pokeristica memoria con il quale si potranno vedere le carte di ogni giocatore seduto a questo tavolo.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/09/27/fughe-di-gas-danni-senza-precedenti-a-tre-linee-del-nord-stream_31f0436d-e4ce-4710-9a35-bbdffcabc2e2.html

In conseguenza di ciò si avranno i fatti cosequenziali, non dimenticando assolutamente che il 30 di questo mese Putin dovrà fare un discorso alla nazione in merito ai referendum appena conclusi nelle province separatiste filo-russe del Donbass, con prevedibilissimi avvertimenti all’occidente su eventuali attacchi a tali regioni.

Le conseguenza di questo “nuovo fatto” saranno immediate, in quanto, in primis la Germania comprenderà a pieno quale futuro aspetta ai suoi cittadini in questo maledetto inverno che verrà, e sarà costretta a mettere in discussione tutto quanto costruito insieme all’Europa ed all’America in questi ultimi mesi contro la Russia.

Se non lo farà, entrerà in una recessione al cui confronto quella generata dal crollo delle borse del ’29 potrebbe essere considerata una semplice sfortunata congiuntura finanziaria sfavorevole.

Riallacciandomi a quanto ho sottolineato all’inizio di questo articolo e alla preghiera, rivolta ai lettori, di fare uno sforzo per guardare tutto in una visione d’insieme, quanto fin qui esposto penso che possa dare una dimensione almeno parziale di quello che, effettivamente, sta accadendo, e sopratutto, con un po’ di immaginazione, ci può edurre sull’inimmaginabile pericolo che tutti quanti noi stiamo correndo.

Purtroppo, tutto questo lo dobbiamo agli insani pensieri di un manipolo di persone che si ritengono, a torto, di essere superiori a tutti noi.

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