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Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
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Zitti zitti, procedono con i loro programmi

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Quando vuoi nascondere una cosa veramente importante, basta portare l’attenzione di chi ti sta di fronte verso l’ininfluenza delle cose futili.Come il bimbo che, tornando a casa con un brutto voto, cerca di sviare l’attenzione dei genitori protestando vivacemente perche’ qualcuno gli ha toccato la bicicletta. Cosi’ i nostri governanti cercano di sviare la nostra attenzione dalle cose veramente importanti, con le inutili imbecillita’ circa il tampone sì, il tampone no, la mascherina all’aperto , no solo al chiuso, fino al naso o sotto agli occhi.Di seguito il testo di una considerazione del professor Paolo Maddalena, vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale, che ci ricorda, in modo assai puntuale, i rischi che corre l’Italia tutta grazie all’oscura azione di chi ci governa.

La stampa odierna distrae unanimemente l’opinione pubblica parlando di greenpass, e solo nelle ultime notizie dei giornali (per il Corriere della sera a pagina 36) si fa cenno alla gravissima situazione della proprietà della rete della fibra ottica e della sua piattaforma gestionale.
Eppure si tratta di un argomento strategico che investe anche aspetti militari di difesa nazionale, nonché, e questo non è davvero da trascurare, la possibilità di accedere, da parte di chi gestisce questi servizi, a informazioni e dati sensibili che riguardano ogni singolo cittadino.
Attualmente la fibra ottica, e cioè quello che potremmo definire il canale principale che reca l’effettiva connessione a internet in prossimità delle abitazioni, è gestita all’80% da Tim e al 20 % da Open Fiber, mentre, lo si tenga ben presente, il capitale di Tim versato è pari a 11.677.002.855,10 euro, ed ha la seguente composizione:

-Vivendi 23,75%
-Cassa Depositi e Prestiti 9,81%
-Gruppo Telecom Italia 1,01%
-Investitori istituzionali italiani 3,57%
-Investitori istituzionali esteri 41,28%
-Altri azionisti 20,58%

Mentre il capitale versato di Open Fiber è di appena 250 milioni, la cui composizione è la seguente:

-Cassa Depositi e Prestiti 60%
-Fondo australiano Macquarie 40%

In questo quadro appare evidente, che minima è la ricchezza di Open Fiber, mentre, per quanto concerne Tim, il socio di maggioranza è la francese Vivendi, ed è assolutamente da sottolineare che, secondo la Costituzione, la rete della fibra ottica e il passaggio dalla fibra ottica agli utenti finali (la cosiddetta piattaforma gestionale) devono essere in mano pubblica, poiché si tratta di servizi pubblici essenziali, i quali sono parte del demanio, costituzionalmente interpretato e, quindi, sono inalienabili, inusucapibili e inespropriabili.
Viceversa, al momento è tutto in mano dei privati, i quali, Vivendi in testa, hanno il solo scopo di ottenere il massimo guadagno possibile, nella trattativa in corso con la statunitense Kkr, omettendosi, così, qualsiasi attenzione per quanto riguarda l’utilizzo e la privacy dei singoli utenti.
In questa situazione di enorme gravità il governo tace e affida lo studio, come avviene di solito, a una commissione di esperti, in attesa di quanto si verificherà sul piano commerciale, e non si può non osservare che, in casi di questo genere, in cui sono in gioco fortissimi interessi nazionali, il governo deve essere in prima linea e disporre esso le azioni da compiere.
E, d’altronde, si tratta di una sola azione: la nazionalizzazione della rete di fibra ottica e della piattaforma gestionale della stessa. A tal riguardo non si può opporre la mancanza di fondi, poiché abbiamo a disposizione quelli del PNRR, che sono molto abbondanti per quanto riguarda, per l’appunto, questo settore.
E non è da disattendere l’opinione di chi vede il motivo ispiratore della proposta della statunitense Kkr proprio nell’acquisizione dei soldi del PNRR. Considerato che dalla privatizzazione di Telecom, che brillava per i suoi profitti quando era nelle mani pubbliche, la situazione della subentrata Tim è peggiorata enormemente, con un notevole accrescimento dei debiti.
Questo atteggiamento governativo è estremamente preoccupante, perché si collega all’iniziativa di Draghi e Macron di una molto stretta collaborazione politica ed economica prevista nel cosiddetto Trattato del Quirinale, in virtù del quale, il 29 novembre prossimo, il Presidente della Camera Roberto Fico dovrà recarsi a Parigi per stringere un accordo con l’omologo francese per una cooperazione strutturata tra le due Camere, che prevede anche Consigli dei ministri unificati. E ciò senza che prima sia stato informato il Parlamento e con un’azione di vertice che non è assolutamente compatibile con il nostro ordinamento costituzionale, nel quale la sovranità appartiene, non al governo, ma al Popolo, il quale agisce attraverso la rappresentanza di deputati e senatori.
Tutto questo è un assurdo politico e giuridico, perché propone, sull’esempio di quanto è sempre avvenuto ed avviene nel Consiglio europeo, che le decisioni che ci riguardano direttamente vengono assunte sulla base delle forze in campo e, quindi, sempre a nostro discapito.
E la mia preoccupazione sta proprio nel constatare che questa subordinazione dell’Italia allo straniero viene ripetuta proprio nel rapporto con la Francia, attraverso Consigli dei ministri congiunti, dove, ovviamente prevarrà la forza politica e economica della Francia sulla debolezza politica e economica dell’Italia.
Praticamente una resa ai francesi, in vista della definitiva annessione dell’Italia alla Francia.
Ovviamente tutto questo mette sotto i piedi in modo irrituale e offensivo, per il Popolo italiano, la nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Qui si sta intaccando sul serio la stessa sopravvivenza e la stessa indipendenza del nostro Stato-Comunità. È indispensabile, pertanto, che tutti coloro che esprimono il loro malessere, partecipando a numerose manifestazioni di piazza, pongano come fine delle stesse la difesa dell’economia e dell’indipendenza italiana in ambito europeo, chiedendo l’immediata nazionalizzazione dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia, delle situazioni di monopoli e delle industrie strategiche, come prevede l’articolo 43 Cost.

A tutto questo mi sento di aggiungere alcune considerazioni che, normalmente, sono peculiari di chi opera nel settore militare e si sta preparando per la conquista di un paese avversario.Erroneamente, noi tutti pensiamo alla prossima guerra mondiale nel vecchio modo che siamo abituati a pensare, ovvero con carri armati, soldati, missili, cannoni, bombardamenti e quant’altro.Ma dobbiamo in qualche modo fare un salto quantico mentale, e riflettere sul fatto che, oggi come oggi, le guerre non si combattono e si vincono piu’ con questi obsoleti sistemi, ma con piu’ sottili mezzi, a partire da quelli economici.Resta, pero’, fondamentale, che se vuoi assicurarti la vittoria finale e, quindi, il potere assoluto su un paese, ti devi garantire il controllo totale dei fondamentali di quel paese e, cioe’, comunicazione, energia ed economia.Per comunicazione si intende sia la divulgazione delle notizie via carta stampata e via etere con tv e radio, sia le comunicazioni telefoniche che permettono ad un paese di “connettersi” gli uni con gli altri.E, come possiamo vedere quotidianamente, l’intero main stream e’ “allineato e coperto” sul pensiero unico senza quasi eccezioni, il sistema di telecomunicazioni sta facendo la stessa identica fine, come ben spiegato dal Professor Maddalena e sono estremamente sicuro che l’ultimo dei nostri fondamentali, ovvero l’energia, fara’ presto la stessa fine.Dopodiche’, come si dice in gergo, saremo veramente in mutande e nulla potremo piu’ fare.E il brutto di tutto questo e’ che tutti quanti stiamo pensando a come poter procurarci un “lasciapassare verde” per poter andare a vedere la partita.di fronte ad uno scenario simile si potrebbe dire “siamo alla frutta”, ma in questo caso la frutta e’ gia’ stata mangiata, digerita ed eliminata sotto forma di escrementi.Quegli escrementi che piano piano ci ricopriranno interamente.

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