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Putin, un gigante contro dei pigmei

Schieramento delle forze armate russe che accerchiano l'Ucraina

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Ascoltando le infinite idiozie che i nostri giornali e non solo ci continuano a propinare quotidianamente, ci si rende conto perfettamente di come stanno andando veramente le cose.

Il bello di tutto questo è che Putin, nei suoi discorsi alla nazione o agli imprenditori, riuniti oggi per le comunicazioni di rito, ha detto in modo assolutamente chiaro quale è il suo piano, senza nascondere minimamente alcun dettaglio – cosa mai successa in nessuna guerra precedente – rivelando in questo modo un fatto di principale importanza.

Riandando indietro nel tempo, e considerando che l’esercito Ucraino è da circa 8 anni che porta avanti i combattimenti verso le autoproclamate provincie autonome del Dombass tramite un presidente/comico, fantoccio americano messo al suo posto con un colpo di stato “moderno” -Zelensky-, Putin ha fatto una mossa assolutamente geniale, utilizzando le stesse regole che l’occidente vuole sbandierargli sotto gli occhi come monito.

In pratica, con il riconoscimento ufficiale da parte della federazione Russa delle due nuove provincie, e basandosi sulle regole di quegli stessi accordi firmati con l’Unione Europea, gli ha dato corso ufficiale, intervenendo in appoggio alle nuove repubbliche attaccate dall’esercito Ucraino.

E nessuno può dirgli assolutamente nulla, in quanto lui sta solamente rispettando quelle stesse regole che gli occidentali continuano a dirgli essere alla base di tutta l’organizzazione Europea.

Inoltre, né l’Europa né, tantomeno, gli Americani attraverso la Nato, possono assolutamente invocare l’articolo 4 e 5 del trattato, in quanto l’Ucraina non è all’interno dell’organizzazione.

Questo stato delle cose mette Putin dalla parte della ragione, in quanto sta applicando le regole che altri avevano già dettato precedentemente.

Da quanto successo oggi, emerge chiaramente un altro fatto assolutamente di primaria importanza, e cioè che Putin ha pianificato questo suo intervento, come minimo, da più di 5 anni, per cui ha avuto tutto il tempo di pensare ad ogni possibile contromossa degli americani, a partire dalle stupide “sanzioni” amministrative che l’Europa e la NATO stanno applicando in questi momenti.

Come?

Con gli accordi commerciali stretti qualche mese fa con la Cina di Xi Jinping e il suo miliardo e mezzo di persone che gli garantiscono un mercato quasi inesauribile al quale rivolgersi se la situazione sanzionatoria con l’occidente dovesse perdurare a lungo.

È del tutto ovvio che i contraccolpi economici verso la Russia potranno creare qualche disagio, ma non ritengo che ciò possa essere un ostacolo troppo grosso da superare anche perché il popolo russo, sostanzialmente, è con lui senza se e senza ma, nonostante i giornali -specialmente quelli italiani- cerchino di distorcere la verità alla maniera della vecchia propaganda fascista o Stalinista di passata memoria.

E che Putin avesse già pianificato da tempo l’intera operazione lo si può vedere dalla fulminea azione condotta in questi ultimi due giorni, a iniziare dalla dichiarazione del riconoscimento delle due nuove repubbliche fino all’attacco di oggi, con la presa quasi istantanea dei principali obiettivi militari individuati dall’intelligence negli anni passati.

Ora, seguendo quanto detto direttamente da Putin, le successive mosse, per chi le sa vedere, sono abbastanza semplici da capire, e comprenderanno la possibilità di incontrarsi con Zelensky al quale, senza ombra di dubbio, prospetterà ciò che è logico pensare, ovvero lo costringerà, come condizione, di firmare un trattato nel quale si impegna a non far entrare mai l’Ucraina all’interno della Nato, di sospendere ogni futura operazione militare contro il Dombass e, quasi sicuramente, di dimettersi per indire nuove elezioni, nelle quali, sicuramente, sarà facile gioco della Russia sostenere un candidato favorevole alla madre patria.

In questo modo, quasi senza colpo ferire – ovviamente si conterà qualche vittima anche fra i civili come “danni collaterali”- Putin riuscirà, in pochissimo tempo, a garantirsi la totale neutralità del praticamente unico stato rimasto libero dalla morsa della Nato che, erroneamente, si pensa sia a trazione Europea, mentre invece non è altro che uno strumento del colonialismo parossistico americano.

Per quanto riguarda i capi di stato Europei e gli stessi dirigenti del consiglio Europeo, stanno dimostrando quanto realmente non siano all’altezza della situazione; basti pensare all’annuncio di aver chiuso il North Stream 1 per colpire la Russia, azzerandogli i consumi di gas e i relativi flussi di denaro.

Ovvero, per parafrasare un vecchio detto, stanno facendo come quel marito che, per fare dispetto alla moglie, se lo tagliava. Cose dell’altro mondo!

Stendo un velo pietoso sulle dichiarazioni del nostro ministro degli Esteri, Luigi di Maio, che farebbe meglio a domandarsi se un posto come bibitaro al San Paolo sia sempre disponibile, per non parlare di Super Mario, che si è unito al coro dei questuanti Europei senza portare alcun valore aggiunto, in quanto ha ripetuto le stesse litanie che si sentono da qualche giorno a questa parte.

Da qualsiasi parte la si guardi, questa vicenda dimostra inequivocabilmente che Putin è realmente un gigante dal punto di vista politico, strategico e militare, che ha a che fare con dei miseri pigmei, nemmeno degni di stare nei posti che occupano.

Ma la cosa che mi sconvolge maggiormente è come sia veramente possibile che dei politici e capi di stato siano così ciechi da non capire con chi hanno a che fare e, se non prevedere le mosse dell’avversario, per lo meno riuscire a studiare delle contromosse sufficienti per non perdere totalmente la faccia.

C’è anche da dire che, con molta probabilità, e con il perdurare di questa situazione, ad un certo punto la Germania, che non è del tutto stupida, si chiamerà fuori in qualche modo, dando un colpo abbastanza serio all’unità Europea, e non è da escludersi che proprio questa vicenda sia il detonatore che farà implodere un’unione così innaturale che è già stata portata avanti anche per troppi anni.

In ogni caso c’è da scommettere che nei prossimi sei mesi ne vedremo delle belle sotto tutti i profili, ad iniziare dalla figura veramente meschina che ha fatto il presidente degli Usa, Biden, quando ha detto “se ci sarà invasione, sarà guerra mondiale”.

E Putin gli ha risposto con l’invasione.

E ora cosa farà il grande Biden?

L’unica cosa che mi preoccupa veramente non è tanto l’azione di Putin, che bene o male segue delle precise linee di strategia militare e politica, quanto le convulse azioni di qualche imbecille dalla parte dell’occidente.

Questa, semmai, è il solo pericolo che anche noi possiamo correre.

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