La scuola dovrebbe essere quell’ambiente sereno dove gli studenti sperimentano lo stare insieme in modo rispettoso e amichevole. Inoltre, dovrebbe rappresentare il luogo dove si cresce non solo da un punto di vista culturale, etico, sociale ma principalmente emotivo. La scuola dovrebbe… Ma, in questi ultimi periodi, presenta notevoli difficoltà. Una delle istituzioni principali rivela fragilità e carenze, a chi attribuire le colpe? A nessuno e a tutti. Un tessuto sociale che non regge più, ormai abbandonato, completamente, a se stesso. La messa in atto di condotte lesive supera ogni immaginazione, per non parlare di tutti quegli atti di bullismo nei confronti di docenti e compagni che si consumano, quotidianamente, tra le mura scolastiche. Piccole azioni delinquenziali che fanno notizia quel poco, poi i riflettori si spengono.
Bullismo in risposta alle buone azioni
Eppure continua ad accadere, in una scuola sarda, il gesto cortese di uno studente nei confronti di una compagna si è trasformato in un inferno. Il ragazzino si era recato nel bagno del suo istituto per riempire la borraccia di acqua all’amichetta, quando tre compagni lo hanno raggiunto e colpito violentemente. La scuola dovrebbe… essere un luogo sicuro, invece per molti bambini e adolescenti costituisce il loro peggior incubo.
Bullismo a scuola
Voglio partire, per le mie riflessioni, dalla definizione di bullismo che viene data dallo psicologo norvegese Dan Olweus, il quale ha considerato il bullismo come una sorta di cannibalismo psicologico, un’espressione forte ma altrettanto descrittiva del fenomeno. Olweus è stato il primo ad aver usato, negli anni ’70, il termine inglese bullying per indicare le prepotenze subite da uno studente dai suoi pari: “uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero prevaricato e vittimizzato, quando viene esposto ripetutamente, nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni”.
Va da sé che è proprio nella scuola che il fenomeno del bullismo trova terreno fertile, per questo motivo l’istituzione si deve attivare affinché gli studenti siano in grado di riconoscere e rispondere in modo opportuno al problema.
In che modo rispondere agli atti di bullismo?
A mio avviso, i discenti vanno incoraggiati a porre attenzione ai comportamenti non adeguati dei compagni; devono rivolgersi immediatamente a un docente o a un adulto di riferimento qualora si trovino ad assistere a prevaricazioni perpetrate ai danni di altri compagni; mantenere un comportamento prudenziale, perché, a volte, per intervenire e salvare l’amico o il compagno, si rischia di rimanere coinvolti e farsi molto male.
A scuola, gli atti di bullismo si verificano principalmente nei momenti in cui gli studenti sfuggono all’occhio vigile del personale scolastico, vale a dire durante l’intervallo, negli istanti di cambio dell’insegnante, alla fermata dell’autobus. Dunque, si renderebbe necessaria la presenza di un operatore proprio nel lasso di tempo in cui gli allievi non sono sotto il diretto controllo degli adulti.
Il bullismo è un fenomeno che non va sottovalutato ma queste riflessioni saranno oggetto del prossimo articolo.