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Strage di Bologna, 2 agosto 1980

strage di bologna

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Voltaire ha detto: “Ai vivi si devono dei riguardi, ai morti si deve soltanto la verità”.

La nostra amatissima Italia a quanti morti deve ancora la verità?

Troppi uomini e donne passati a miglior vita attendono sospesi nel limbo della giustizia.

Quanti familiari aspettano di conoscere la verità su Chi? Come? E perché è stata tolta la vita ai loro cari?

E che dire di coloro che hanno lasciato questa terra perché coinvolti in attentati di matrice terroristica, mafiosa o di qualsiasi altra forma di raffigurazione del male che, in nome del potere e del controllo, non si cura di annientare persone innocenti che si sono travate nel posto sbagliato al momento sbagliato?

Di cold case italiani ne abbiamo un sacco e una sporta, che diventano sempre più freddi sino ad essere ibernati nella cella dell’oblio.

In questo articolo voglio rendere memoria alle 85 persone rimaste uccise nella stazione di Bologna Centrale il 2 agosto del 1980. Per questa strage il lavoro certosino della Magistratura è riuscito ad assicurare alla giustizia gli esecutori e a determinare la natura dell’atto criminoso.

A distanza di 43 anni, l’attentato di Bologna rimane una delle pagine più tristi della nostra storia.

Ore 10.25, 2 agosto 1980, un ordigno a tempo, posto all’interno di una valigia lasciata incustodita, esplode nella stazione di Bologna Centrale. I morti sono 85, i feriti circa 200. La deflagrazione della bomba, collocata nella sala d’attesa di seconda classe, ha distrutto un’intera ala della stazione. La macchina delle indagini si è subito messa in moto, infatti, si è riusciti a scoprire se non tutto, almeno gli elementi principe, quelli decisivi per portare dietro le sbarre come uno degli esecutori dell’attentato, il neofascista di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini.

L’uomo risulta anche indagato dalla procura di Caltanissetta per la strage mafiosa di Capaci dove hanno perso la vita il giudice Giovanni Falcone, la compagna Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta.

Le sentenze e gli incriminati per la strage

La sentenza di Cassazione del 23 novembre 1995 condanna all’ergastolo quali esecutori della strage i neofascisti del NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari, Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che hanno sempre negato il loro coinvolgimento. L’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vengono condannati per aver depistato le indagini. Nel 2007 viene condannato per l’esecuzione dell’attentato anche Luigi Ciavardini, militante nel NAR, e che all’epoca dei fatti risultava minorenne, avrebbe compiuto 18 anni da lì a poco, il 29 settembre. Nel 2020 viene emessa un’ulteriore condanna, questa volta, nei confronti di Gilberto Cavallini.

Come i loro colleghi di merende anche quest’ultimi si sono sempre dichiarati non colpevoli.

L’ultima sentenza del 2022 emessa dalla Corte di Assise d’Appello di Bologna ha stabilito la matrice neofascista della strage.

Gli attentatori avevano uno scopo ben preciso, colpire “il cuore delle istituzioni democratiche” e, ahimè, ci sono riusciti: la stazione centrale bolognese, affollata di persone pronte a godersi le tanto agognate vacanze, invece, sono state rese vittime inconsapevoli di un unico obiettivo criminale, la strategia della tensione.

Per approfondimenti:

https://www.treccani.it/magazine/atlante/cultura/strage_bologna_red.html

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