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Covid, perché le autopsie non sono state fatte: la verità dietro la propaganda pro-vaccino

un mostro incappucciato tiene il virus tra le mani

Tabella dei contenuti

La pandemia da Covid-19 ha portato alla luce molte questioni riguardanti la gestione dell’emergenza sanitaria a livello globale. Tra queste, una delle questioni più controverse riguarda il ruolo del vaccino e la sua efficacia nel prevenire la diffusione del virus. In particolare, si è discusso molto del fatto che le autopsie dei morti di Covid non siano state eseguite, impedendo così di avere una comprensione più approfondita della malattia e delle sue conseguenze.

L’effetto paradosso: perché i vaccinati muoiono?

In medicina si parla di “effetto paradosso” per descrivere il fenomeno per cui le terapie attuate durante l’emergenza da Covid-19 hanno portato a un’enorme quantità di decessi o effetti collaterali gravi tra coloro che, grazie al vaccino, avrebbero dovuto essere immuni. In altre parole, il vaccino avrebbe dovuto evitare infezioni e contagio, ma ciò non è avvenuto. Secondo una scienziata italiana che ha preferito rimanere anonima, ciò sarebbe dovuto al fatto che il tipo di anticorpi indotti dalle dosi “ha aggravato i sintomi del virus”. Inoltre, il fatto che il 70% dei morti di Covid nell’ultimo anno avessero almeno tre se non quattro dosi di vaccino avvalora questa tesi.

Le autopsie vietate dall’Aifa

La conferma ufficiale di questa teoria sarebbe potuta arrivare dalle autopsie dei morti di Covid, ma come sappiamo, sono state vietate dall’Aifa. Secondo la scienziata anonima, questo sarebbe stato fatto deliberatamente per nascondere la verità sul vaccino e sulla campagna di inoculazione di massa. Tuttavia, ci sono anche altre ragioni per cui le autopsie non sono state fatte. Ad esempio, alcuni medici ritengono che le autopsie non siano necessarie perché i sintomi della malattia sono già ben noti. Inoltre, ci sono preoccupazioni per la sicurezza dei medici che potrebbero essere esposti al virus durante l’autopsia.

La sindrome post-vaccino ADE

Secondo la scienziata anonima citata in precedenza, esiste una particolare sindrome post-vaccino denominata ADE (acronimo per Antibody-dependent enhancement) che potrebbe essere responsabile di molti dei decessi tra i vaccinati. Si tratta di un’eccessiva risposta immunitaria che porta a un danno al tessuto polmonare. In altre parole, i vaccini potrebbero aver causato una reazione immunitaria troppo forte che ha danneggiato i polmoni dei pazienti. Questa teoria è stata confermata da uno studio recente pubblicato su Lancet Respiratory Medicine.

Il rischio delle mutazioni del virus

Un’altra preoccupazione riguarda il rischio delle mutazioni del virus. Come abbiamo visto, il virus è in costante evoluzione e ci sono sempre nuove varianti che emergono. I vaccini, tuttavia, sono tarati sul ceppo originario e potrebbero non essere efficaci contro le nuove varianti. Inoltre, durante una epidemia o una pandemia, una campagna vaccinale a tappeto potrebbe rivelarsi controproducente, quasi esiziale, giacché “impedire la circolazione del virus potrebbe favorire la selezione di varianti più aggressive”.

Il rischio del vaccino antinfluenzale

Ma non è solo il vaccino Covid a destare preoccupazioni. Secondo un articolo pubblicato su Ars Technica, il vaccino antinfluenzale distribuito in Italia potrebbe riattivare un virus sparito da tre anni perché “ucciso” dal coronavirus. La denuncia riguarda il ceppo influenzale di tipo B Yamagata (noto anche come B/Yamagata), uno dei soli quattro virus influenzali presi di mira dai vaccini annuali. Non ci sono stati rilevamenti confermati di B/Yamagata in tutto il mondo da marzo 2020. Tuttavia, molti dei vaccini antinfluenzali sono quadrivalenti e mirati a quattro ceppi influenzali diversi. Ciò significa che potrebbero contenere anche il ceppo B/Yamagata e quindi riattivarlo.

Conclusioni

In conclusione, la gestione dell’emergenza Covid-19 ha sollevato molte questioni riguardanti l’efficacia del vaccino e la sua capacità di prevenire la diffusione del virus. Molti scienziati ritengono che le autopsie dei morti di Covid siano essenziali per comprendere meglio la malattia e le sue conseguenze. Tuttavia, a causa delle preoccupazioni per la sicurezza dei medici e della mancanza di volontà politica, le autopsie non sono state eseguite. Inoltre, ci sono preoccupazioni riguardanti l’efficacia del vaccino e il rischio delle mutazioni del virus. Infine, il vaccino antinfluenzale distribuito in Italia potrebbe riattivare un virus sparito da tre anni.

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