Abbiamo intervistato per voi Andrea Nardi, autore del libro “Lo stato senza tasse”. Quello che ne è risultato è, a dir poco, interessante per tutti noi, e ci aiuta a vedere le cose in modo quanto meno diverso e carico di spunti di riflessione.
L.B.: Nel suo saggio dice che il denaro si crea dal nulla. Ce lo spiega brevemente?
A.B.N.: Un tempo si aveva l’assurda convinzione che il denaro dovesse essere garantito in un qualcosa d’altro con cui convertirlo, solitamente l’oro, e quindi non vi potesse essere in circolazione più denaro di quanto oro fosse custodito in fantomatici depositi (dove in realtà non c’è mai assolutamente stato sufficiente oro a coprire tutto il denaro esistente, trattandosi di una solenne frode secolare). Quest’idea si sviluppò principalmente in Occidente, caldeggiata dai primi banchieri e usurai, mentre, per esempio, la Cina non fece mai quest’errore, usando già anticamente il denaro soltanto come simbolo di un credito e niente di più. Negli anni ’70 del Novecento si è finalmente abbandonata per legge la stupida convertibilità della moneta, ma molte persone pensano ancora che essa esista. Oggi abbiamo dottrine accademiche di alto profilo (per esempio l’MMT sviluppatasi in U.S.A. e Australia, ora diffusa in molti Paesi, con esponenti presenti anche in Governi) che spiegano come il denaro sia solo il simbolo del rapporto tra un creditore e un debitore, il pagamento di un lavoro, e in pratica esso sia solo l’unità di misura del lavoro: si è fornito un lavoro (beni o servizi) per un certo valore, e il denaro è soltanto la certificazione su carta o digitale del valore del lavoro eseguito, è l’unità di misura del valore del lavoro, come i litri e i chilogrammi lo sono della capacità e della massa. Dire che sono finiti i soldi è come dire che non può costruire una strada perché sono finiti i metri. I soldi si creano automaticamente dal nulla nel momento stesso in cui si è eseguito un lavoro, dacché in pratica sono solo un contratto. Questa non è una teoria, è un dato di fatto, acclarato ancor di più – se ve ne fosse bisogno – dalle dichiarazioni verbalizzate dei direttori di FED e BCE quando affermano di creare denaro con un click sui computer per sostenere i pagamenti, senza aver assolutamente bisogno di cercare il denaro dai contribuenti. E ciò è ampiamente dimostrato nella storia quando alcuni Paesi hanno creato denaro dal nulla tramite i ministeri statali, senza passare attraverso le banche private. Quindi tutto il denaro è creato dal nulla dagli enti preposti, che con esso pagano il lavoro eseguito (dipendenti pubblici, appaltatori, fornitori, mutuatari…), mettendo in circolazione, appunto, il denaro stesso: il problema è che oggi esso non è creato dagli organi statali (tranne che in Cina) bensì dalle banche centrali private che, a loro volta, lo imprestano agli Stati, dietro interessi: ciò non ha alcuna ragione né senso, è una follia, la più grande truffa della storia dell’umanità.
L.B.: Come mai il nostro paese ha deciso di abbandonare la sovranità monetaria e la possibilità di creare, come ci dice lei, il denaro dal nulla?
A.B.N.: Ce lo chiediamo tutti, e sarà oggetto di studio e derisione da parte delle generazioni future che ne leggeranno sui libri: l’imbroglio partorito dall’associazione a delinquere di stampo mafioso delle banche private ha convinto i Governi europei a rinunciare alla più fondamentale prerogativa statale – ossia l’indipendenza monetaria – per affidarla alla BCE, la congrega dei banchieri privati che decide se e quando creare moneta per elemosinarla ai Governi sovrani (che sovrani non sono più) dietro interessi e ricatti vari.
L.B.: Lei sostiene quindi che potremo tornare a creare la nostra moneta. Come potremmo farlo se le cose stanno così?
A.B.N.: Non basta uscire semplicemente dall’U.E., che pure sarebbe il primo passo necessario. La Gran Bretagna ne è uscita ma continua a essere succube della Banca d’Inghilterra, un’affiliata alla cosca bancaria dei privati. Occorre esautorare completamente le banche centrali private dalla gestione monetaria statale, riaffidandola ai competenti Ministeri del Tesoro. Da quel momento, lo Stato potrà sostenere la spesa pubblica emettendo (= creando) da sé la moneta occorrente, senza doversela far creare dalle banche private. È ciò che sta facendo la Cina, passata da 40 milioni di morti per fame a maggior potenza economica del pianeta. Stessa cosa fecero in passato molti governanti e presidenti, anche americani, Kennedy e Lincoln tanto per fare due nomi arcinoti.
Agli strilli isterici di chi a questo punto griderà all’inflazione, facciamo presente che essa dipende da quanto denaro c’è in circolazione, non da chi lo produce: noi innanzi tutto chiediamo che il denaro sia prodotto dagli Stati e non dalle banche private. Poi vedremo, anche, che l’inflazione non si produce finché occorrerà pagare il lavoro (ossia finché ci sarà vita umana), e lo vediamo perfino oggi, in cui chiamano inflazione qualcosa che inflazione non è bensì trattasi di speculazione sulle materie energetiche.
L.B.: Se come ci dice le tasse oltre ad essere inutili sono pure un furto, perché lo stato continua ad imporcele?
A.B.N.: Si passa da motivazioni storiche in cui la disponibilità dell’oro era limitata e quindi il governante doveva trafugarlo ai cittadini, ad altre sociologiche, in cui il sovrano tentava di limitare le ricchezze dei nobili concorrenti per non esserne minacciato. Oggi è un sistema di controllo sociale e sottomissione politica, oltre a essere un inutile meccanismo di finanziamento della spesa pubblica, di cui non ci sarebbe per nulla bisogno se si adottassero i principi della Modern Monetary Theory di cui sopra.
L.B.: Vista la situazione da lei descritta, come è possibile che l’intero governo sia non solo all’oscuro di questi meccanismi ma pure si renda complice di questo furto?
A.B.N.: La professoressa Kelton, autorevole esponente della MMT, quando fu chiamata a presiedere la commissione economica del Senato durante la presidenza Obama, si trovò di fronte – così racconta – da un lato a politici totalmente impreparati e ignoranti in materia monetaria, increduli ad accettare la verità; dall’altro a politici corrotti e succubi del grande potere finanziario che difenderanno a tutti i costi. È così in tutto il mondo occidentale.
L.B.: In conclusione stando così la situazione, noi cittadini cosa potremmo fare per uscire da questo incubo?
A.B.N.: Per risolvere il problema innanzitutto bisogna saperlo vedere, il problema. Tutti i movimenti e partiti antisistema, antiUE, antimercati, antimultinazionali, antifinanza devono lasciare in secondo piano ideologie e astrazioni programmatiche, e concentrarsi sulla prima questione basilare: combattere la narrazione che lo Stato non abbia soldi, non ci siano i fondi, si debba tassare il sangue ai cittadini. Il primo obiettivo di una politica in favore dei popoli deve essere insegnare e diffondere la verità su cosa sia il denaro, su come si produca, e come gli Stati potrebbero dare una vita di grande progresso e benessere ai cittadini se solo volessero. Se non si parte da questa rivoluzione copernicana, tutti gli altri intendimenti politici sono privi di senso. La prima conseguenza di questa presa di coscienza sarà la messa al bando delle banche centrali private, e una completa ristrutturazione dell’architettura bancaria nazionale.