Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, ha ottenuto una vittoria significativa nella sua lunga battaglia legale nel Regno Unito per evitare l’estradizione negli Stati Uniti. Nonostante pochi cambiamenti nella sua attuale situazione, la sua difesa ha ottenuto un’altra possibilità di presentare argomentazioni in tribunale.
La detenzione di Assange e le accuse degli Stati Uniti
Assange, detenuto in una prigione di massima sicurezza britannica dal 2019, ha affrontato il carcere solitario nel carcere di Belmarsh, riservato di solito a criminali pericolosi, in attesa del processo per violazione della cauzione. Gli Stati Uniti lo hanno incriminato con l’Atto Spionaggio del paese poco dopo il suo arresto, presentando una richiesta di estradizione. I sostenitori affermano che sia perseguitato dagli Stati Uniti e dal Regno Unito per motivi politici.
La decisione della Corte Distrettuale e l’appello degli Stati Uniti
Nel 2021, un giudice distrettuale britannico ha respinto la richiesta di estradizione, riconoscendo il rischio di suicidio di Assange in custodia negli Stati Uniti, ma respingendo altri argomenti difensivi. Gli americani hanno appellato la decisione offrendo garanzie sul trattamento del sospettato. Successivamente gli Stati Uniti hanno vinto il caso e nel giugno 2022 l’allora Ministro degli Interni Priti Patel ha autorizzato l’estradizione di Assange negli Stati Uniti.
La decisione della Corte Suprema e le richieste del Regno Unito
I giudici Victoria Sharp e Jeremy Johnson hanno ordinato che l’estradizione fosse sospesa, concedendo agli Stati Uniti tre settimane per fornire ulteriori garanzie sul rispetto dei diritti del difensore. In particolare, il Regno Unito desidera un impegno affinché Assange non sia sottoposto a isolamento o trattato in modo inadeguato. C’è preoccupazione che il cittadino australiano possa essere inserito in un’unità di gestione delle comunicazioni (CMU) in un carcere federale degli Stati Uniti.
Le implicazioni per la libertà di stampa e le accuse contro Assange
I sostenitori di Assange sostengono che sia oggetto di rappresaglie da parte degli Stati Uniti per aver pubblicato segreti di Stato imbarazzanti, inclusa evidenza di presunti crimini durante le campagne militari in Iraq e Afghanistan. Il caso ha serie implicazioni per la libertà di stampa in Occidente. Il Dipartimento di Giustizia sotto il presidente Donald Trump ha accusato Assange di aver aiutato e istigato la whistleblower Chelsea Manning nel 2010.