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Decine di migliaia di manifestanti marciano verso il Knesset per bloccare il primo disegno di legge sulla riforma giudiziaria

il popolo israeliano protesta contro la riforma della giustizia

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Israele travolta dalle proteste contro la riforma giudiziaria di Netanyahu

Israele è attualmente al centro di una serie di proteste contro un disegno di legge che mira a riformare il sistema giudiziario del paese. Il primo ministro Benyamin Netanyahu è stato molto critico nei confronti della Corte suprema israeliana, accusandola di interferire con la politica del paese. La proposta di riforma è stata oggetto di critiche da parte di molti cittadini, che temono una minaccia alla democrazia e alla giustizia.

Le proposte più controverse

La riforma giudiziaria proposta dal governo israeliano prevede tre modifiche principali che hanno suscitato molte critiche. In primo luogo, la proposta mira a ridurre l’indipendenza della Corte suprema israeliana, sottoponendola al controllo del potere politico. La modifica consentirebbe alla Knesset, il parlamento israeliano, di ribaltare le decisioni della Corte con una maggioranza semplice di 61 voti sui 121 seggi. In secondo luogo, la proposta priverebbe la Corte del potere di controllare e rivedere la legalità delle leggi fondamentali, i provvedimenti che equivalgono alla costituzione del paese. Infine, la riforma interverrebbe sulle modalità di selezione dei giudici che siedono nel tribunale supremo israeliano.

I rischi e le conseguenze della riforma

L’opposizione ha espresso preoccupazioni per il fatto che la riforma potrebbe indebolire o svuotare del tutto il ruolo della Corte suprema, sottoponendola al controllo del potere politico sia nel suo ruolo attivo (verificare la costituzionalità delle leggi) sia nella sua stessa composizione interna, consentendo al governo di decidere i magistrati adatti all’incarico. Il timore diffuso è quello di una deriva simile a quella di paesi europei come Ungheria e Polonia, che hanno violato il principio di separazione dei poteri e sottoposto la magistratura al controllo del governo. Tra i risvolti sottesi ci potrebbero essere l’approvazione di leggi ad personam per scagionare Netanyahu nei processi che lo coinvolgono o favorire nuove strette contro la popolazione palestinese.

La reazione dei cittadini

La proposta di riforma ha suscitato un’ondata di proteste in tutto il paese. Molti cittadini sono preoccupati per il futuro della democrazia in Israele e temono che la proposta possa minare l’indipendenza del sistema giudiziario. Le proteste sono state organizzate in diverse città, tra cui Gerusalemme e Tel Aviv, e hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di persone.

Il 22 luglio 2023, decine di migliaia di manifestanti si sono uniti a una marcia di massa verso il Knesset a Gerusalemme come ultimo tentativo poiché la coalizione si prepara a passare in legge un disegno di legge che limiterebbe la supervisione giudiziaria sulle sue decisioni. La protesta è stata organizzata in diverse città, tra cui Gerusalemme e Tel Aviv, e in altre 150 località, iniziata già da 29 settimane.

La manifestazione è stata organizzata in risposta alla proposta del governo israeliano di riformare il sistema giudiziario del paese, che i manifestanti ritengono una minaccia alla democrazia e alla giustizia.

La marcia di protesta anti-riforma giudiziaria

La marcia è iniziata a Tel Aviv il martedì precedente con solo poche persone, ma si è ingrossata di giorno in giorno fino a diventare uno degli eventi più significativi del movimento di protesta anti-riforma giudiziaria durato sette mesi.

I manifestanti hanno deciso di interrompere la marcia venerdì sera per accogliere lo Shabbat con un pasto comunitario e per riposarsi prima dell’ultima tappa del loro viaggio. Dopo aver trascorso la notte a Shoresh, fuori Gerusalemme, i manifestanti hanno mangiato la colazione donata dai sostenitori, prima di iniziare la salita verso la capitale.

La partecipazione alla marcia di protesta

La marcia è stata caratterizzata dalla partecipazione di migliaia di persone provenienti da diverse parti del paese, che hanno camminato per chilometri sotto il sole cocente. Molti si sono uniti al gruppo durante l’ultima tappa della marcia, gran parte in salita e sotto un caldo soffocante. La colonna di persone si estendeva per diversi chilometri e grandi folle si sono radunate sui ponti che attraversavano il percorso, incitando i manifestanti.

Nonostante la manifestazione non avesse l’intenzione di bloccare il traffico, la presenza di così tante persone ha inevitabilmente causato disagi nella zona. Infatti, il traffico nella zona si è rallentato mentre le masse camminavano lungo la spalla della strada. Centinaia di auto sono state parcheggiate lungo i lati delle strade nella zona, abbandonate da coloro che si sono uniti alla processione.

La protesta è stata organizzata da un movimento anti-riforma giudiziaria durato sette mesi, che ha visto la partecipazione di decine di migliaia di persone in diverse città del paese. I manifestanti hanno organizzato una marcia di massa verso il Knesset come ultimo tentativo per bloccare il disegno di legge.

La marcia è stata caratterizzata dall’entusiasmo e dalla determinazione dei manifestanti, che hanno camminato per chilometri sotto il sole cocente per esprimere la loro opposizione al disegno di legge. La partecipazione di così tante persone alla marcia dimostra l’importanza dell’argomento e l’unità del popolo israeliano nella difesa della democrazia e della giustizia.

La sospensione dell’iter legislativo

Le proteste hanno avuto un impatto significativo sulla proposta di riforma. Il primo ministro Netanyahu ha deciso di sospendere l’iter legislativo della riforma, in attesa di ulteriori discussioni e negoziati con l’opposizione. Tuttavia, molti cittadini rimangono preoccupati per il futuro della democrazia in Israele e continueranno a monitorare da vicino gli sviluppi futuri.

Fonti: Il Sole 24 Ore, Times Of Israel

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