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Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Stiamo per varcare la sottile linea rossa?

Esplosioni atomiche

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Fin da quando la Russia, nel 2014, si prese di fatto la Crimea, mi sono sempre interrogato su cosa ci avrebbe riservato il futuro, visti i movimenti estremamente pericolosi che si stavano registrando in quella parte di Europa.

Per otto anni ho avuto modo di studiare le vicende che coinvolgevano in prima istanza Federazione Russa e Ucraina ma che, molto chiaramente – almeno per coloro che si sono dati la briga di approfondire le analisi geo-politiche concernenti un po’ tutto l’occidente – aveva come attori principali gli Stati Uniti nel ruolo di mente e la nuova Europa come braccio operativo.

La situazione attuale e le prospettive future

Le conclusioni alle quali sono arrivato in questo lungo tempo non avevano minimamente la possibilità di un esito positivo e, infatti, il 24 febbraio del 2022, all’indomani della cosiddetta “operazione militare speciale” di Putin, con la quale ha invaso di fatto i territori delle due repubbliche autonome e autoproclamatesi tali di Donetsk e Lugansk, non ha potuto fare altro che confermare quanto avevo sempre temuto e, come disse Cesare al passaggio del Rubicone, quella famosa frase “Alea iacta est” che più comprensibilmente vuol dire “il dado è tratto”, i giochi nell’est dell’Europa ormai sono stati fatti e decisi e nulla si potrà più fare per tornare indietro.

Le implicazioni per l’Ucraina e le prospettive politiche

La situazione attuale vede da una parte il cosiddetto invasore Putin che si accinge, forte del suo pressoché infinito esercito, a sferrare la classica offensiva di primavera per chiudere i giochi definitivamente con l’Ucraina e presentarsi, così, sugli ipotetici tavoli delle trattative di fine guerra con tutti gli assi in mano e, in special modo, con la conferma ormai ineludibile dell’annessione di praticamente tutta la fascia meridionale dell’Ucraina (che parte dai confini Russi per arrivare fino ad Odessa e ricongiungersi quindi con la Transnistria, altro territorio in fermento estremo e volontà di separatismo mai sopite) e, se le cose dovessero mettersi al meglio – per i Russi ovviamente – una forte opzione sul resto del territorio Ucraino. Dall’altro lato si può vedere un esercito che, ormai privo praticamente di armamenti, munizioni e soprattutto sommerso dalle defezioni e dalla mancanza sostanziale di organico, viene quotato dai maggiori analisti militari, ancora in vita per un massimo di 3 o 4 mesi, con le ovvie conseguenze di una disfatta pressoché totale e tutte le ripercussioni sull’intera struttura politica della futura Ucraina: esautorazione dell’attuale governo Zelensky, in testa, creazione di un nuovo governo favorevole alla Russia che sia di “garanzia” per il non ingresso dell’Ucraina nella NATO – sicuramente – e forse anche dell’Unione Europea.

Dal punto di vista americano, tutti, ormai, hanno chiaro il fatto che di nuove forniture militari probabilmente non se ne parlerà più, in quanto il provvedimento è fermo alla camera dei deputati per l’ostruzione dei Repubblicani, e il vecchio, ormai quasi del tutto incapace di decidere alcunché, Biden, se la deve vedere con le imminenti elezioni, nelle quali, con molta probabilità verrà rieletto Trump, che sicuramente non ha nessuna intenzione di continuare ad impegnarsi nella guerra fra Federazione Russa e Ucraina (in più passaggi ha sempre detto chiaramente che è ora che l’America inizi a farsi i fatti suoi e si sganci progressivamente dal teatro politico/militare Europeo).

Le tensioni nel contesto europeo

Per contro, sul fronte Europeo e, per ora, anche con il sostegno americano, si stanno osservando delle mosse che non lasciano presagire nulla di buono sotto tutti i profili, specialmente considerando che la famosa “escalation”, paventata a vanvera da quasi tutti i giornalisti e media Europei – quelli italiani in testa – è già iniziata all’indomani dell’invasione russa, al contrario di quanto, appunto, viene detto oggi che debba essere evitata.

Infatti, all’inizio si è dato il via ad un serie di sanzioni di tipo economico, atte a piegare il “mostro Putin”, ma che hanno solo avuto il risultato contrario di mettere in ginocchio l’economia Europea, allontanando sempre di più la Russia economica e finanziaria dai mercati di nostro interesse (e, facendo in questo modo, hanno ottenuto dei risultati di gran lunga superiori sia alle aspettative che a noi); successivamente, si sono iniziate a mandare delle armi leggere di tipo difensivo con relative munizioni, poi si è passati a mandare armi più sofisticate, ma sempre per difesa, in seguito abbiamo assistito all’invio di mezzi pesanti come i carri inglesi e americani, alla richiesta di invio di Caccia di ultima generazione per offesa – per fortuna, per ora, disattesa – per continuare poi con l’invio di arsenale missilistico a corto raggio e, dulcis in fundo, ora si sta apertamente parlando di invio di missili a lunga gittata, in modo da poter colpire sia la Crimea che lo stesso territorio Russo.

La chicca finale è di questi ultimi giorni, con le dichiarazioni di quel folle che sta all’Eliseo – Macron – che ha apertamente dichiarato come sia necessario far intervenire l’esercito NATO sullo scenario di guerra dell’Ucraina e, dando seguito alle folli parole, hanno realmente iniziato ad ammassare truppe NATO sul confine ucraino in ragione di circa 100.000 effettivi e la promessa di raggiungere i 300 mila entro poco tempo, in modo da essere pronti.

A cosa?

Questa è la vera domanda che dobbiamo porci in seguito a quanto sopra descritto, poiché se ormai siamo arrivati a concepire la fornitura di missili a lungo raggio e ci si prepara con una forte concentrazione di uomini sui confini, si deve pur sapere che il passo successivo, per ovvi motivi, non può che essere una guerra totale.

Le contestate dinamiche geopolitiche

Per un momento, bisogna provare ad osservare l’intero periodo degli ultimi 25/30 anni, cioè fin da subito, dopo la caduta del Muro di Berlino e la conseguente disgregazione dell’Unione Sovietica, e capire quello che è stato fatto principalmente dagli americani e dagli inglesi, con, ovviamente, il tacito consenso sia della Francia che nostro, che hanno agito con una costante “spinta verso est” – trincerandosi dietro al paventato atto di difesa preventiva – rinchiudendo sempre di più la nuova Federazione Russa entro i suoi confini e con tutto intorno una cintura impenetrabile di avamposti militari altamente armati e costantemente puntati contro di loro.

La presenza militare e nucleare

Una cosa importante da ricordare in questo pericolosissimo contesto è che il nostro paese conta all’incirca 111 basi militari americane, con un dispiegamento di circa 15 mila uomini, mentre le basi stanziate in Germania – sono molto più furbi di noi – arrivano ad appena 44, anche se con un contingente umano triplo, sfiorando le 47 mila unità, ma, soprattutto, bisogna sapere che sul nostro suolo, ed esattamente a Ghedi (BS) e ad Aviano ci sono posizionate fra le 70 e le 100 testate atomiche, gestite ovviamente da personale americano e sotto per così dire, “il pollice” del Presidente degli USA, senza che noi possiamo avere qualsiasi voce in capitolo sul loro eventuale utilizzo.

Le implicazioni di un attacco nucleare

E secondo voi, in una ipotetica degenerazione della guerra, un attacco Russo di tipo nucleare dove colpirebbe per primo, se non dove ci sono stanziati i missili degli avversari?

E le conseguenze per noi quali sarebbero?

Disastrose, in quanto tutte le aree del bresciano e intorno a Pordenone, verrebbero completamente spazzate via nell’arco di un paio di minuti, con il semplice lancio di un paio di Sarmat Satan Fluid, che viaggiano a circa 26 mila km all’ora e non sono intercettabili in alcun modo.

Tenete presente che questi lunghi “sigari” tengono al loro interno fino a 15 testate nucleari, per una potenza complessiva fino a 750 kilotoni – quello di Hiroshima era di 15 kilotoni – pesano circa 200 tonnellate, sono inintercettabili grazie alla loro velocità ipersonica e potrebbero colpire l’obiettivo ancor prima di essere avvistato il loro lancio, distruggendolo fino alle fondamenta di ogni abitazione esistente.

Le domande cruciali

Dopo tutte queste notizie assai preoccupanti, le domande da farsi sono fondamentalmente due, la prima delle quali è il perché di questo assurdo accanimento dell’occidente a spingere la “tigre” in un angolo, non lasciandole alcuna via di fuga se non quella di attaccare, e la seconda è capire quale potrebbe essere la reazione di Putin se domani vedesse l’esercito della NATO entrare sul territorio ucraino e, di fatto, combattere le proprie truppe.

Darebbe il via veramente ad un attacco “totale”, come spesso minacciato nel passato, o magari si limiterebbe ad utilizzare i sopra descritti Sarmat, ma senza le testate nucleari a bordo (per la loro velocità e immensa energia cinetica sviluppata potrebbero fare ugualmente dei gravissimi danni a qualsiasi obiettivo venisse colpito) rischiando, per altro, di impantanarsi in una guerra ancora più lunga e devastante della seconda?

La resistenza russa e le implicazioni

Per darvi un termine di confronto con il passato e la capacità russa di reazione, sappiate che dal 22 giugno 1941, giorno dell’inizio dell’Operazione Barbarossa, con la quale iniziò il conflitto Tedesco/Sovietico e fino al settembre dello stesso anno, cioè in poco più di 2 mesi, l’esercito Sovietico perse all’incirca 1,5 milioni di uomini della sua famosa Armata Rossa.

Eppure, alla fine, vinse.

Riflessioni finali

In conclusione, qui bisogna realmente capire fino a che punto l’essere umano sia stupido e, veramente importante, quali siano i motivi di fondo che hanno spinto sia gli americani che l’intera Europa a muoversi in questa direzione senza arretramenti e quali siano i loro veri obiettivi.

A mio modesto avviso, tutto ciò è assolutamente aleatorio e, forse, anche inutile, in quanto bisognerebbe veramente capire che nel momento preciso che “la sottile linea rossa” verrà superata, sarà la fine.

E non solo per noi, che saremo i primi, ma per l’intera umanità.

https://www.juragentium.org/topics/wlgo/it/marianto.htm#:~:text=ITALIA%3A%20circa%20111%20Basi%20USA,%2DAir%20Force%20(USAF).

https://it.insideover.com/guerra/basi-usa-europa-mappa.html

https://tg24.sky.it/cronaca/approfondimenti/bombe-atomiche-italia#08

https://www.open.online/2022/04/21/russia-missile-sarmat/

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