logo Giornalismo Libero bianco su sfondo in trasparenza
Copertina: Stalin? Ha perso, anche se ha vinto
Stalin. Ha perso, anche se ha vinto
Cerca
Close this search box.

Mi sforzo per capire, ma non ci riesco

Treno

Tabella dei contenuti

Ogni giorno siamo bombardati da notizie, per lo più di stampo propagandistico e false, da ogni dove, che ci raccontano la buona novella del forte e coeso “occidente” che si sta facendo in 4 per non far soccombere la povera e bistrattata Ucraina, attaccata proditoriamente e senza alcun motivo dal bieco “macellaio” (testuali parole del presidente degli Stati Uniti, Biden) Putin.

Ed è così che ascoltiamo attoniti i telecronisti che ci annunciano la creazione e votazione, in seno al “parlamento Europeo”, del 6° pacchetto di sanzioni contro la Russia e i suoi oligarchi, nonché capi di Stato Maggiore e perfino mogli e figlie (non ultima la compagna di Putin, che avrei proprio il piacere di sapere cosa cavolo c’entra con la politica messa in atto dal governo Russo).

Assistiamo al malcelato e gongolante trionfalismo dei vari Mentana di turno, che ci raccontano come siamo riusciti a sequestrare un mega panfilo da 600 milioni di dollari – e 15 persone di equipaggio che pur sempre devono essere pagate, insieme alle tasse portuali di parcheggio – piuttosto che una splendida villa in costa Smeralda, dal valore di svariate decine di milioni di euro.

L’elenco sarebbe estremamente lungo e, soprattutto, inutile, in quanto ci si scorda che queste azioni violano ogni trattato esistente sulla faccia della terra, e nulla è se non un semplice furto, con la scusa che il capo dello stato in cui vivono i famosi oligarchi ha dichiarato guerra ad uno stato sovrano.

Perché, capiamoci una volta per tutte, se tu, stato, mi sequestri e metti all’asta una villa od un bene appartenente ad un boss mafioso, condannato da un regolare processo e reo di efferati delitti, sono pienamente d’accordo, ma se io, per caso, appartengo ad un paese che dichiara guerra ad un altro paese e tu, stato che mi ospiti, sequestri i miei beni, se mi permetti, questo è un vero e proprio furto.

Ma passando oltre, ed analizzando le scellerate scelte fatte dalla commissione europea, a capo del quale vi è una vera e propria “macchietta”, al secolo Ursula Von Der Lyen che, con molta probabilità, capisce di geopolitica e di questioni militari come io conosco il dialetto Maori, tutti noi abbiamo sotto gli occhi gli effetti devastanti – per noi – delle famose sanzioni che avrebbero dovuto “piegare” la Russia, gettandola sul lastrico.

Fra ieri ed oggi, la tanto detestata Russia ha tagliato, di fatto, l’erogazione del gas alla Germania di un 40% ieri e di un altro 33% oggi, asserendo che tale taglio è dovuto all’esistenza stessa delle sanzioni che impediscono alle aziende europee di inviare i pezzi di ricambio che servono al funzionamento dei gasdotti.

Tutti i vari “giornalai” che commentano suddette notizie possono starnazzare quanto gli pare, ma la faccenda mi pare abbastanza logica: se tu impedisci all’azienda con la quale ho un contratto di manutenzione per i gasdotti che consegnano a te il gas di lavorare, e quest’ultima non mi può mandare dei pezzi di ricambio fondamentali per il corretto funzionamento dell’impianto, è assolutamente ovvio che io sono costretto a tagliarti le forniture.

E, con molta probabilità, si arriverà alla “serrata” definitiva da parte della Russia (cosa che, francamente, mi sarei aspettato già da molto tempo, se non fosse per l’immenso ritorno economico che ne ha Putin), una volta che avrà definitivamente perfezionato i contratti commerciali che sta portando avanti con Cina, India, Pakistan, Emirati Arabi, Nigeria ed un altro gruppo di paesi più o meno amici.

Vorrei sottolineare, come già scritto in un recente articolo, che la Russia, da tutto ciò, ha quasi raddoppiato gli introiti di valuta forte rispetto all’anno scorso ed è destinata ad incrementare ulteriormente le proprie entrate, specialmente alla luce dei rincari stratosferici che stanno avvenendo sulle materie prime coinvolte dalle sanzioni (solo il gas è passato, in due giorni, da 83 € per Megawattora a 147 € a Megawattora, quotazione di oggi).

Altra perla che l’intero Occidente sta confezionando è l’estromissione di tutto il sistema bancario Russo dal sistema universale di pagamenti denominato SWIFT.

Questa mossa, degna di eccelse menti logorate da un continuo cozzare dentro la scatola cranica delle poche decine di neuroni rimasti ancora in vita – la maggior parte sono ormai cadaveri da diversi anni – non fa altro che spingere ulteriormente Cina e Russia sulla strada della creazione di un nuovo sistema integrato di pagamenti, che riguarderà, con molta probabilità, molto più della metà della popolazione mondiale, in quanto racchiuderà, all’interno del suo circuito, oltre alla Cina e alla Russia, anche India, Pakistan e l’intero sud est asiatico, molto più vicino, per tradizioni e storia, ai primi due di quanto lo sia l’occidente.

E quando, fra 4 o 5 anni, avremo assistito alla nascita di un nuovo sistema di pagamenti globale che, ovviamente, non comprenderà l’intero occidente, potremo solo ringraziare quei grandi “statisti” che ci stanno guidando in queste ore.

D’altra parte, se osserviamo distaccatamente la situazione, da una parte abbiamo circa 1 miliardo di persone – Europa e Stati Uniti – che, notoriamente, chiedo perdono del termine, stanno sulle balle sia ai Cinesi che alla maggior parte del mondo asiatico, per non parlare dell’intero Medio Oriente ed Africa e, dall’altra parte, abbiamo all’incirca 4 miliardi di persone che posseggono, fra le altre cose, le maggiori risorse in fatto di materie prime del mondo, ai quali viene servita su un piatto d’argento l’opportunità di estromettere, una volta per tutte, dai giochi i tanto odiati Stati Uniti.

E se poi, per caso, ci andasse di mezzo anche la vecchia Europa, pazienza. Vorrà dire che ci terranno come caravanserraglio “povero” dove venire a spendere i loro Yuan pesanti.

Se tutto quanto si limitasse puramente ad una simile questione di predominanza economica, sarei parzialmente tranquillo, in quanto sono estremamente certo delle enormi potenzialità del nostro popolo (esclusi i politici, specialmente quelli attuali) che, con il proprio ingegno, difficilmente potranno essere messi all’angolo per più di qualche tempo limitato.

Ma il problema è che, proprio in questi giorni, coloro che hanno in mano le leve di comando – Biden, Draghi, Scholtz, Johnson e Macron – stanno realmente decidendo delle sorti del mondo intero, in quanto, purtroppo, sembrano decisi a seguire le indicazioni di quel povero mentecatto di Biden e di tutti gli Stati Uniti, che vogliono mandare, a breve, una massiccia fornitura di armi pesanti, compresi missili a lunga gittata, per far si che l’Ucraina esca finalmente vittoriosa dallo scontro con la Russia.

Ma ci rendiamo conto, veramente, sia di quello che stiamo rischiando, sia della reale situazione sul campo?

Ormai l’esercito ucraino è allo stremo, e non solo non ha più armi, ma iniziano a scarseggiare anche viveri, acqua e medicinali, per cui la situazione sta diventando veramente molto pericolosa (sono già scoppiate delle epidemie di colera a Mariupol).

E tutto questo perché?

Per poche centinaia di km quadrati di terreno che nessuno vuole cedere, senza considerare che Putin, ormai, se li è presi lo stesso, ed alla fine, con la potenza militare di cui ancora dispone, finirà per conquistarli definitivamente?

Intravedo, fra le varie notizie che si riesce a reperire da diverse fonti al di fuori del mainstream, che una parte della politica occidentale o dei pensatori reali si sta dissociando da tutto ciò, e stanno facendo marcia indietro – come, del resto, abbiamo visto fare dopo due anni di pseudo pandemia, a diversi “virologi star” da strapazzo, che hanno iniziato a tornare sui loro passi, cercando di salvare almeno il deretano, se non la faccia, per le stronzate che avevano detto in tutte le TV nazionali e non – ma ho tanta paura che, ormai, sia tardi.

Il problema fondamentale è che i “tre porcellini” che oggi si sono incontrati su una carrozza di un treno diretto a Kiev – Draghi, Macron e Scholtz – dentro di loro si vedono e credono fermamente come gli altri tre personaggi che si incontrarono nel febbraio del 45 a Yalta (Churcill, Stalin e Roosvelt) per discutere del piano di pace che avrebbe dovuto coinvolgere l’intero mondo, dopo quasi 7 anni di guerra totale.

La piccola differenza che si può notare fra oggi e 77 anni or sono non sta solo nella statura delle persone coinvolte (sebbene, personalmente, sia estremamente convinto che anche gli “altri 3” fossero quantomeno non adatti, per usare un eufemismo) ma nel fatto che, allora, si era alla facile previsione di una disfatta totale di Hitler (le truppe Russe erano a pochi km da Berlino e quelle americane avevano ormai preso quasi l’intero territorio Italiano e Francese, e cercavano di fare il prima possibile per arrivare per primi a Berlino) ed oggi, al contrario, non siamo che all’inizio di quella che potrebbe essere “l’ultima guerra che l’umanità dovrà combattere”.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

INFORMATIVA COOKIES
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy
logo Giornalismo Libero blu su sfondo in trasparenza

Accesso