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Perché, per alcuni delitti, è così difficile arrivare alla verità?

Croce a lutto

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In questi giorni, nei salotti televisivi che si occupano di storie italiane legate a casi di cronaca nera, non si fa che parlare del giallo di Liliana Resinovich. È una tragica vicenda che, a distanza di 2 anni e 2 mesi dalla scomparsa della donna, tiene ancora con il fiato sospeso gli italiani. Mica tutti, gli interessati e i morbosamente curiosi.

Il ritrovamento del cadavere

Liliana Resinovich, di 63 anni, scompare il 14 dicembre del 2021, e viene ritrovata cadavere in un boschetto il 5 gennaio 2022. Le condizioni in cui viene rinvenuto il corpo appaiono da subito di non facile interpretazione: la testa della donna è serrata in due sacchetti di plastica trasparente, mentre il resto della salma è avvolto in due sacchi grandi della spazzatura. Una modalità di morte che, per diverso tempo, ha lasciato qualche dubbio sull’ipotesi del suicidio. Ad onor del vero, non sembra tanto plausibile che una persona scelga di togliersi la vita per asfissia, avvolgendosi in dei sacchi.

Al momento, per la scomparsa di Liliana non vi è nessun indagato formale; la procura ha disposto la chiusura delle indagini decretandone la morte per suicidio. La famiglia di Liliana, tramite i propri legali e consulenti tecnici, ha chiesto la riesumazione del cadavere, e quindi la riapertura del caso. I parenti sono sempre stati fortemente convinti che si sia trattato di omicidio. La nuova autopsia, infatti, dovrà chiarire se la donna sia stata uccisa.

La verità oscurata dagli intoppi e dalle contraddizioni

Nella morte della Resinovich vi sono stati molti intoppi e contraddizioni, in particolare queste ultime, dettate dai numerosi cambi di versione del marito Sebastiano, che è bene ricordare non essere indagato; anzi, pure lui convinto che la moglie sia stata assassinata. Solo, però, che le dichiarazioni rilasciate dall’uomo ai giornalisti di turno, appartenenti alle differenti emittenti televisive, sono state spesso discrepanti. Le contraddizioni in cui sarebbe caduto Sebastiano, durante le numerose interviste, sono state evidenziate più volte dagli esperti e dai parenti di Liliana e, per naturale conseguenza, hanno destato sospetti nell’opinione pubblica.

La chiave di lettura delle contraddizioni

Allora mi sono posta una domanda: “Qual è la chiave di lettura di cotanta contraddittorietà da parte del coniuge?” Mah! L’intera vicenda è avvolta da un alone di mistero, una fitta nebbia ottenebra la verità. Una modalità di morte singolare, un corpo di donna avvolto in sacchi di plastica e, poi, quelle due settimane di vuoto di cui tutti, in primis gli investigatori, ignorano dove Liliana sia stata; non vi è alcuna traccia di lei, come se si fosse volatilizzata, per poi comparire cadavere esattamente come il giorno in cui è sparita: stessi abiti, stessa colazione, pulita, depilata… Nemmeno la mente del miglior giallista avrebbe mai potuto partorire un thriller così intricato e misterioso.

Nel caso di Resinovich, gli investigatori non hanno trovato terreno fertile per le loro indagini: la presenza del marito e dell’amante, ognuno con la sua versione dei fatti in merito alla relazione sentimentale intrattenuta con la donna. Per non parlare dei contorni che caratterizzano l’intera vicenda, tra amici, parenti e la personalità riservata di Liliana.

È verosimile che dare versioni diverse abbia come fine quello di impedire il raggiungimento della verità? Menzogne e suggestioni portano a generare confusione, ovvero, spargere benzina sul fuoco, gravando ulteriormente sul lavoro investigativo. Se ad un evento si forniscono, ogni volta, versioni diverse e contrastanti è ovvio che gli scenari si modificano e gli inquirenti devono ricominciare daccapo il loro lavoro investigativo.

Per approfondimenti sul caso di Liliana Resinovich consiglio

https://www.ansa.it/sito/notizie/flash/2024/01/03/-disposta-la-riesumazione-della-salma-di-liliana-resinovich-_d3e935c8-122c-4dcc-bf34-8b64fc8bc24b.html

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