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In una parte del mondo ogni giorno un uomo uccide una donna. Perché?

Barbablù consegna il mazzo di chiavi a sua moglie Primula, illustrazione di Gustave Doré

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L’ennesimo femminicidio a Fossombrone

Di qualche giorno fa la notizia dell’ennesimo femminicidio. È accaduto a Fossombrone, nelle campagne marchigiane. L’intera agghiacciante vicenda si è consumata nel giro di pochi istanti. Un 47 enne si è recato nell’abitazione della cognata, e con la sua pistola, regolarmente detenuta, avrebbe fatto fuoco. Dalle prime indiscrezioni la donna sarebbe morta sul colpo. Al momento le indagini sono in corso, i carabinieri stanno effettuando i dovuti accertamenti per determinare tanto l’esatta dinamica dei fatti quanto il movente.

Il fenomeno complesso del femminicidio

Le mie riflessioni partono, sì, da questa immane tragedia ma per dilatarsi a un fenomeno complesso e articolato che riguarda “il perché” un uomo uccide una donna. La tematica è alquanto delicata e vasta che difficilmente si potrà esaurire in poche righe di articolo.

La mente umana e il rifiuto

La mente umana è multiforme come gli agìti dei singoli individui.

Ci sono uomini che proprio non tollerano il “rifiuto” da parte di una donna. Se nella maggior parte delle situazioni, e per fortuna, il “no” come risposta del gentil sesso viene rispettato, nei casi di omicidio con movente passionale, ahimè, quella zona ragionevole del cervello maschile cede alla volontà di annientare completamente la persona che è causa della sua frustrazione.

L’incapacità di intendere e volere non giustifica il femminicidio

Ė inutile appellarsi all’incapacità di intendere e di volere, anche se scopo del legale è quello di ottenere una pena minore per il proprio assistito. Questi soggetti decidono di uccidere in modo lucidissimo, devono appagare il desiderio di vendetta che arde così tanto nella loro testa, a tal punto, che non importa loro niente delle conseguenze dei loro gesti come, ad esempio, finire nelle patrie galere a vita.

La premeditazione dietro ai femminicidi

Dietro ai femminicidi, spesso, vi è la premeditazione. Non a caso, questa tipologia di uomini porta con sé un’arma e, a volte, sosta sulla scena del crimine. Non mancano casi in cui l’omicida è anche arrivato ad autodenunciarsi.

L’arma come strumento del femminicida

L’arma è spesso utilizzata come strumento del femminicida. Tali condotte rendono chiara l’idea che a questi criminali non importa nulla degli effetti delle loro abominevoli azioni.

Tratti frequenti del femminicida

La scena del crimine diventa spesso un luogo di sosta per il femminicida.

Non mancano casi in cui il femminicida si autodenuncia.

Tali condotte rendono chiara l’idea che a questi criminali non importa nulla degli effetti delle loro abominevoli azioni.

La possibile condanna all’ergastolo passa in secondo piano rispetto al compiacimento del femminicida nel togliere dalla faccia della terra la donna che ha osato respingerlo.

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