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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Cosa hanno fatto l’America e la N.A.T.O. Dal 1945 ad oggi

Cadetti sull'attenti dietro la bandiera NATO a mezz'asta

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In questi ultimi tempi si fa un gran parlare, su tutti i talk show, telegiornali, programmi di approfondimento e giornali vari, di quanto siano brutti, sporchi e cattivi Putin e la Russia intera (bisogna ricordarsi che le tanto declamate sanzioni americane ed europee hanno colpito anche personaggi dello sport e dell’arte, in quanto colpevoli di essere “russi”) e molti si stanno già adoperando alacremente per la costruzione e la messa in scena dei “futuri” processi contro i fantomatici crimini di guerra commessi, appunto, dall’orco Putin.

Ma siamo proprio sicuri che la ragione stia solo ed esclusivamente da una parte e che i nostri cari americani, od occidentali, per come li vogliamo chiamare, siano quei gran stinchi di santo che vogliono farci credere?

Proviamo a ripercorrere questi ultimi 70 anni, cercando di capire bene chi e cosa ha creato maggiori danni, morti e feriti in giro per il mondo.

Fin dalla fine della seconda guerra mondiale, nell’agosto del 1945, si poté capire di che “pasta” erano fatti gli americani, in quanto l’allora presidente Truman – succeduto a quell’altro campione di democrazia di Roosevelt – decise, nonostante la richiesta di armistizio avanzata dai Giapponesi, tramite i canali dei servizi segreti, di sganciare due atomiche su Hiroshima e Nagasaki, procurando un numero di morti pari a circa 300.000 – fra quelli morti istantaneamente e quelli morti negli anni successivi – tutti esclusivamente fra i civili, poiché quelle due città furono scelte deliberatamente proprio per dare “il colpo di grazia” al nemico ormai finito.

E già solo questa azione, eseguita a sangue freddo, non tanto per piegare un nemico ormai stremato, ma solo per dare un “avvertimento” al mondo intero in generale, e particolarmente al pericolo incombente della comunista Unione Sovietica, dovrebbe far ribollire il sangue nelle vene a qualsiasi essere umano, ed essere paragonata né più né meno alle atrocità commesse dai nazisti nei campi di concentramento.

Finito il conflitto mondiale, e non paghi di quanto ottenuto, già nel 1950 e fino a tutto il 1953, sempre il solito Truman, con la solita scusa plateale dell’invasione dei “cattivi” nord Coreani e Cinesi della Corea del Sud, attaccò in forze la corea del Nord, su mandato delle Nazioni Unite, e senza nemmeno chiedere il benestare allo stesso congresso.

Nel frattempo, nell’Indocina, sempre gli americani erano impegnati in una guerra in appoggio ai francesi che combattevano contro Ho Chi Min – persa, fra parentesi – che, nel corso degli anni, ha portato al ben più lungo e disastroso conflitto del Viet Nam, iniziato da Jhon F. Kennedy (che, per ironia della sorte, nel ’63, volendo tornare sui suoi passi e disimpegnare il popolo americano da quel teatro di guerra, ha pagato con la vita questa sua “mollezza”), e proseguito con tutti gli onori e un massiccio spiegamento di mezzi militari e umani fino al 1975, anno nel quale, sotto la presidenza Nixon, gli americani hanno iniziato a raccogliere le loro carabattole e, leccandosi le ferite ancora fresche, se ne sono tornati a casa loro dopo una guerra durata quasi 15 anni, ed un prezzo in vite umane veramente spaventoso, ma di questo parleremo in seguito.

Ronald Reagan, per non sentirsi estromesso da questa competizione “guerresca”, solo 8 anni dopo, e cioè nel 1983, decise di invadere Grenada per “scongiurare” un ipotetico colpo di stato perpetrato ad opera di infiltrati cubani con, di conseguenza, l’intelligence Sovietica alle spalle che, in questo modo, dava delle risposte, dopo 20 anni, al famoso fallimento della Baia dei Porci, condotto in modo disastroso da Kennedy.

Il primo dei due presidenti, Bush (calamità naturali che il mondo ha dovuto subire per diversi lustri), per iniziare a “sgranchirsi” le gambe, nel 1990 decise di invadere Panama ed abbattere il fu amico dittatore Manuel Noriega, in quanto reo di “atroci” crimini commessi contro la povera popolazione centro americana.

Ma, come si sa, la fame vien mangiando, ed allora, solo un anno dopo, nel 1991, Bush senior diede vita alla prima guerra del Golfo, in risposta all’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein, ma questa volta lo fece coinvolgendo una enorme coalizione di paesi “amici” sotto il vessillo “salva tutti” delle Nazioni Unite e della N.A.T.O., di modo che non si ritrovasse scoperto alle critiche che, immancabilmente, avrebbero potuto piovergli addosso da più parti.

Poco dopo, e cioè nel 1992, un altro alto rappresentante della somma intelligenza americana, Bill Clinton, ereditando da Bush senior il conflitto nella Somalia, si imbarcò per 3 lunghi anni in una guerra persa su tutti i fronti e illustrata in modo molto chiaro dal famoso film Black Hawk Down, che lo costrinse a lasciare Mogadiscio e la Somalia al loro destino.

Ancora con il fondoschiena bruciante per le legnate prese in Somalia, il buon Clinton fra una “seduta” esplorativa al tavolo della stanza ovale con la sua stagista preferita ed una litigata furiosa con la sua adorabile mogliettina, nel 1994 decide di entrare, insieme alla N.A.T.O, nella Bosnia, iniziando una guerra durata 5 anni, fino al 1999, ed estesa al Kosovo di Milosevic, costata un numero impressionante di vite umane, di torture, di eccidi e di distruzioni generalizzate solo perché “gli americani” avevano deciso che Milosevic era un dittatore e che doveva essere fermato in tutti i modi.

Arriva l’11 settembre del 2001, scodellando nel piatto vuoto di Bush figlio la stupenda occasione di iniziare una guerra che, a ben vedere, non è finita ancora oggi, e che è iniziata con l’invasione dell’Afghanistan, proseguita con la seconda guerra del Golfo in collaborazione con l’intera N.A.T.O. – Italiani compresi – alla disperata ricerca di quelle “armi di distruzione di massa” sventolate al congresso da un Colin Powell più simile ad un pagliaccio che a un generale pluridecorato della prima guerra del Golfo, a proposito del quale, fra parentesi, nel prosieguo, gli americani sono stati costretti ad ammettere che queste famose e terribili armi di distruzione di massa non erano mai esistite e che, in sostanza, era solo un pretesto per continuare la guerra al terrore iniziato con l’attacco alle torri gemelle (molto sospetto ancora oggi) ed all’uccisione del terribile orco, Bin Laden.

Il tutto si è esaurito con il ritrovamento e l’impiccagione dell’altro terribile orco, dal nome di Saddam Hussein e, in sostanza, con la devastazione dell’intero territorio Iracheno e la destabilizzazione dell’intera area per i successivi 20 anni.

Ancora non contenti, nel 2011, insieme alla ormai onnipresente coalizione della N.A.T.O., danno il via all’operazione di caccia al topo nei confronti del generale Gheddafi, bombardando, distruggendo, uccidendo e devastando un intero paese fino a quando, alla fine, riuscirono a prenderlo e ad ucciderlo dopo processo sommario.

Nel frattempo, arriviamo all’elezione di mister Obama, che per assurdo è stato insignito del premio Nobel per la pace, e nonostante questo è stato considerato il presidente americano che ha partecipato al numero più elevato di guerre in giro per il mondo, compresa quella che, ancora oggi, si sta combattendo – dal 2014 – nell’area medio orientale con il coinvolgimento di Siria, Nigeria, Libia e Iraq, sempre alla confusa ricerca e distruzione di questi fantomatici terroristi, denominati oggi come Nuovo Stato Islamico detto anche ISIS, che così tanto male ha fatto e continua a fare nel mondo (?!?).

In questo lungo elenco di guerre e combattimenti portati avanti dai nostri cari super eroi americani (nemmeno fossero gli Avengers) non ho voluto menzionare un’altra decina di situazioni simil guerresche, come colpi di stato teleguidati in sud America – ci sarebbe da scriverci una intera enciclopedia sulle porcate fatte dagli americani in Sud America, fra colpi di stato, sovvenzionamenti di guerriglieri, omicidi e quisquilie del genere – e ho voluto tralasciare alcuni punti chiave che potrebbero dare un’idea maggiormente precisa di chi siano gli americani.

E mi sto riferendo a conflitti che non “suscitavano interesse” alle varie amministrazioni americane succedutesi nel tempo, come, ad esempio, il genocidio perpetrato dagli Hutu nei confronti dei Tutsi, nel 1994, in Ruanda, quando, appunto, gli Hutu massacrarono con il machete la bellezza di oltre 1 milione di Tutsi – alcune cifre riportano il numero di oltre 2 milioni di morti – di fronte al disinteressato sguardo delle autorità francesi, che videro bene di fare le valigie e lasciare in fretta e furia il paese per non venir coinvolti in tali atrocità, e lasciando, di fatto, che il macello avesse luogo indiscriminatamente.

E i paladini della democrazia e della giustizia che si indignano per 2000 morti delle torri gemelle e non fanno nulla per 2 milioni di poveracci Ruandesi, ai quali fu staccata la testa con il machete, dove erano in quel momento?

Ahh, già! Stavano combattendo il “cattivo, brutto e sporco” Milosevich.

Stesso discorso lo abbiamo visto e lo stiamo vedendo in questi giorni, a partire dal 2014, quando, con un colpo di stato “telecomandato”, e dopo i fatti di piazza Maidan in Ucraina, hanno defenestrato il presidente filo russo che era al potere, mettendo un loro uomo – Poroshenko – che, dopo un po’, stanchi della sua inazione, hanno fatto in modo di sostituire con un “pagliaccio” ben più malleabile, al nome di Zelensky, che possiamo osservare quotidianamente oggi.

E per 8 anni, ed esattamente dal 2014 ad oggi, sono stati ad osservare le atrocità commesse dai vari battaglioni Azov sventolanti dei “simboli runici” (svastiche) che hanno letteralmente torturato, ucciso e sterminato oltre 14.000 civili russofoni nel Dombass, assordati dall’immenso silenzio dell’intera stampa occidentale.

E poi, in tutto questo, il cattivo, brutto, sporco e criminale di guerra sarebbe Putin?

NUMERO VITTIME DIRETTE DOVUTE AD INTERVENTI AMERICANI E N.A.T.O. NEL MONDO

Se i paesi che hanno subito le maggiori perdite in termini di vite umane nella seconda guerra mondiale sono, rispettivamente, Russia e Cina, con 26 milioni e circa 20 milioni di morti e che, quindi, potrebbero avere qualche ragione a recriminare su forze filo naziste vicine ai loro confini.

Gli americani, in questi ultimi 70 anni, hanno causato la morte accertata di un numero, se non superiore, almeno simile di morti, in tutte le guerre scatenate e condotte dalla loro dissennata politica imperialista.

Infatti un documento secretato del Pentagono – National Defense Strategy of the United States of America – parla apertamente di una cifra di vittime oscillante fra i 20 e i 30 milioni di morti in giro per il mondo.

Ma quello che sfugge ai più è che noi possiamo parlare di morti e quantificarli, appunto, in 20 o 30 milioni, ma non consideriamo la distesa infinita di feriti, sia fisicamente mutilati che persone completamente devastate da torture, soprusi, privazioni e danni psicologici permanenti, che potrebbero far aumentare il numero di cui sopra ad oltre 100 milioni di persone.

E questi sono gli Americani, detentori della democrazia e del supremo bene dell’umanità.

https://it.frwiki.wiki/wiki/Liste_des_guerres_des_%C3%89tats-Unis

https://www.altrenotizie.org/articoli/pescati-nella-rete/8249-dal-45-ad-oggi-30-milioni-uccisi

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