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Microchip sottocutanei

veterinario impianta un chip sotto pelle ad un cane

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Sui social e sul mainstream sta impazzando la notizia, quasi curiosa, di Patrick Paumen, un 37enne olandese che ha deciso, in barba ad ogni tipo di complottismo, di installarsi sotto pelle la bellezza di 37 microchip, con i quali poter avere la comodità assoluta a “portata di mano” letteralmente.

Infatti, con questa dotazione quasi da “superman” può tranquillamente avvicinare, semplicemente, la sua mano a qualsiasi Pos in qualsiasi negozio e pagare direttamente il proprio conto, suscitando, fra le altre cose, un profondo stupore nelle persone che gli vedono compiere questo semplice gesto.

Intervistato dalla BBC, si è detto assolutamente sicuro e felice della sua scelta, che gli permette di poter andare in giro per il mondo praticamente senza alcun documento, carta di credito o denaro, che dir si voglia, ed essere assolutamente pronto ad affrontare qualsiasi incombenza senza doversi ricordare di complicati Pin, Codici o quant’altro.

E qui, probabilmente, si potrebbe dissertare per giorni sia sui pro che sui contro di questa scelta, fatta da questo uomo – a parer mio assolutamente scellerata – senza, per altro, riuscire a trovare tutti quanti d’accordo, a favore o contrari.

Per quanto mi riguarda, vorrei prendere in esame solo alcuni aspetti di questa nuova frontiera della tecnologia umana e lasciare ad ognuno la possibilità di decidere se sia utile o meno intraprendere questa strada che, sicuramente, può offrire molteplici vantaggi, ma senza ombra di dubbio potrebbe anche nascondere diversi aspetti per lo meno oscuri, se non pericolosi.

A chi non farebbe piacere potersi dimenticare letteralmente di codici o Pin di carte di credito, piuttosto che di documenti e, magari, con la sola “imposizione” della mano poter pagare alla cassa del supermercato? O, magari, gettare nel dimenticatoio le infinite perdite di tempo avute nel passato, alla ricerca del tale documento o del portafogli nella borsa, piuttosto che la chiave di ingresso del proprio cancello o, perché no, il fastidioso inconveniente delle batterie del telecomando che sono finite e che, quindi, non comandano più l’apertura delle portiere della macchina… magari mentre siamo sotto ad un bell’acquazzone primaverile.

Ma siamo sicuri che questa nuova tecnologia sia veramente quello che a noi esseri umani potrebbe servire per semplificarci la vita quotidiana?

Uno dei principali problemi che, personalmente, riscontro in un frangente simile è che, andando avanti di questo passo, certamente avremo sempre meno “problemi” da affrontare nel normale scorrere della vita, ma fatalmente arriveremo ad un punto nel quale “personalmente” ci saremo scordati totalmente di come si fa qualsiasi cosa e saremo diventati dei semplicissimi “automi” telecomandati da un chip, incapaci letteralmente di fare alcunché senza l’ausilio della tanto decantata tecnologia.

Altro aspetto da non sottovalutare assolutamente è quello relativo alle reazione dello stesso corpo umano, e nonostante tutte le massime assicurazioni delle case produttrici dei famigerati microchip sulla loro perfetta compatibilità con il nostro corpo, va tuttavia ricordato che sono sempre e comunque dei “corpi estranei” che andiamo ad inserire sotto la nostra pelle e che, come tali, il nostro organismo, alla lunga potrebbe anche decidere che sono “indesiderati”

D’altronde, la natura ha creato il corpo umano per quello che è, ed andare a modificare sostanzialmente la struttura stessa di questa opera d’arte che ci è stata regalata mi sembra un vero e proprio insulto alla perfezione naturale.

Come ultimo aspetto, ma assolutamente da non sottovalutare, c’è il discorso portato avanti, con molta veemenza, dai cosiddetti complottisti, del possibile e preconizzato “super controllo” degli organi statali sull’intera popolazione attraverso, appunto, questi nuovi sistemi tecnologici.

Per dare un classico esempio, basti vedere ed ascoltare alcuni degli innumerevoli video che girano in rete, e sui quali sono state fatte anche trasmissioni in prima serata sui canali nazionali, a proposito del modello cinese “a punti”, attraverso il quale si possono “educare” e “moralizzare” tutti i cittadini di uno stato, a seconda che il loro comportamento sia più o meno adeguato ed in linea con le regole dettate dal “potere” dello stato stesso.

Senza arrivare alle esagerazioni dei complottisti, è del tutto ovvio che degli strumenti come i microchip hanno al loro interno tutta una serie di dati che riguardano la nostra vita privata e tutto ciò che ci identifica, ed oltre a ciò va tenuto conto che sono sempre e comunque in “contatto” con altre realtà al di fuori di noi, e che interagiscono con esse al fine di dare le varie autorizzazioni di ingresso sia per i documenti che le carte di credito o, più semplicemente, per il comando di apertura di una porta.

Ed è altresì inequivocabilmente certo che tutti questi “soggetti terzi” hanno, in qualche modo, accesso alle nostre informazioni personali e che, quindi, potrebbero essere in grado di modificarle o influire positivamente o negativamente su di esse.

In linea teorica potrei anche essere parzialmente d’accordo sull’utilizzo di una simile tecnologia, ma visto e considerato che tale tecnologia, sempre e comunque, verrà gestita da altri esseri umani che, come vediamo tutti i giorni, possono essere “buoni” o “cattivi”, avere intenzioni umanitarie o, viceversa, avere delle mire assolutamente di potere verso i propri consimili, permettere a costoro di decidere ed, in qualche modo, avere nelle loro mani il nostro destino come esseri umani, a me personalmente lascia qualche serio dubbio.

I contro complottisti ci stanno a dire che, tanto, già oggi siamo totalmente schedati e che, in sostanza, la tanto sbandierata privacy, di fatto, non esiste.

È assolutamente vero, ma proprio per questo motivo perché dobbiamo essere così ciechi e, in sostanza, stupidi da mettere volontariamente la nostra testa sul ceppo del boia?

Solo per evitare di ricordarsi un codice o avere la vita resa surrettiziamente più facile nei gesti quotidiani? O per risparmiare il nostro prezioso tempo, come se avessimo realmente da fare così tante cose che necessiteremo di 25 ore di tempo al posto delle classiche 24?

Suvvia, cerchiamo di essere un pochino più seri e continuiamo ad andare in giro con le nostre vecchie ed obsolete carte di credito e documenti, magari sforzandoci di ricordare i nostri codici di accesso, di modo da tenere la nostra mente sempre in funzione.

Perché, come già detto, uno dei rischi verso il quale si corre velocemente, con tutta questa tecnologia, è proprio quello di atrofizzare il nostro cervello (che molti già non usano quasi più), demandando tutta l’operatività alle macchine e a queste novità infernali.

Come monito ulteriore e definitivo, vi lascio un video dove si può ascoltare un esponente del governo Canadese, Trudeau, in occasione del Freedom Convoy, che tanto ha fatto discutere nei mesi passati.

A mio modesto avviso, le parole che si possono sentire e, soprattutto, il tono con il quale sono stati espressi i concetti all’interno del video, dovrebbero mettere sul chi va là tutti quanti, poiché sono l’anticamera del vero potere assoluto e del controllo totale sull’intera popolazione mondiale.

Ma avendo visto gli effetti ottenuti a causa della pseudo pandemia, nei due anni passati, sono assolutamente sicuro che, nonostante gli articoli e gli avvertimenti di persone che, come me, riescono a vedere i reali pericoli dietro a tutta questa tecnologia, nel prossimo futuro i vari detentori del potere nel mondo avranno gioco facile a fare, in sostanza, quello che gli pare.

E per quanto riguarda me personalmente, fino a che avrò fiato in corpo mi opporrò con tutte le mie forze a queste insane derive autoritarie, poiché, per me, segnano la vera fine della libera umanità.

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