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Il denaro è lo sterco del diavolo: mai, come ora, è vero

pile di monetine

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Sebbene io, personalmente, non creda minimamente a cose simili a Satana, Lucifero, il Diavolo o come volete nominarlo, ho voluto usare un detto che lo raffigura più come il male assoluto, piuttosto che dargli una valenza di tipo religioso.

Premesso questo piccolo particolare, del tutto necessario per non ingenerare confusione in chi mi legge e per rivangare un argomento a me molto caro, vorrei porre l’attenzione sull’aspetto e la posizione che il denaro sta assumendo nella nostra società, che sia occidentale od orientale non fa alcuna differenza.

Il baratto come forma di scambio

Fin dall’albore dell’umanità si è sempre cercato un sistema per poter avere ciò che non si aveva e, in principal modo, il cibo necessario a sfamarsi o delle case che non si era in grado di costruire da sé stessi.

Per moltissimo tempo non è esistita alcuna forma di denaro e, al suo posto, veniva praticato diffusamente il baratto come forma di commercio o scambio, proprio per avere quelle cose che non si possedevano scambiandole con altre cose od oggetti che, magari, si potevano avere in abbondanza.

L’invenzione del denaro

Il denaro vero e proprio ha fatto la sua comparsa sulla faccia della Terra all’incirca alla fine dell’VII secolo A.C. nell’Illiria, attuale Turchia, ed era stato, per così dire, inventato per avere un sistema di scambio uguale per tutti, che potesse facilitare l’ormai non più sufficiente baratto, e questo ha avuto una concomitanza con il passaggio da popolazioni nomadi a popolazioni stanziali, per cui, producendo magari troppo di un determinato prodotto ed essendo carenti di altri, era necessario un sistema per poterlo comprare o vendere con certezza di non rimetterci più di tanto (anche all’epoca si era sviluppato il concetto di guadagno e perdita).

Tutto ciò con alti e bassi e, mano a mano che si andava diffondendo il sistema monetario in tutto il mondo conosciuto – in Grecia approdò solo un secolo più tardi – e, sopratutto, poiché le monete erano coniate per lo più con metalli preziosi quali l’oro e l’argento, si andava diffondendo rapidamente anche tutto un vasto sottosistema di raggiri, truffe, ruberie, approfittazioni e ogni tipo di azione che prelevava le sue origini dal profondo dell’animo umano e delle sue malefiche perversioni.

Nei secoli successivi e fino ai giorni nostri abbiamo potuto assistere, per oltre 2000 anni, alle più abbiette e infime azioni degli uni contro gli altri in nome di questa nuova cosa che aveva preso il nome di “denaro” e che, in buona sostanza, si era sostituita a qualsiasi altro credo esistente in quel dato periodo.

L’uso del denaro come strumento di potere

Infatti, anche se il discorso sarebbe estremamente lungo e complesso, in nome del Dio Denaro si è sempre fatto di tutto e di più, e l’Uomo è riuscito a dare il peggio di sé stesso imbastendo un’azione ancora peggiore della precedente, sempre di più, mai sazio di quanto potesse essere arrivato in fondo all’abisso della perversione.

Per fare degli esempi pratici, basti pensare all’intera epoca medievale, gestita a suon di roghi, torture, massacri e quant’altro la mente umana fosse in grado di partorire, solo in nome del denaro, che era un sistema attraverso il quale poter arrivare ad avere sempre più potere da esercitare sul proprio prossimo.

Perché questo è un binomio che deve essere tenuto bene a mente, se si vuole comprendere fino in fondo la natura stessa del denaro e se vogliamo iniziare a comprendere come questa semplice “cosa” sia sempre stata la rovina dell’umanità e, con estrema probabilità, ci porterà verso la nostra prematura estinzione.

Ma arriviamo ai giorni nostri e cerchiamo di capire quale “salto di qualità” – se così si può dire – abbiano fatto il denaro e il suo utilizzo.

Le tasse nell’antico Egitto

Fin dal XVIII secolo A.C., nel faraonico Egitto e, con molta probabilità, anche da qualche secolo prima, erano state inventate le cosiddette “tasse”, che noi conosciamo fin troppo bene, al giorno d’oggi, ma sostanzialmente con delle differenze non di poco conto, in quanto lo Stato – ovvero il Faraone – attraverso i suoi Funzionari, le imponeva – pagate rigorosamente in natura – solo ed esclusivamente per avere la possibilità di costruire opere pubbliche di utilità per tutti o per ammassare provviste nei magazzini reali al fine di affrontare le ipotetiche crisi date da carestie future.

Era stato redatto pure un codice fiscale estremamente complesso e dettagliato, all’interno del quale, a differenza dei giorni nostri, c’erano anche delle solenni punizioni per gli approfittatori e, sostanzialmente, per i disonesti, ovvero per funzionari o altri personaggi che venivano trovati con le mani nel sacco.

https://www.riflessioni.it/enciclopedia/tasse.htm

Robin Hood e la lotta contro i tassatori

Andando direttamente al medioevo, tutti noi conosciamo le varie leggende riguardanti personaggi di fantasia come Robin Hood, che rubava ai ricchi – i tassatori – per donare ai poveri e che, in qualche modo, cercava di opporsi alle vessazioni che i potenti continuavano a praticare sulle popolazioni al fine di accumulare ricchezze immense ma, principalmente, per poter esercitare il potere assoluto sui loro sudditi, e tutto questo avvallato da fantomatiche “investiture” di tipo religioso.

Il progresso tecnologico e l’evoluzione della tassazione

Con il progredire della tecnologia, il mondo della tassazione ha avuto un balzo in avanti, diventando un vero e proprio sistema indipendente che, inversamente al progredire della tecnologia stessa, perdeva progressivamente il suo motivo di esistenza.

Cerco di spiegarmi meglio.

Se da una parte, tralasciando le meschine motivazioni per le quali, nei secoli passati, si imponevano delle tasse assurde alla popolazione di ogni stato, un certo tipo di contributo, da parte della gente, era anche necessario al fine di “partecipare” alle necessità della comunità stessa; con il progredire della tecnologia tutto questo ha iniziato a perdere la sua valenza, in quanto se, per esempio, per costruire una ferrovia che attraversa l’intero paese da Nord a Sud ci vuole una determinata cifra, e considerando che questa ferrovia potrà durare, nel tempo, anche oltre 50 anni – sempre che sia tata costruita bene – è del tutto ovvio che tale cifra non sarà più necessaria ogni anno, ma ne servirà una molto più ridotta per la manutenzione ordinaria e straordinaria.

L’iniquità delle tasse

Quindi non si comprende come sia possibile che nell’anno della sua costruzione si debba pagare un tot e, negli anni successivi, si debba pagare la stessa cifra, se non di più.

Questa è una semplificazione estrema della situazione ma, se la riportiamo a qualsiasi cosa vediamo intorno a noi, il discorso non cambia, per cui non si riesce a capire come mai le tasse, invece che diminuire, continuino ad alzarsi e siano, nel loro essere, sempre più inique.

Se poi mescoliamo questo discorso con il denaro e la sua provenienza, arriviamo veramente all’assurdo degli assurdi, in quanto se uno Stato è realmente sovrano – come lo eravamo noi fino alla fine del secolo scorso – e “stampiamo” la nostra moneta a costo zero (la zecca, quando stampa la carta moneta, non ha costi, se non quelli materiali relativi alla carta e alla manodopera, quindi un’inezia rispetto al valore nominale) non c’è realmente alcun motivo che lo stato venga a chiederci dei soldi come tasse per far fronte a tutte le spese necessarie a mantenere la “Res Publica”.

Le tasse come sistema di controllo e imposizione

Per essere ancora più chiaro, è come se io, Stato, stampassi 100 miliardi a costo zero, li distribuisco al mercato e dopo vado dal cittadino a chiedergli il 40 o il 50% di quanto produce perché mi serve per garantirgli i servizi pubblici, la sanità e le infrastrutture.

Ma stiamo scherzando?!??

Ne stampi di più e non devi chiedere a nessuno di darti dei soldi!!!

Quindi si capisce come sia possibile che le tasse non servono realmente a coprire determinate spese, ma siano un subdolo sistema nascosto di controllo ed imposizione del dominio di pochi sui molti.

La povertà causata dagli interessi

Qualcuno mi dirà che oggi non è più così, in quanto siamo passati nella Comunità Europea e che, quindi, il denaro lo stampano nella BCE e ce lo prestano e, di conseguenza, dobbiamo restituirlo pagandoci sopra degli interessi che, vista l’imbecillità di determinati personaggi che sono stati messi a decidere le politiche finanziarie dell’Unione, diventano sempre più elevati, costringendoci in una sempre più vasta povertà di fatto; io gli rispondo che è proprio qui il problema reale di tutta questa assurda situazione e che, da oltre venti anni, siamo guidati – per così dire – da un branco di incapaci che non hanno la benché minima cognizione di quello che stanno facendo e che, in buona sostanza, stanno lì solo ed esclusivamente per il loro sporco e meschino interesse.

Le associazioni “benefiche” e la politica

Quotidianamente, continuo a sentire gli infiniti – e anche fastidiosi – annunci di fantomatiche associazioni benefiche (Telethon, Filo d’Oro, ecc…) che continuano a lanciare inviti a sottoscrivere donazioni per i bisognosi (poveri, affamati, malati, ecc) e, fermo restando che in effetti esistono determinate categorie di disgraziati che hanno veramente bisogno di aiuto, la cosa che più mi fa rabbia e mi manda in bestia è che qualsiasi capo di governo ci sia – centro, destra o sinistra, che dir si voglia – se ne infischia altamente di tale situazione, non facendo altro se non degli altisonanti discorsi che non servono assolutamente a nulla.

I sistemi per poter uscire da questo empasse e diventare realmente una comunità sana, fondata sul reale aiuto e comprensione del prossimo, ci sono, e sono più o meno tutti leggibili fra le righe di quanto sopra descritto, e sono assolutamente convinto che ci vorrebbe realmente poco per poter arrivare a dei risultati veramente eclatanti e soddisfacenti per l’intera popolazione.

Il futuro della società

Viceversa, ho estremamente poca fiducia sia nel nostro sistema che nel mondo politico che, annualmente, si sussegue sia nel nostro Paese che in giro per il mondo e, con molta amarezza, sono altresì convinto che tale stato delle cose, fatalmente, ci porterà molto presto al collasso definitivo della nostra società, con l’estrema probabilità della nostra definitiva estinzione.

Ma questo è un altro discorso.

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