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Il Trionfo di Lai Ching-te nelle Elezioni Presidenziali di Taiwan

Lai Ching-te

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Il vicepresidente di lunga data e assertivo sostenitore dell’indipendenza di Taiwan, Lai Ching-te, noto anche come William Lai, una figura chiave nel partito al potere Democratic Progressive Party (DPP), ha vinto le elezioni presidenziali del paese e assumerà l’incarico a maggio. Il governo cinese lo ha etichettato come un “guastafeste”.

Il risultato del voto potrebbe acuire ulteriormente le tensioni con la Cina, che rivendica l’isola autonoma come parte del suo territorio. Pechino aveva avvertito gli elettori di non sostenere Lai, definendo queste elezioni come una scelta tra “guerra e pace, prosperità e declino.” Il partito rivale Kuomintang aveva invece proposto un dialogo con le autorità della Cina continentale.

Una portavoce dell’ambasciata cinese nel Regno Unito ha dichiarato: “Indipendentemente dal risultato, non cambierà il fatto fondamentale che Taiwan fa parte della Cina e nel mondo c’è una sola Cina”.

Lai Ching-te: “Determinato a Salvaguardare Taiwan”

Dopo la vittoria, il 64enne ha dichiarato di essere “determinato a difendere Taiwan dalla continua minaccia e intimidazione della Cina“. Ha espresso l’intenzione di mantenere lo status quo nello Stretto di Taiwan e di utilizzare il dialogo al posto del confronto nelle relazioni diplomatiche con Pechino.

Il Profilo di William Lai e le Sue Tensioni con gli Stati Uniti

William Lai, laureato ad Harvard e ex medico, è diventato deputato nel 1998, rappresentando la città meridionale di Tainan. Nel 2010 è stato eletto sindaco della città per due mandati. Nel 2017 è stato nominato primo ministro nel governo della presidente Tsai Ing-wen. Nel 2020, è stato inaugurato vicepresidente quando Tsai ha ottenuto un secondo mandato.

Lai, che ha irritato Washington con la sua dichiarazione di sperare che un giorno il presidente di Taiwan potesse “entrare nella Casa Bianca“, ha giurato di rafforzare le difese dell’isola e continuare a costruire legami con altre “democrazie”, presumibilmente gli Stati Uniti e il Giappone.

Reazioni di Pechino e Sanzioni a Hsiao Bi-khim

Pechino, che ha promesso di riunificarsi con la provincia separatista anche con la forza, ha negato le richieste di dialogo di Lai, definendolo un “scatenatore di guerre” e un “distruttore di pace nello Stretto di Taiwan”. Il vicepresidente eletto Hsiao Bi-khim è stato oggetto di sanzioni dalla Cina, precedentemente rappresentante informale negli Stati Uniti.

La Posizione di Lai sull’Indipendenza di Taiwan

Appartenente a una fazione più radicale del partito al potere, Lai ha dichiarato nel 2017 di essere un “lavoratore pragmatico per l’indipendenza di Taiwan”. Tuttavia, ha escluso la dichiarazione di indipendenza durante il suo mandato, affermando che “Taiwan è già una nazione indipendente e sovrana”.

Il Ministero degli Esteri russo ha reagito alle elezioni con un avvertimento contro l’uso del voto “per mettere pressione su Pechino e destabilizzare la situazione nello Stretto di Taiwan e nella regione”, definendo tale attività controproducente e degna di condanna dalla comunità internazionale.

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