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Sciacallaggio, lo sport nazionale italiano

Commenti dispregiativi nei confronti del compianto Domenico Biscardi

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È con la morte nel cuore che sono a scrivere oggi, a seguito della triste presa di coscienza di quanto i miei concittadini non portino più rispetto per niente e per nessuno, men che meno in momento di lutto. A seguito della notizia riportata in data 12 gennaio su questo giornale, relativa alla scomparsa sospetta del Dott. Domenico Biscardi, ho visto comparire una serie di commenti accanitissimi sotto le pubblicazioni dello stesso, e così ho deciso di informarmi maggiormente.

I siti dei comici di butac o bufale. net, che pretenderebbero di smascherare le bufale producendone essi stessi non solo mettevano in discussione persino questa scomparsa (riportata come “non confermata dalle autorità”, mentre sui social comparivano le commoventi immagini dei funerali di Mimmo), ma non hanno nemmeno aspettato che il cadavere fosse freddo per scagliarsi in accuse di ogni genere verso il compianto.

Purtroppo, una manica di dementi, seguendo, non ha perso occasione per scagliarsi contro la salma in commenti di ogni genere che riportavano le fake news diffuse da detti bufalari. Ormai la “caccia al complottista” sembra essere diventato lo sport preferito dagli italiani, che si rivelano in larga parte sciacalli ed avvoltoi che non perdono occasione per scagliarsi sui cadaveri per spartirsene i brandelli.

Perché, signori miei, un conto è scagliarsi in accuse e dibattiti, a rischio di querele e denunce, quando una personalità, come il dott. Biscardi, è in grado di controbattere, prove alla mano, a tali dicerie, e un altro è veder spuntare articoli ridicoli e diffamatori quando la parte in causa non ha più alcun modo di difendersi. Questo è sintomo non solo di vigliaccheria estrema nei confronti dello scomparso e dei suoi cari, oltre che una coltellata ancora più violenta nei confronti di chi già sta soffrendo una mancanza, ma rappresenta un’irricevibile speculazione volta ad aizzare ancora di più una polarizzazione radicale già in atto fino a portare i livelli del dibattito ad un inevitabile scontro.

Pertanto, a tutti coloro che si sono scagliati a mettere in discussione i titoli di studio e il curriculum del compianto Mimmo, chiedo: “dove stavate quando egli veniva intervistato su tutte le piattaforme, con possibilità di commentare e porre domande?”. A tutti coloro il cui commento preferito è diventato “gombloddo” mi rivolgo come mi rivolgerei ad un macaco, che forse è più adatto alla sopravvivenza, rispetto a questi idioti.

Ma ciò che più fa male è vedere come nemmeno il lutto sia più qualcosa da rispettare, ma una triste occasione di dibattito, tra l’altro sterile e senza serie argomentazioni, portandomi alla mente l’immagine degli avvoltoi come, purtroppo, molti miei connazionali, che ripudio e accuso pubblicamente di idiozia e sciacallaggio.

E, per quanto io sia profondamente promotore di libertà assoluta, a chi non ha né un cuore, né un cervello, penso che andrebbero tolti i social, poiché un sentimento di ingiustizia misto a lutto, punto nel vivo nel momento peggiore, se fatto dal vivo, mio malgrado, mi avrebbe portato senza dubbio a reagire, come minimo, con un pugno in piena faccia diretto verso questi cretini.
Sì, cari leoni da tastiera, voglio vedere quanti di voi imbecilli sarebbero andati dinanzi ai parenti del defunto, in quel momento, a ripetere le stesse cose che avete commentato, senza rischiare il linciaggio e, forse, disumani del genere non meritano altro.

Purtroppo, mi sono sentito disarmato e impotente, con sentimenti che viravano dalla tristezza alla rabbia, e un mix di altre emozioni inesprimibili, e bisogna che ognuno sia cosciente che un uomo, per quanto pacifico, non può essere pacifista a oltranza, e che dopo aver incassato due o tre colpi bassi e meschini, necessariamente reagisce, se non altro a difesa della sua integrità, o di quella del suo vicino.

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