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Ennesima morte annunciata

rappresentazione artistica di un TSO

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Sono rammaricata nell’apprendere dai notiziari dell’ennesima morte, in qualche modo annunciata.

Un figlio con disturbi psichici ha assassinato l’anziana madre.

La tragedia si è consumata in una località dell’isola sarda. A essere accusato dell’efferato delitto è un uomo di 44 anni, già noto alle forze dell’ordine. Stando alle indiscrezioni investigative, per l’indagato era stato consigliato un TSO, ovvero un Trattamento Sanitario Obbligatorio, in seguito a dei comportamenti inadeguati agiti nei confronti del genitore. Madre che, però, si è rifiutata di firmarlo, un rifiuto dettato dall’amore materno, il quale, sovente, rende ciechi dinanzi all’evidente stato patologico della propria creatura.

Quel TSO non accettato è costato la vita all’anziana signora; chissà se, con il senno del poi, avrebbe reagito diversamente, ribellandosi all’innato istinto protettivo di mamma “chioccia”.

Riflessioni personali sul fatto di cronaca

La terribile disgrazia che ha colpito la famiglia sarda va ad allargare il numero delle tragedie annunciate, e rientra nelle casistiche di quei nuclei famigliari che, partendo dai servizi sociali per arrivare in alto, ovvero, le istituzioni politiche, abbandona a sé stesse.

A mio parere, in situazioni di accertata pericolosità di un individuo (perché, suo malgrado, si trova a vivere uno stato di disagio mentale) l’autorità competente impone, e non propone, il TSO alla famiglia, nella fattispecie a una madre ultrasettantenne.

Vi è un dato oggettivo in questo fatto di cronaca, ossia erano già noti i problemi psichici di cui è affetto colui che si è macchiato del terribile crimine, ciò mi porta a pensare che, verosimilmente, qualche specialista della mente lo abbia o abbia avuto in cura o, quanto meno, visitato per arrivare alla diagnosi.

La mia riflessione parte da questa domanda: “Il medico psichiatra può individuare il potenziale omicida che si cela nella mente malata del paziente?”. Domanda da un milione di dollari, e la risposta raddoppia la cifra, giacché entrano in gioco sia gli organismi politici, che tengono aperti al minimo i rubinetti dei fondi da stanziare alla sanità in generale, figuriamoci alla salute mentale!

È veramente difficile far passare il concetto che, oltre al corpo, è necessario curare anche e soprattutto la psiche. E, poi, c’è quella benedetta quanto nota “legge 180”, ancora in attesa di attuazione; chissà se vale il proverbio: “Campa cavallo, che l’erba cresce!”.

E, poi, si dice che psichiatri e psicologi bisogna cercarli con il lanternino, ma siamo davvero convinti della persistente carenza numerica di questi operatori sanitari? Inizio ad avere qualche dubbio a riguardo.

E, ancora, la pericolosità di alcuni individui è prevedibile, ma molti dei delitti sono commessi da soggetti non sottoposti a cure – per la famiglia è ancora segno di vergogna dichiarare apertamente che un proprio parente è in trattamento psichiatrico, persiste lo stigma del pazzo – oppure sospendono i trattamenti farmacologici.

Per approfondimenti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Basaglia

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