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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Pericolo democrazia

Democrazia, con la "c" di copyright

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Quando  studiavo i libri di storia, a scuola, leggevo quanto era successo poco piu’ di 25 anni prima, in tutta Europa e tutto il mondo,  della democrazia sovvertita, dei soprusi, degli orrori della guerra, delle atrocita’ commesse in nome di ideologie da una parte e dall’altra.

Nel prosieguo della mia vita ho iniziato ad approfondire i vari accadimenti passati, cercando di capire quale potesse essere il meccanismo che aveva scatenato il germe di quella follia, costata al mondo intero oltre 100 milioni di morti in poco piu’ di un ventennio.

Quando si studia il passato bisogna ricordarsi che, di norma, esaminiamo un perido di tempo di alcuni anni in pochi giorni o settimane, per cui subiamo uno sfasamento temporale significativo.

Se, ad esempio, noi leggiamo le cronache della guerra di Troia e dei viaggi di Ulisse, magari ci possiamo mettere un mese o due a finire lo studio, ma stiamo leggendo cronache che riguardano un periodo di tempo di diversi anni, ed e’ questo che dovremmo tenere ben a mente, per capire a fondo le situazioni dell’epoca, ecco perche’, quando viviamo il presente, non ci rendiamo mai conto che fra vent’anni qualcuno lo studiera’ nell’aspetto della storia al nostro pari che studiamo la seconda guerra mondiale.

Ed oggi noi stiamo assistendo a quello cui i nostri genitori e nonni assistettero agli inizi degli anni trenta.

Mai avrei pensato di assistere di persona ai prodromi di un reale pericolo democratico nel nostro tempo.

Mi sono sempre detto che ormai l’umanita’ aveva avuto massicce iniezioni di anticorpi contro il pericolo di perdere nuovamente la liberta’ e la democrazia ma, in tutta sincerita’, ho assolutamente la sensazione che tale pericolo, oggi, sia piu’ che mai vivo e presente.

Ed e’ assolutamente sconcertante osservare che il passato non ha veramente insegnato nulla a tutti quanti noi.

Come detto poco sopra, erroneamente pensiamo che i regimi passati avessero fatto tutto in poche settimane o mesi ma, nella realta’, il processo per arrivare all’epilogo e’ durato diversi anni ed e’ passato attraverso azioni quotidiane che, bene o male, sono sfuggite all’attenzione della maggior parte della gente.

Qualcuno pensa veramente che quando venne istituita la tessera del partito fascista obbligatoria per poter accedere ai servizi comuni o per avere determinati vantaggi rispetto ad altri, sia stato qualcosa di diverso dall’attuale Green Pass?

All’epoca era stato detto che se volevi assurgere alla qualifica di “cittadino” con tutti i diritti possibili, era necessario sottoscrivere una specie di “passaporto” – stranamente verde – con il quale potersi effigiare di “normalita’” e tutti corsero a sottoscrivere tale azione per poter avere il tanto agognato “lasciapassare”.

E quale differenza puo’ esserci oggi con la patente di “normalita’” rappresentata dal Green Pass che ti permette di andare in discoteca, in palestra, su un treno a lunga percorrenza o, addirittura, per poter andare a lavorare?

Vedere dei giovani che fanno le corse per potersi inoculare nel corpo una sostanza della quale non si hanno assolutamente certezze, solo per la tranquillita’ di poter andare a  divertirsi in discoteca o in palestra,  e’ una cosa che mi riempie di una tale tristezza che mi e’ parimenti difficile da esprimere e, credetemi, i meccanissmi sono assolutamente identici, poiche’ chi sta gestendo tutto questo ha ben chiaro quali sono i tasti dell’animo umano sui quali premere e agisce di conseguenza, mettendo gli uni contro gli altri, creando le etichette di no-vax, no-green pass o no qulche altra cosa.

Assistiamo ad assurdita’ di giornalisti che richiamano addirittura la possibilita’ di ricalcare le imprese di tristi personaggi come Bava Beccaris,  autore di una strage a colpi di cannone effettuata ormai piu’ di un secolo fa e compiuta solo per stroncare il dissenso di una frangia di persone che chiedevano delle cose assurde: poter mangiare.

Ascoltiamo, inorriditi, le tesi strampalate di un allucinato presidente del consiglio che equipara coloro che dissentono dal pensiero unico a veri e propri terroristi, cercando di rivoltargli addosso la rabbia delle moltitudini che, silentemente, hanno accettato tutte le imposizioni per poter vivere tranquilli.

Purtroppo, signori, siamo veramente di fronte ad un serio e reale pericolo di perdita della democrazia, e ci stiamo allegramente incamminando verso periodi foschi e bui.

Fra 20 o 30 anni, forse, la storia ci dira’ chi aveva ragione, magari contando i morti di una strage annunciata e perpetrata con armi silenziose, ma per noi sara’ ormai troppo tardi. 

Forse…

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