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Il caso Fabbri e l’Ordine dei Giornalisti: la questione Puente

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Il mondo del giornalismo italiano è stato scosso da una serie di scandali che hanno portato alla luce alcune criticità all’interno di importanti testate. Uno dei casi più recenti riguarda il giornalista Dario Fabbri, collaboratore di “Open”, il giornale online fondato da Enrico Mentana, che ha ammesso di non essere laureato in Scienze Politiche come aveva sempre dichiarato. La vicenda ha sollevato dubbi sulla veridicità dei titoli di studio di molti giornalisti e ha messo in luce alcune contraddizioni all’interno della redazione di “Open”.

La vicenda Fabbri

La vicenda Fabbri è stata sollevata dal professor Riccardo Puglisi, docente di Scienza delle Finanze, che aveva espresso dubbi sul passato accademico del giornalista. Fabbri aveva sempre sostenuto di essere laureato in Scienze Politiche alla Luiss, ma dopo le accuse del professore universitario, aveva ammesso di aver abbandonato gli studi all’ultimo anno per concentrarsi sulla geopolitica come autodidatta. Tuttavia, la sua risposta non ha convinto l’opinione pubblica e i social network, che hanno criticato il giornalista per non aver mai smentito il titolo di “dottore” e per aver omesso di specificare la sua formazione accademica.

Le contraddizioni di “Open”

La vicenda Fabbri ha messo in luce alcune contraddizioni all’interno della redazione di “Open”. In particolare, il direttore Enrico Mentana aveva negato di conoscere la verità sui titoli di studio del suo collaboratore, ma in seguito è emerso che era a conoscenza della questione. Inoltre, durante un’intervista con le Iene, Mentana si è contraddetto diverse volte sulla attività di fact-checking interno che “Open” avrebbe svolto sui titoli del loro collaboratore Fabbri. Queste contraddizioni hanno sollevato dubbi sulla credibilità della testata e hanno portato alla luce alcune criticità all’interno della redazione.

David Puente e l’Ordine dei Giornalisti

Ma la vicenda Fabbri ha sollevato anche un’altra questione: quella dell’iscrizione di David Puente all’Ordine nazionale dei giornalisti. Puente, infatti, è noto come il “cacciatore di bufale” e capo dell’anti-bufala di “Open”, ma non risulta iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Questa mancanza ha sollevato dubbi sulla sua professionalità e sulla credibilità delle sue attività di fact-checking. Inoltre, la sua figura è stata oggetto di numerose critiche sul web, dove è spesso messo alla gogna per il suo carattere irascibile e per la sua saccenza.

Il peccato di omissione

La vicenda Fabbri ha sollevato anche la questione del “peccato di omissione”, un concetto presente nella Chiesa cattolica che indica la mancanza di azione quando si avrebbe il dovere morale di agire. In questo caso, il peccato di omissione si riferisce alla mancanza di informazione da parte di Fabbri sulla sua formazione accademica e sulla mancata precisazione del suo titolo di studio. Questa mancanza ha portato alla luce alcune criticità all’interno del mondo del giornalismo italiano e ha sollevato dubbi sulla veridicità dei titoli di studio dei giornalisti.

Conclusioni

La vicenda Fabbri e la questione dell’iscrizione di David Puente all’Ordine nazionale dei giornalisti hanno sollevato numerose criticità all’interno del mondo del giornalismo italiano. In particolare, la mancanza di trasparenza sui titoli di studio dei giornalisti e la credibilità delle attività di fact-checking sono state messe in discussione.

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