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Lo sport preferito dagli italiani: il passo del gambero

Gambero

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C’era da aspettarselo, dopo due anni di sproloqui enunciati su tutte le televisioni e tramite ogni organo di stampa sottoposto al “pensiero unico” e, annusando l’aria che sta cambiando, anche a livello scientifico, tutte le “virostar”, i giornalai da strapazzo e i conduttori, simili ai famosi imbonitori presenti nel vecchio West, stanno facendo marcia indietro.

Già qualche mese fa abbiamo potuto assistere al repentino cambiamento di opinione – semmai ne avesse mai avuta una propria – dello “zanzarologo” più famoso d’Italia, Andrea Crisanti, che, nelle ultime trasmissioni, ha iniziato a sostenere la tesi che bisogna avere dei dati più sicuri prima di poter decidere se proseguire con le campagne vaccinali, riguardo alle dosi aggiuntive e che ,”forse”, il governo non si è mosso poi tanto bene.

Anche il secondo onnipresente virologo da baraccone, Matteo Bassetti, ha iniziato a dire, nelle trasmissioni, che il Green Pass, come è stato concepito, non ha alcuna razionalità e nessuna attinenza scientifica con la pandemia in corso.

Dalla parte dell’informazione, si iniziano a leggere articoli di diversi pseudo giornalisti che avanzano l’ipotesi di sbagli commessi dal governo e la sostanziale illegittimità delle normative emesse, facendo eco sempre più spesso a quanto viene detto dalla comunità scientifica internazionale, dall’Unione Europea e dagli enti regolatori, sia dell’Europa che di oltre oceano.

E questi sono solo i primi esempi di “voltafaccia” che possiamo vedere, dimentichi completamente di tutto quello che, nel passato, essi stessi hanno detto, fatto o scritto a proposito di questo infinito problema che stiamo attraversando.

Considerando la “levatura” e l’integrità morale della maggior parte di queste persone, e sapendo che il disconoscere quanto si è detto precedentemente è uno sport molto gradito al popolo italiano, c’era da aspettarselo, e sono estremamente convinto che sia solo l’inizio di quello a cui potremo assistere nel prosieguo del tempo.

Mi aspetto sicuramente che, entro poco, seguendo i loro precursori, la maggior parte di coloro che in questi due anni ha sostenuto l’insostenibile, si getterà all’inseguimento dei suoi predecessori, facendo a gara a smentire sè stessi.

E sono altrettanto sicuro che, al pari di quanto sono “violenti” oggi contro chi non si adegua al pensiero unico e al “siero magico”, faranno la stessa cosa, in un prossimo futuro, a parti invertite.

Perché ricordiamoci sempre che siamo in Italia, un paese dove la sera, prima dell’8 settembre del ’43, piazza Venezia era stracolma di un popolo acclamante, con il braccio teso nel saluto romano e, la sera successiva, la stessa piazza era stracolma dello stesso popolo acclamante con il braccio teso e il pugno chiuso, a dimostrazione di quanto siano “profonde” e radicate le nostre convinzioni e idee.

Il nostro è un popolo fantastico, capace di creare le cose migliori che si possono vedere sulla faccia del pianeta, dall’arte alla cultura, dalle invenzioni tecnologiche alle delizie culinarie, siamo depositari di una delle più antiche e grandi culture della storia, capace di riunificare l’intero mondo conosciuto all’epoca. Purtroppo, e non so se sia un bene o un male, ma sicuramente fa parte del nostro DNA, siamo anche il popolo del sotterfugio e del compromesso pur di sopravvivere. Siamo anche il popolo che, di fronte alla scelta se impegnarsi in una battaglia politica o rilassarsi comodamente davanti ad una succulenta tavola imbandita, preferiamo certamente la seconda ipotesi.

Cosa dire di più, siamo Italiani.

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